Perfezionismo e fobia sociale: il meglio è nemico del bene
Studi recenti hanno esaminato il legame tra fobia sociale, perfezionismo e disregolazione affettiva evidenziando come l’ansia sociale non sia semplicemente un “sintomo” ma sia legata a determinati tratti e modalità di funzionamento della personalità.
Diversi studi di stampo cognitivista hanno evidenziato empiricamente il legame tra fobia sociale e determinati tratti di personalità come il perfezionismo e una difficoltà a gestire e vivere le emozioni che viene definita disregolazione emotiva.
Questi fattori sembrano sostenere determinati meccanismi cognitivi implicati nella fobia sociale come la ruminazione mentale e rendere ragione delle modalità con le quali queste persone sperimentano vissuti di ansia e depressione.
Il legame tra perfezionismo e fobia sociale
Lo studio in questione muove da una pregressa letteratura che ha evidenziato i meccanismi cognitivi che sostengono quel fenomeno che clinicamente viene definito come fobia sociale e che viene esperito dalle persone che la sperimentano come un’ansia irragionevole ma fortemente limitante che fa loro evitare determinate situazioni sociali per paura del giudizio altrui o di trovarsi in forte imbarazzo davanti agli altri.
La fobia sociale, per chi la sperimenta, può riguardare una determinata gamma di situazioni sociali specifiche od essere più generalizzata in un modo sovrapponibile ad un quadro di personalità evitante (Gabbard, G., 2007, Psichiatria Psicodinamica, Cortina).
A prescindere, tuttavia, dalla gravità e dalla modalità con cui i “sintomi” della fobia sociale possono essere esperiti dalle persone che li vivono, essa – come qualunque altra fenomenologia della nostra psiche - poggia sempre sul più generale funzionamento dell’intera personalità (il perfezionismo stesso è un tratto di personalità).
Questo non vuol dire che chi soffre di una fobia sociale o di una qualunque altra manifestazione clinica abbia necessariamente un disturbo di personalità, ma che, più propriamente, sono le modalità generali attraverso le quali la personalità di un individuo funziona e si adatta al mondo che rendono ragione del tipo, modalità e caratteristiche di eventuali quadri “sintomatologici” esperiti.
Questi, come la fobia sociale, possono causare molta sofferenza e risultare molto invalidanti nella vita sociale e lavorativa anche in coloro che hanno un buon livello di funzionamento di personalità.
Quali sono le cause della fobia sociale?
Perfezionismo e disregolazione emotiva
Gli studi in questione sembrano soprattutto mossi dalla finalità di rilevare fattori diretti, indiretti e di mediazione implicati nel mantenimento del disturbo della fobia sociale per poterne rilevare una modellizzazione generale di funzionamento cognitivo e emotivo utile a programmare interventi in un’ottica cognitivo-comportamentale.
Al di là di questo aspetto degli studi in questione, che si rivelano in tal senso molto complessi, è interessante comunque soffermarsi su alcuni elementi che, a livello più generale, si accordano anche con altri modelli psicologici della mente come quello psicosomatico e psicodinamico.
In particolare ci interessano due elementi: il perfezionismo e la disregolazione emotiva.
Essere perfetti o non essere?
Chi sperimenta una forte ansia sociale che, in alcune o in tutte le situazioni sociali, può sfociare in una vera e propria fobia, vive una costante paura di far brutte figure e di essere giudicato negativamente dagli altri associando a questo, e ad un’autostima conseguentemente fragile, vissuti depressivi e svalutanti verso sé stesso.
Questa constante paura di non essere mai all’altezza poggia su un’elevata dose di perfezionismo nella misura in cui solo la garanzia, peraltro impossibile da ottenere, di essere al “top” permetterebbe di vivere al di fuori dalla possibilità di avere difetti, insicurezze e di commettere errori.
Per chi soffre di fobia sociale infatti le proprie vulnerabilità sono oggetto di forte svalutazione e autocritica alimentando pensieri e vissuti di tipo depressivo che finiscono per racchiudere la mente in una spirale senza uscita: o si ha la garanzia di essere perfetti oppure non si sarà mai all’altezza di ciò che si vive.
Fobia sociale e disregolazione affettiva
Questa strettoia della mente che, direbbero i cognitivisti, fa commettere continui errori di attribuzione fra ciò che si è (attribuzione globale) e ciò che si fa (attribuzione specifica) non ha il solo effetto di sostenere la sintomatologia ansiosa della fobia sociale.
Il fatto che venga confermato empiricamente che le persone che soffrono di una fobia o comunque di una forte ansia sociale risultano avere anche difficoltà nella regolazione delle emozioni è interessante.
Da molti anni ormai la moderna psicologia psicosomatica, che poggia sui costrutti di alessitimia e di regolazione affettiva (Taylor G., Bagby M. e Parker, 1997, I Disturbi della regolazione affettiva. Fioriti Editore) ha reinterpretato moltissimi disturbi e disagi psicologici alla luce proprio della difficoltà a riconoscere, comunicare e gestire le emozioni.
La fobia sociale, sostenuta da elevati tratti di perfezionismo e da un meccanismo cognitivo del tipo “tutto o nulla” ha l’effetto di sequestrare tutte le energie della persona rispetto all’evitamento delle situazioni temute e ai soli vissuti di ansia e della vergogna che si teme di sperimentare.
Come avviene in altre fobie è l’ansia – la fobia è semplicemente un modo per gestirla e prenderne le distanze – ad essere al centro del problema rivelando un’emotività potenzialmente travolgente e catastrofica che si ha difficoltà a gestire.
Tutti i disturbi d’ansia, e le modalità di funzionamento ansioso della personalità, possono essere reinterpretati alla luce di questa difficoltà a vivere le emozioni e ad usarle come base per il pensiero e la motivazione.
Chi si sente in trappola a causa di un disturbo fobico, come anche una fobia sociale, vive una vita spesso povera non soltanto per le situazioni temute che è costretto a evitare, ma per le emozioni e gli affetti che non si dà occasione di vivere.
Vivere l’intera gamma delle emozioni
Il perfezionismo nella fobia sociale rappresenta spesso un’illusoria ancora di salvezza per sostenere e ripristinare un’autostima purtroppo fragile.
Un percorso psicologico di cambiamento richiede lo sviluppo di una più funzionale competenza a vivere e ad utilizzare l’intera gamma delle emozioni reintegrando quegli aspetti vulnerabili della propria personalità che ci rendono umani, ci permettono di migliorare e di crescere e possono rivelarsi fonte di creatività, empatia e contatto profondo con sé stessi e con gli altri.
Scriveva Carl Gustav Jung: “chi evita l’errore elude la vita”.
Cosa si nasconde dietro al perfezionismo?
Per approfondire:
> La terapia cognitivo comportamentale