Gioia e felicità una pratica quotidiana
Nel film di animazione Inside Out la gioia è il personaggio di punta che, quando scompare, fa sentire enormemente la sua mancanza. Eppure sembra tanto difficile riuscire a coltivare quotidianamente questa emozione positiva. Perché?
La gioia è una delle emozioni primarie, cioè una reazione alla realtà che ci circonda che ci accompagna fin dalla nascita regalandoci una sensazione piacevole.
Essendo un’emozione, la natura della sua durata è circoscritta all’evento scatenante, cioè dura poco.
Vediamo qualcosa di piacevole e proviamo gioia. Raramente proviamo un’emozione sola, più frequentemente si agitano in noi più reazioni combinate tra loro.
Alla gioia possiamo associare altre emozioni positive come entusiasmo (che ci sprona all’azione), orgoglio (per essere giunti ad un traguardo) o speranza (che ci apre al futuro).
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Gioia e felicità
Se la gioia è per sua natura limitata e impalpabile il suo corrispettivo più longevo è la sensazione della felicità: uno stato di piacevolezza che perdura.
Eppure sembra così difficile riconoscere questa positività, cosa va storto? Da un lato ci può essere la difficoltà a gioire del momento, a riconoscere ciò che di bello ci circonda, spesso a causa dell’eccessiva fretta.
Dall’altra parte, ciò che di piacevole permea la nostra vita con il tempo viene dato per scontato e la nostra mente inizia a divagare e a cercare ciò che non ci soddisfa pienamente o ciò che gli altri hanno e non abbiamo.
Recuperare la gioia
Come fare a recuperare la gioia quotidiana? Il primo passo è sicuramente quello di dare il giusto peso alle piccole esperienze quotidiane, nel senso di riscoprire e assaporare la gioia del piccolo evento perché sono quelli che incontriamo nelle nostre giornate “normali”.
La pratica della Mindfulness in questo ci può aiutare: gli esercizi di consapevolezza consentono di focalizzare l’attenzione sul qui e ora e di prestarvi attenzione senza essere continuamente turbati da ciò che dovrebbe, potrebbe succedere nel prossimo futuro.
L’ostacolo all’accostarsi agli esercizi di mindfulness o allo stesso riconoscimento dei piccoli piaceri deriva proprio da noi stessi e dalla tendenza a sminuire l’effetto del quotidiano.
Uno studio condotto da Zhang e collaboratori nel 2014 ha misurato la percezione di tale aspettativa. A 135 studenti è stato chiesto di creare una capsula del tempo contenente brani musicali e oggetti che avrebbero riaperto alcuni mesi dopo.
Al termine hanno compilato uno strumento per valutare la loro previsione di gioia al momento della riapertura; i risultati hanno mostrato una significativa sottostima della loro gioia.
Questo risultato mi porta ad una riflessione: se penso che un’azione mi causerà poca gioia, allora la motivazione all’azione sarà bassa e ciò può diminuire il numero di “eventi gioiosi” a cui partecipare.
Insomma, se vuoi essere felice nel quotidiano comincia ad aspettartelo e riscoprirai tanti piccoli momenti di gioia sopiti.
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