Il legame tra musica ed emozioni nel cinema
Che legame c’è tra musica ed emozioni? Come fa la musica a suscitare emozioni in chi ascolta e ad influenzare il nostro stato d’animo? Come influenza il nostro umore e la percezione emotiva che abbiamo di quello che vediamo? La musica nel cinema è impiegata proprio con lo scopo di connotare emotivamente la narrazione filmica contribuendo alla costruzione di senso e arricchendo di significati le immagini del film.
Se ascoltate la celebre Take my breath away cosa vedete? Un allora giovanissimo Tom Cruise che veste i panni di un avvenente aviatore della marina e le immagini della sua storia d’amore con Kelly McGillis…
Il brano, composto per il film Top Gun (Tony Scott, 1986) da Giorgio Moroder e Tom Whitlock, vincitore dell’Oscar e del Golden Globe nel 1987, è emblema di come in alcuni casi la colonna sonora riesca diventare più famosa dello stesso film per il quale è stata prodotta. L’applicazione della musica alla narrazione filmica rappresenta un esempio illuminante del legame che esiste tra musica ed emozioni e di come su di esso si fondi un interscambio fra musica e immagini che arricchisce la narrazione audiovisiva.
Ascoltare musica suscita emozioni
L’ascolto della musica, sia essa applicata o meno ad un testo narrativo, suscita emozioni e influenza i nostri stati d’animo connotando affettivamente la situazione che stiamo vivendo. Questo sia che si tratti di un ascolto deliberato e consapevole di un brano musicale, sia che la musica costituisca un “sottofondo” apparentemente secondario a quanto stiamo facendo, sia che venga applicata a determinate forme d’arte come il balletto, il teatro o il cinema. Il legame fra musica ed emozioni è infatti noto e sfruttato consapevolmente a fini pubblicitari e di marketing per creare contesti o messaggi d’acquisto piacevoli e invitanti, ma nella sua applicazione ad un testo filmico esprime le sua potenzialità più interessanti.
Il sincretismo tra musica e immagini
Un testo filmico, come osserva Luca Villari, può essere definito un testo “sincretico” in quanto nel film musica ed emozioni sono reciprocamente legate ed interconnesse nella costruzione di senso della narrazione stessa: la colonna sonora che ascoltiamo – come nell’esempio citato all’inizio - rimanda direttamente alle immagini visive a cui è associata contribuendo in modo diretto a connotare emozionalmente la narrazione filmica. Questo conferisce, come afferma Cristina Cano (La musica nel cinema, Gremese, 2002), un maggior potere narrativo ed evocativo alle immagini stesse amplificando la loro capacità di suscitare emozioni (concordanti o contrastanti) nello spettatore. Nello stesso tempo, grazie a questo sincretismo, la musica stessa, applicata al film, acquisisce un potere comunicativo che può avvalersi anche dell’elemento visivo di cui la musica per sua natura è priva.
Il nostro cervello risuona con la musica
Diverse sono le teorie proposte per spiegare il legame fra musica ed emozioni e i presupposti della sua applicazione alla narrazione filmica. Quello che è oggi noto dalle ricerche neurologiche è come il nostro cervello sia naturalmente predisposto a “risuonare” con la musica “intonando” la velocità delle scariche elettriche neuronali con la frequenza delle onde sonore e attivando le aree cerebrali legate al piacere, alle emozioni e al movimento (Levitin, D.J., Fatti di musica. La scienza di un'ossessione umana, Brossura, 2008). In altre parole, il legame fra musica ed emozioni sembra legato al nostro modo di percepire le informazioni sonore: quando ascoltiamo musica, è in qualche modo “naturale” provare piacere, emozionarci e muoverci al ritmo di ciò che ascoltiamo.
Musica, emozioni e pensiero narrativo
In conclusione, il legame fra musica ed emozioni, e lo osserviamo molto bene nella musica da film, è fondamentale perché le percezioni musicali e le sollecitazioni emotive che ne derivano si integrano con le immagini contribuendo direttamente alla costruzione di senso che facciamo di quando osserviamo. Se, come afferma lo psicoanalista cileno Matte Blanco, “l’emozione è la matrice del pensiero” (L’inconscio come insiemi infiniti, Einaudi, 1981), e, come osserva Jerome Bruner, la narrazione è una vera e propria modalità cognitiva tramite la quale gli individui conoscono il mondo ed elaborano la propria esperienza (Ammaniti, M., & Stern, D.N., Rappresentazioni e narrazioni Laterza, 1991), possiamo concluderne quanto la musica, lungi dall’essere un corollario accessorio o un piacevole “sottofondo”, rappresenti invece un elemento fondante la nostra capacità di emozionarci e conferire senso a quanto osserviamo.
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