Psicologia e sicurezza sul lavoro
Sono purtroppo sempre più numerosi gli episodi di cronaca che riportano incidenti e infortuni sul lavoro nonostante regolamenti e linee guida a livello non più solo locale ma europeo. Perché allora la semplice adesione alle “normative” non è sufficiente? Quanto conta la costruzione di una cultura della sicurezza? Psicologia e sicurezza sul lavoro sono connesse non tanto a livello del singolo ma dell’organizzazione a cui appartiene.
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Psicologia e sicurezza sul lavoro: basta un corso di formazione ai dipendenti? Un test per valutare il loro livello di stress? Troppo spesso le valutazioni stress lavoro correlato e l’adesione alle norme di sicurezza sul lavoro sono vissute dalle organizzazioni solo come adempimenti da svolgere o responsabilità a carico dei singoli lavoratori che poco coinvolgono i valori, gli obiettivi e le prassi perseguite dall’organizzazione nel suo insieme.
Psicologia e sicurezza sul lavoro: caccia al “mostro”?
Quello che accade speso in materia di sicurezza sul lavoro è una semplificazione a livello individuale perdendo di vista la cultura organizzativa come fenomeno complesso, organizzativo e multideterminato.
Esempi in tal senso sono la tragedia della Costa Concordia, lo scontro tra i due Frecciarossa avvenuto il 26 aprile a Roma, o il crollo dei palchi per i concerti di Laura Pausini e di Jovanotti di alcuni mesi fa: si è subito alla ricerca dell'unico colpevole (il capitano della nave, il macchinista …) ignorando il più ampio contesto organizzativo che lo ha prodotto e che è al contempo l'unico livello dal quale avrebbe senso partire per un'efficace intervento di psicologia e sicurezza sul lavoro.
Psicologia e sicurezza sul lavoro: individuo e organizzazione
Nessun individuo è avulso dal contesto soprattutto in ambito organizzativo. Non è il corso teorico sulla Psicologia e sicurezza sul lavoro, la norma imposta adempitivamente o i test somministrati meccanicamente ai dipendenti a garantire la sicurezza. Se quello che manca è una cultura della sicurezza in ambito organizzativo, non è questione di "corretta informazione", ma il fatto che occorra che il contesto nel suo insieme faccia propria una cultura della sicurezza sul lavoro come organizzatore del proprio assetto logistico. Non si può demandare l'osservanza delle norme sulla sicurezza ai singoli lavoratori e coordinare l'attività e la produttività ignorando le necessità e i vincoli che quelle stesse norme impongono.
Stiamo parlando dei turni dei piloti di volo, della programmazione delle consegne degli autotrasportatori, della spesa necessaria per dotare dell'attrezzatura e della formazione necessaria gli operai dei cantieri (spesso male informati prima che sulle norme di sicurezza sulla potenziale pericolosità dei macchinari che usano) per esempio.
Psicologia e sicurezza sul lavoro: una cultura della sicurezza
L'errore umano è soprattutto il "sintomo" (nel senso etimologico del termine) di un problema organizzativo, di prassi e consuetudini che lo hanno reso possibile (vedasi i consueti "inchini" delle navi da crociera).
Inutile affannarsi ad additare solo le mele marce, sprecheremo tempo e denaro senza accorgerci che è l'albero che sta morendo...
Fonte immagine: fotopedia.com