A proposito di psicologia transculturale…
La presenza sempre più consistente di popolazione immigrata nel nostro Paese ha messo in primo piano il tema dell’intercultura in tutti i settori della vita sociale, compresi i servizi sanitari e di Salute Mentale. Per questo la psicologia transculturale può offrire spunti importanti sollecitando a tener conto, nell’incontro tra culture entro i Servizi, di ciò che le differenzia e al tempo stesso di ciò che le accomuna.
Da ormai diversi anni i Servizi Sanitari e di Salute Mentale si trovano a confrontarsi con le domande di coloro che, provenendo da Paesi culturalmente lontani dal nostro, pongono problematiche in qualche modo comunque connesse alla loro condizione di migranti e, quindi, allo sradicamento dalla propria cultura d’origine, tema questo ben evidenziato dalla psicologia transculturale (Manna V., Daniele M.T., Pinto M., 2006, Immigrazione, stress e psicopatologia, Difesa sociale, LXXXV, p.17-38)
Psicologia transculturale e migrazione
Al di là tuttavia della problematica connessa alla migrazione, rimane il fatto, e questo la psicologia transculturale ben lo evidenzia, che culture diverse possono essere portatrici da un lato di differenti, spesso opposte, concezioni della salute mentale (magari più comunitarie e olistiche delle concezioni individualiste nostrane) e dall’altro di una differente propensione a chiedere aiuto e a rivolgersi ai Servizi dovuta sia ad un preciso retroterra culturale che al difficile incontro con operatori che propongono concezioni e prassi sanitarie spesso lontane dalla propria esperienza.
Psicologia transculturale e concezioni della Salute Mentale
Basti pensare alle origini del metodo delle Costellazioni Familiari di Bert Hellinger che prende spunto proprio dalla prassi di certe popolazioni del Sud Africa di dirimere le controversie inscenandole attraverso gli altri membri della comunità. O, ancora, delle concezioni della follia in popolazioni extraoccidentali dove, come evidenziano studi di psicologia transculturale e epidemiologia psichiatrica, l’incidenza e la cronicità di certi gravi psicopatologie per come noi le conosciamo è molto differente e, in questo, correlata alla rappresentazione sociale della psicopatologia come forma di “possessione” e oggetto, quindi, di attenzione e significazione congiunta di tutta la comunità invece che di stigma sociale e di esclusione (Desjarlais, Eisenberg, Good, Kleinmann, La Salute Mentale nel Mondo, Il Mulino 1998).
Psicologia transculturale e Servizi
Non va infine dimenticato ciò che accomuna qualsiasi utente dei servizi e cioè che la disponibilità a chiedere aiuto e ad interfacciarsi con essi è motivata dalla richiesta di ascolto e accoglienza senza pregiudizi né psichiatrici né culturali là dove la maggiore e più importante risorsa, in un momento di estrema difficoltà, rimane quella di potersi interrogare al fine di costruire nuovi percorsi di senso sulla propria storia. In questo la sfida dei Servizi psicologici nell’ottica della psicologia interculturale: aprire una porta e offrire un’occasione di cambiamento per tutti.
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