Facebook e l’identità: se non sei iscritto, non esisti

Facebook e l’identità: trovare qualcuno che non abbia un profilo è impresa ardua. Tuttavia il rischio di omologazione rimane alto, nonostante la spinta di ciascun utente a riaffermare in rete la propria originalità. Vediamo come può succedere di fare il salto da persona a personaggio

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©Piotr Adamowicz / 123rf.com

Facebook e il concetto d’identità: due termini che per molti coincidono alla perfezione. D’altra parte come fare ad aprire un profilo Facebook senza rivelare la propria identità? Certo, qualcuno che si camuffa dietro pseudonimo c’è, così come esistono spiacevoli casi di furto d’identità, ma per il grosso degli utenti è assolutamente impensabile iscriversi sotto falso nome. Come fare altrimenti per farsi rintracciare? E come riuscire a farsi riconoscere tutte le volte che si inoltra una richiesta d’amicizia? Insomma, detta così sembra proprio che il tema connesso a Facebook e l’identità non abbia proprio ragione di esistere. E in effetti basta una rapida carrellata dei profili Facebook per accorgersi subito che attraverso la pubblicazione di foto, video musicali e commenti, ciascun utente non fa che “disegnare” consapevolmente, o inconsapevolmente, un’immagine di sé che punta a distinguersi da tutte quante le altre presenti sul social network. Ma è davvero così? O piuttosto non si tratta di assomigliare al resto delle persone già iscritte?

 

Facebook e l’identità: Il profilo come contenitore di dati

Non è solo un fatto di amicizie, per quanto si dica che i social network servano innanzitutto a questo: farsene di nuove e mantenere i contatti con chi già si conosce. La verità è che ci si iscrive anche per gridare agli altri “Ci sono anch’io!”, insomma per ribadire la propria presenza su questo mondo (e chi lo avrebbe detto che dietro al semplice gesto di aprire una pagina Facebook potesse mai celarsi tale profondità esistenziale!). Come a dire che se non hai un profilo, allora è lecito pensare che non esisti neanche nella realtà. La pagina di Facebook, però, non è altro che un layout preimpostato - per quanto sia adesso possibile ricorrere ad alcuni programmi per la sua personalizzazione -, un aspetto questo che difficilmente fa andare d’accordo Facebook con il concetto d’identità, il quale, per definizione, rifugge da schemi e tentativi di omologazione, mentre si adatta bene al significato del termine impronta, nel senso di tratto unico e originale che appartiene ad un uomo soltanto. Un esempio esplicativo di questo rigido “inscatolamento” è proprio la sagoma bianca su sfondo azzurro che non aspetta altro che di accogliere una nostra fotografia: una costruzione in serie delle identità che, alla fine, rischiano di non essere più identità.

 

Facebook e l’identità: persone o personaggi?

La questione di fondo intorno al tema di Facebook e l’identità sta tutta nel chiedersi se non ci sia il pericolo di diventare tante figurine. “La macchiettizzazione”, ovvero il salto da persona a personaggio, spesso avviene in modo del tutto inconsapevole e, cosa ancora più importante, a opera dei diretti interessati. Come chi, prendendosi troppo sul serio, si ritrae in pose da duro e fa sfoggio di una muscolatura da palestrato senza accorgersi di rassomigliare molto di più al vecchio cartone di braccio di ferro che non al sex-symbol del momento! Lo stesso per chi posta insistentemente i video del suo cantante preferito o della squadra del cuore (in fondo ossessioni anche queste). Si può allora dire che con Facebook, paradossalmente, se da un lato ci uniformiamo, dall’altro portiamo allo scoperto i nostri lati più nascosti: quelli che attengono al mondo delle passioni e, perché no, delle nostre manie. 

 

Fonte immagine: Alessio85