Il significato del giorno del Ricordo

Il 10 Febbraio dal 2004 si celebra il giorno del Ricordo, una ricorrenza istituita per commemorare i massacri delle foibe computi ai danni della popolazione italiana dell’Istria e della Dalmazia fra il 1943 e il 1947. Una realtà troppo a lungo negata o strumentalizzata a fini ancora una volta politici.

Il significato del giorno del Ricordo

Il giorno del Ricordo è una ricorrenza istituita nel 2004 per commemorare le vittime dei massacri delle foibe compiuti ai danni di italiani, da parte di slavi e sloveni in nome del comunismo totalitario che si andava affermando in Istria e Slovenia tra il 1943 e il 1947.

Massacri che si è da più parte cercato di negare, strumentalizzare o di reinterpretare semplicisticamente come vendetta contro altrettanti crimini di guerra perpetrati precedentemente dal regime fascista nell’opera di “italianizzazione” forzata messa in atto nelle medesime zone.

Ma, vien da chiedersi, quando una qualsivoglia forza o fazione politica, di destra o di sinistra sia la sua provenienza, assurge a ideologia totalitaria, le questioni che ne derivano possono ancora considerarsi semplicemente “politiche”?


Il giorno del Ricordo

Solo nel 2004, ben 4 anni dopo l’istituzione del Giorno della Memoria, è stato istituito dal Governo italiano il giorno del Ricordo per commemorare un altro dei capitoli bui della nostra storia, quello dei massacri delle foibe; un capitolo che tuttavia è risultato molto più controverso rispetto a quello dell’Olocausto che, sebbene non esente da vergognosi moti negazionisti, è stato con meno ambivalenza (e meno ritardi) riconosciuto nella sua tragicità.

Il giorno del Ricordo è invece una commemorazione istituita più tardivamente, che fa riferimento ad uno sterminio e a dei crimini contro l’umanità di portata altrettanto drammatica e che pur tuttavia sono rimasti e rimangono tutt’ora meno presenti alla memoria storica del nostro Paese, perché?

 

Perché il giorno del Ricordo è meno conosciuto?

I perché di questo oblio e della difficoltà a istituire e commemorare il giorno del Ricordo sono controversi e molteplici secondo gli studiosi e in particolare gli Storici. In parte perché la vicenda delle foibe non è scindibile dall’intera vicenda delle contrapposizioni etniche e culturali fra le popolazioni italiane e quelle slave nei territori di Istria e Dalmazia, territori dove lo stesso regime fascista perpetrò un’opera di repressione feroce negli anni del suo predominio.

Sarebbe in parte dal vuoto lasciato dal Regime verso la fine della seconda guerra mondiale che le frange repressive e totalitarie dell’allora comunismo slavo avrebbero opposto un'opera di epurazione a fini politici per ottenere il predomino in quei medesimi territori.

Ricordare i massacri delle foibe, con il giorno del Ricordo, significa chiamare in causa le colpe e i crimini del comunismo totalitario tanto che, ed è veramente triste osservarlo, a lungo le foibe sono state una commemorazione rivendicata in Italia principalmente da esponenti politici più di destra che di sinistra.

 

I fatti bui della storia sono solo politici o riguardano tutti?

Che si celebri la Giornata della Memoria o il giorno del Ricordo la questione non dovrebbe essere di pertinenza dell’una o dell’altra fazione politica e, forse, non dovrebbe essere nemmeno di pertinenza solo politica.

Per i valori a cui dichiariamo di ispirarci oggi, come Stati democratici, la degenerazione di una qualsivoglia esponente politica in ideologia e pratica totalitaria dovrebbe diventare qualcosa che riguarda tutti.

La stessa Hannah Arendt lo aveva detto a proposito del processo Eichmann: essere processato in Israele come autore di crimini contro gli Ebrei non rendeva giustizia a quanto da lui commesso dal momento che, quei crimini, non erano una sola questione religiosa, ma crimini contro l’umanità.

 

Perché il giorno del Ricordo riguarda tutti

Immaginate per un momento che un giorno il Paese in cui vivete venga annesso ad un altro Stato che obbliga di colpo i vostri figli a cambiare la lingua che viene loro insegnata a leggere e a scrivere a scuola, che obbliga voi e i vostri figli a cambiare cognome così come forzatamente cambia il nome della città in cui vivete per essere annesso alla lingua dei dominatori; o che, sempre per lo stesso motivo, siate costretti a fuggire e ad abbandonare terra, casa, lavoro, amici, tutto quanto avete nella vita.

Immaginate, allo stesso modo, di essere arrestati e deportati improvvisamente solo perché etnicamente e politicamente stranieri e quindi nemici assimilati quindi alla stregua di un rifiuto scomodo da eliminare.

Italiani, Ebrei, Sloveni: il ‘900 non ha risparmiato a nessuno la realtà del male contro l’umanità. Ecco perché, come afferma Silvio Ferrai, le Foibe, e il giorno del Ricordo, riguardano tutti.

 

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