Percezione visiva e psicologia fra desiderio e realtà

Scambiare un estraneo per l’amico che si sta aspettando con ansia, rileggere più volte un documento scritto di proprio pugno senza notare errori di ortografia o refusi obiettivamente evidenti, avere difficoltà ad individuare le informazioni desiderate da un sito internet perché disposte in modo insolito o poco evidente… Percezione visiva e psicologia sono strettamente legate in base a fattori di personalità, aspettative e motivazioni di chi guarda

Percezione visiva e psicologia fra desiderio e realtà

Secondo la corrente psicologica del New Look la percezione visiva sarebbe un attività complessa e multideterminata guidata in gran parte da processi di natura inferenziale: oltre alle caratteristiche fisiche e fattuali degli stimoli reali sarebbero in gioco anche aspettative, motivazioni e fattori inconsci di personalità responsabili di un’interpretazione non univoca e spesso parziale di ciò che crediamo di vedere. Ma vediamo meglio il rapporto tra percezione visiva e psicologia.

 

Percezione visiva e psicologia: il New Look

Il movimento psicologico del New Look, che ha in Jerome Bruner, Neisser e Witkin alcuni dei maggiori esponenti, ha studiato il rapporto fra percezione visiva e psicologia evidenziando l’influenza sulla percezione di fattori inconsci di natura emozionale, motivazionale e sociale.

Soprattutto in casi in cui si è davanti a stimoli di natura ambigua e non chiaramente definita o ci si trova in uno stato di forte attivazione emozionale (ansia, preoccupazione, gioia, stupore ecc…) la nostra percezione sarebbe in gran parte influenzata e direzionata di nostri schemi mentali, le nostre aspettative e le nostre ipotesi interpretative sul mondo (Gabrillea Gabrettoni e Massimo Miglioretti, Processi cognitivi e personalità, 2002).

La psicologia del soggetto, cioè, avrebbe un ruolo altrettanto se non più importante delle mere caratteristiche fisiche e fattuali dello stimolo visivo.

 

Percezione visiva e psicologia: i falsi riconsocimenti

Alcuni esempi del legame fra percezione visiva e psicologia sono quelli dei falsi riconoscimenti e dei comuni problemi che spesso si riscontrano nell’usabilità dei siti web.

A chi non è successo di pensare intensamente ad una persona (un ex-fidanzato magari…) e di illudersi erroneamente di riconoscerla in quelli che ad un esame più attento si rivelano dei perfetti estranei?

Non sono le nostre capacità fisiologiche e né la nostra intelligenza a giocare brutti scherzi in simili errori percettivi, bensì lo stato emotivo del momento che sovrasta la nostra capacità di giudizio là dove aspettative o desideri sembrano sovrapporsi curiosamente agli oggetti reali.

 

Percezione visiva e psicologia: l’usabilità dei siti web

Un altro esempio è quello dei siti web, specie quando non progettati secondo precisi criteri di usabilità, può essere quello della propria banca o della propria università ad esempio, magari già in passato fonte di disservizi e problemi, e a cui possiamo accedere con l’ansia di vedere se ci è stato fatto un pagamento o di consultare i risultati di un esame: le informazioni che cerchiamo sono a nostra disposizione ma spesso non riusciamo ad individuarle con chiarezza perché guidati più dalle nostre aspettative (il sito potrebbe essere inefficiente o incompleto) e dal nostro stato emotivo (l’ansia) che dal dato reale.

Molti studi confermano questo rapporto costruttivista fra percezione e psicologia: la realtà, così come la “vediamo”, non è oggettiva e univocamente data ai nostri sensi, ma oggetto di attiva costruzione e interpretazione da parte dei processi percettivi e degli schemi mentali cui facciamo riferimento per assegnare un significato a ciò che vediamo.

 

Guardare negli occhi: che effetto fa?

 

 

Immagine | gagilas