Gratificazione e crisi finanziaria: l’impulsività gioca brutti scherzi?

Investimenti sbagliati, finanziamenti e mutui che non si sarà mai in grado di sostenere, debiti contratti pur di allinearsi ai pervasivi imperativi del consumo; siamo veramente ciò che compriamo? Molto dipende da noi e dal rapporto che abbiamo con i nostri desideri e la gratificazione: l’impulsività e l’incapacità di differirli nel tempo può portare più facilmente a comportamenti finanziariamente rischiosi, lo afferma un recente studio della Columbia e della Stanford University

Gratificazione e crisi finanziaria: l’impulsività gioca brutti scherzi?

Stephan Meier and Charles Sprenger, professori rispettivamente della Columbia e della Stanford University, in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Psychological Science evidenziano come’impulsività, l’impazienza e l’incapacità di posticipare la gratificazione siano più frequentemente associate ad investimenti sbagliati e a crisi finanziarie.

Vediamo insieme qual è il rapporto tra gratificazione e crisi.

 

Gratificazione e crisi finanziaria: meglio oggi che domani

Meier and Sprenger hanno reclutato 437 soggetti ai quali hanno chiesto di scegliere se preferissero ottenere una piccola somma di denaro nell’immediato (20$), oppure una maggiore in futuro (50$) posticipando così la propria gratificazione.

Diverse persone fra i partecipanti hanno affermato di preferire ottenere anche una piccola somma ma subito senza dover attendere un secondo momento.

 

Gratificazione e crisi finanziaria: dai marshmallows ai debiti

Questa ricerca riprende uno studio analogo svolto negli anni ’70 sulla capacità di un gruppo di bambini di differire la loro gratificazione (mangiare dei marshmallows) per poter ottenere alla fine una ricompensa ancora maggiore.

Dall’infanzia alla finanza il principio sembrerebbe essere analogo probabilmente anche perché, sostengono Meier e Sprenger, coloro che sono dettati da impulsività e scarsa dilazione della gratificazione, accumulano debiti e problemi finanziari tali che, per colmarli anche parzialmente, preferiscono ottenere un pagamento immediato, seppur minimo.

 

Gratificazione e crisi finanziaria: vivere di ciò che non si ha

Autori della crisi finanziaria sono forse allora persone che si comportano come bambini che non sanno resistere alle caramelle?

Le cose ovviamente dall’età del marshmallows a quella dei mutui subprime si fanno decisamente ben più complesse, certo è però che mai come nell’epoca attuale, dove la globalizzazione dei consumi regna sovrana, fasce sempre più ampie della popolazione sono portate ad indebitarsi non più per l’essenziale, ma per condurre e mantenere uno stile di vita imperante e condiviso dalla maggioranza ma che forse solo una minoranza potrebbe realmente permettersi.

 

Gratificazione e crisi finanziaria: la protesta impossibile

Osserva acutamente Umberto Galimberti come ai giorni nostri non funzionino più le manifestazioni di piazza perché, se negli anni ’70 queste erano sostenute da uno scontro di ideologie e valori contrapposti fra le generazioni e le classi sociali, oggi si è vittime di un grave paradosso: uno scontro dove le parti avverse condividono, in fin dei conti, gli stessi valori (o dovremmo dire dis-valori) culturali e sociali.

Non è solo questione di gratificazione, ma di carenza di punti di riferimento istituzionali e sociali, di una crisi di valori di cui si fatica ancora a comprendere la portata.

In ogni caso, dai romani che fanno ore di fila ai megastore per acquistare un iPhone scontato del 30%, agli americani vittime della logica dei mutui subprime, agli investimenti finanziari che hanno decretato il disastro dei sistemi bancari la logica è sempre quella: continuiamo a spendere soldi che non abbiamo e che, forse, non avremo neanche in futuro. Meglio allora differire la gratificazione? Nell’attesa si può sempre mangiare un marshmallow…

 

Pazienza, virtù dei forti… o merito della serotonina?

 

 

Immagine | By Smith609