Wilhelm Reich e l'analisi del carattere

L'analisi del carattere restituisce all'individuo la sua identità funzionale: apre le porte ad un nuovo modo di fare diagnosi e ad un nuovo strumento analitico. Vediamo come nasce e come acquista importanza nello studio del corpo all'interno della psicoanalisi

Wilhelm Reich e l'analisi del carattere

Negli anni '30 un poco più che trentenne Wilhelm Reich, l'allievo brillante di "Mastro Freud", elaborò l'analisi del carattere, una chiave di volta per il mondo psicoanalitico, o almeno per quella parte che ne comprese il senso e ne seguì il modello.

 

L'analisi del carattere: come nasce

L'analisi del carattere nasce in grembo a tutta una serie di considerazioni sull'analisi delle resistenze. Wilhelm Reich, come Freud, si rese conto che i sintomi delle nevrosi trattate persistevano nonostante l’analisi e che le resistenze erano difficili da sciogliere, se non cambiando la visione delle cose. La resistenza non era pulsione di morte, come diceva Freud: era il paziente stesso e si manifestava con il suo atteggiamento caratteriale. La sua attenzione si spostò dal "cosa" il paziente comunicava al "come" lo comunicava: modo di muoversi, mimica, gestualità, espressioni del volto, modo di esprimersi col linguaggio, tono e ritmo della voce, erano alcuni degli elementi che Reich cominciò a osservare e valutare, per poi elaborare la sua teoria sull’analisi del carattere.

 

L'analisi del carattere: carattere e corazza caratteriale

Attraverso l’analisi del carattere, il paziente prende consapevolezza del proprio atteggiamento che è, allo stesso tempo, rappresentativo del sintomo nevrotico e della modalità che lo rende persistente, con lo scopo di poter modificare e ripristinare un equilibrio più funzionale del carattere stesso. Per Reich le resistenze caratteriali, nel loro insieme, davano vita alla corazza o armatura caratteriale. La corazza caratteriale esprime il modo di funzionare della persona: è muscolare, è energetica, è caratteriale. La corazza, se da un lato serve all'individuo per fronteggiare le esperienze frustranti e dolorose della vita, dall'altro lo blocca nel suo movimento pulsativo vitale, ingabbiandolo in un rigido modo di vivere la vita. La corazza caratteriale apparentemente salva dall'angoscia e impedisce il piacere: il piacere è possibile solo attraverso il libero fluire di energia e questo non è possibile in uno stato di contrazione.

 

L'analisi del carattere: l'uomo è uno

L'analisi del carattere permette di definire le combinazioni caratteriali che formano la persona: all'interno di una linea che parte dall'intrauterino per attraversare le varie fasi dello sviluppo, possiamo trovare una serie di segni incisi che, sommandosi e interagendo tra loro, determinano il modo di funzionare della persona, quindi il suo carattere. L'analisi del carattere ha permesso di integrare corpo, pensiero ed emozioni che sono l'espressione della struttura caratteriale dell'individuo. La struttura caratteriale è il modo di funzionare della singola persona e si rispecchia sui vari livelli nel medesimo modo; per esempio: se io ho un carattere rigido, avrò inevitabilmente un corpo rigido, un modo di pensare e di parlare rigido, un rigido modo di relazionarmi e di emozionarmi, questo perché noi esseri umani siamo "uno". Ogni cosa che viene esperita, ogni elemento della nostra vita, diventa nello stesso istante esperienza dei nostri muscoli, esperienza delle nostre emozioni, esperienza del nostro pensiero.

 

L'analisi del carattere: l'identità funzionale mente-corpo

L'analisi del carattere sancisce l'entrata nel mondo psicoanalitico del corpo, perché il corpo viene visto come elemento primario che racconta e racchiude una storia di vita. L'analisi del carattere, ancora, permette di superare il dualismo cartesiano di una mente e di un corpo come elementi distinti che costituiscono l'individuo, per concepire l'uomo come una identità funzionale mente-corpo. L'analisi del carattere ha recuperato la visione sistemica di un individuo, in cui tutto è parte di un tutto più grande.

 

L'analisi del carattere: i post-reichiani e la vegetoterapia carattero-analitica

Con l'analisi del carattere Wilhelm Reich mise a punto un nuovo modo di fare diagnosi: individuò una serie di caratteri nevrotici e un carattere sano, il genitale. Nel mondo post-reichiano l'analisi del carattere si è arricchita in seguito a tutte le conoscenze sul mondo intrauterino che Reich conosceva come idea e non con rigore scientifico perché non aveva a disposizione tutti gli strumenti tecnici di oggi. L'analisi del carattere di oggi parte dai tipi caratteriali individuati da Reich, modificandone e ampliandone lo spettro in base a nuove considerazioni, rendendola meno rigida e più flessibile, nel senso che ogni individuo non è espressione di un singolo carattere, ma è la somma più qualcos'altro di vari tratti caratteriali.

 

L'analisi del carattere è uno strumento importantissimo che si arricchisce e completa con la vegetoterapia carattero-analitica, un modello analitico basato sul lavoro corporeo che, attraverso una serie di acting specifici e utilizzando la respirazione come filo conduttore, tende a ristabilire la funzione pulsativa e vitale dell'essere umano liberandolo dalla rigidità della sua armatura caratteriale. Reich non aveva sistematizzato gli acting della vegetoterapia: ci hanno pensato Federico Navarro e Ola Rackness a farlo. Federico Navarro è stato il fautore della diffusione del pensiero reichiano in Italia.

 

Fonte immagine: Wilhelm Reich, Simbolo dell'Identità funzionale mente-corpo