Psicologia dei mercati finanziari

L’andamento dei mercati finanziari e le scelte di investimento in Borsa non sono frutto di valutazioni dettate solo dalla razionalità, ma sono influenzate dalla psicologia delle emozioni molto più di quanto comunemente si possa pensare. Avidità, paura, speranza sono fra le emozioni che più frequentemente influenzano gli investitori sia a livello individuale che collettivo. Seguire una strategia coerente e non lasciarsi influenzare dalle contingenze sarebbero le caratteristiche vincenti di un investitore di successo.

Psicologia dei mercati finanziari

Un’analisi recentemente pubblicata dal Proceedings of National Academy of Sciences conferma quello che già precedenti studi sulla cosiddetta “psicologia del trading” evidenziavano: i mercati sono influenzati dalle emozioni degli investitori, il loro andamento non è solo frutto di scelte razionali. I mercati sono dunque influenzati dagli stati d'animo: emozioni e sentimenti degli investitori, frutto delle contingenze e della storia personale di ognuno, influenzerebbero scelte individuali e, se comuni a molti, le azioni di un’intera Borsa frutto di un “sentimento” condiviso.

 

Riteniamo più probabile ciò che ci emoziona maggiormente

Secondo lo studio citato, svolto dal California Institute of Technology, sulle decisioni degli investitori che influenzerebbero l’andamento dei mercati peserebbe la valutazione emotiva e soggettiva che essi fanno dei possibili esiti di un evento. In altre parole, la probabilità del verificarsi o meno di una certa previsione (andamento presunto dei mercati, risultato di una determinata scelta di investimento e così via) non verrebbe stimata tanto su basi logiche e razionali, quanto dipendenti dalle emozioni: ad essere soggettivamente ritenuti più probabili saranno quegli eventi non obiettivamente più facili a verificarsi, ma più connotati emozionalmente e, di conseguenza, immaginati con maggior dettaglio.

 

Speranza, avidità e paura nei mercati

Ma la psicologia non è nuova a questo tipo di studi, il premio nobel Daniel Kahneman ha più di tutti evidenziato la necessità di integrazione fra psicologia ed economia sottolineando quanto i processi decisionali, anche riguardanti i mercati finanziari, avvengano in condizioni di rischio e di incertezza e siano di conseguenza inevitabilmente influenzati dalle emozioni. Secondo vari studi condotti sulla psicologia dei mercati fra le emozioni che maggiormente influenzerebbero gli investitori vi sarebbero: speranza, l’avidità e paura; queste motiverebbero, ad esempio, il perseverare in certi investimenti nell’illusione che prima o poi si inverta un tendenza negativa; investimenti affrettati per paura di rimaner tagliati fuori da occasioni di profitto (“lossing out fear”); il sottovalutare cattive notizie nell’ansia di non perdere opportunità di guadagno.

 

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Decisioni in condizioni di rischio e incertezza

L’investitore di successo dovrebbe quindi conoscere e riconoscere il ruolo svolto dalle emozioni sia nelle proprie decisioni che in quelle altrui per muoversi nei mercati in maniera consapevole cercando di non lasciarsi influenzare passivamente dalle contingenze. Ma perché le emozioni giocano un ruolo così importante nell’andamento dei mercati? Si tratta di meccanismi psicologici chiamati in causa quando si prendono decisioni in condizioni di rischio e di incertezza come illustra la famosa Teoria del Prospetto formulata dagli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky nel 1979. In tali condizioni le scelte degli investitori violerebbero frequentemente i principi economici della razionalità perché influenzate da due presupposti: il contesto in cui l’individuo si trova a operare una scelta (effetto contesto) e la motivazione ad evitare una perdita superiore a quella di realizzare un guadagno (avversione alle perdite).