Giornata mondiale dell’alimentazione: i dilemmi del consumatore 2.0
Il 16 Ottobre ricorre la Giornata mondiale dell’alimentazione, al centro il tema dei cambiamenti climatici e dei loro effetti sull’agricoltura e il cibo a disposizione per le popolazioni del Pianeta.
“Il clima sta cambiando. Il cibo e l’agricoltura anche”, questo il messaggio al centro della Giornata mondiale dell’alimentazione 2016 che ricorre il 16 Ottobre, come ogni anno,
Un’occasione per riflettere su come i cambiamenti climatici e lo sfruttamento delle risorse del Pianeta stanno influendo sul cibo che mangiamo e che… mangeremo!
Sicuri che per noi, esseri umani del terzo millennio, sia così facile scegliere cosa mangiare?
Cerchiamo di riflettere su questo anche con l’aiuto di un libro più che pertinente sull’argomento: Il dilemma dell’onnivoro di Michael Pollan (Adelphi, 2008).
Giornata mondiale dell’alimentazione: il cibo che diamo per scontato
Entriamo al supermercato, ci dirigiamo con passo noncurante verso gli scaffali e mettiamo nel carrello confezioni più o meno consuete di quello che, nell’era postmoderna in cui viviamo, viene considerato “cibo”.
Non ci interroghiamo solitamente né sul processo produttivo che sta a monte, né sulle conseguenze che i nostri consumi alimentari avranno sul nostro benessere e su quello del Pianeta, le questioni al centro della Giornata mondiale dell'alimentazione 2016.
L’alimentazione rappresenta per noi, esseri umani 2.0, un meccanismo quasi automatico, siamo abituati a dare per scontato quello che mettiamo nel piatto e a considerare inesauribili e senza tempo le risorse a nostra disposizione. Ma è proprio così?
Giornata mondiale dell’alimentazione: un’eccezione postmoderna
In realtà quella in cui viviamo non è affatto la situazione più ovvia e consueta che la natura umana abbia conosciuto sul pianeta Terra, anzi viviamo in un’epoca che, dal punto di vista dell’alimentazione, si può dire rappresenti un’eccezione senza precedenti, almeno per quel che concerne il mondo occidentale.
Da questo punto di vista, infatti, mai in precedenza l’essere umano si era trovato a vivere in presenza di una tale abbondanza di cibo, sia come varietà che come quantità connessa ad un’estrema facilità nel procurarlo, sia per i processi industriali, che rendono i cibi già pronti per essere consumati, sia per il relativo basso costo a cui è possibile, in occidente, reperire alimenti dall’elevato potere calorico.
Niente di più diverso, dunque, da ciò che vivevano già i nostri bisnonni alcuni decenni fa dove far fronte alla possibile mancanza di cibo era all’ordine del giorno e dove ogni pietanza necessitava di un tempo per essere preparata senza che nessun processo industriale l’avesse già resa immediatamente appetibile al nostro palato.
Cambiare alimentazione, più facile a dirsi che a farsi
Giornata mondiale dell’alimentazione: cibo “buono” e “cattivo”
Siamo quindi abituati a dare il cibo per scontato almeno per quanto riguarda l’abbondanza e facilità con cui reperirlo.
Questa estrema varietà di alimenti a nostra disposizione ha creato tuttavia una vera e propria “babele alimentare”: cucina vegana, cucina etnica, carne si/carne no, gluten free, cibo biologico, cibi che rivendicano le tradizioni gastronomiche locali e chi più ne ha più ne metta. Siamo costantemente oggetto di raccomandazioni, inviti e consigli riguardo all’alimentazione: cosa mangiare, quali cibi evitare a seconda delle mode del momento (ricorderete l’esilarante ostracismo a cui andò incontro la carne rossa per alcuni mesi!).
Tutto questo rende noi, esseri umani 2.0, dei consumatori alle prese con un dilemma di non sempre facile soluzione, quello che Michael Pollan ha definito, nel suo omonimo libro, il “dilemma dell’onnivoro”: di fronte ad una tale eterogeneità di offerte alimentari e di informazioni/controinformazioni sull’alimentazione è diventato paradossalmente molto difficile scegliere cosa mangiare, individuare dei criteri a cui far riferimento per definire quale sia il cibo “buono” e quale quello eventualmente “cattivo” o “pericoloso”.
Giornata mondiale dell’alimentazione: diventare consumatori consapevoli.
Questo sistema alimentare postmoderno in cui sembra valere tutto e il contrario di tutto è figlio di un’industria alimentare che, per rendere disponibili grandi quantità di cibo a basso costo, sfrutta processi produttivi che erodono le risorse del Pianeta rendendo, di fatto, a costo tutt’altro che “zero” quello che acquistiamo come prodotto finale.
Lo spiega magistralmente Michael Pollan nelle pagine in cui ripercorre con il lettore l’incredibile storia della produzione e destinazione d’uso del mais nell’industria alimentare americana.
La Giornata mondiale dell’alimentazione ci rammenta come i cambiamenti stiano già modificando le premesse su cui si basa il nostro sistema alimentare. Come risolveremo il nostro “dilemma dell’onnivoro”? Forse troveremo qualche risposta fra le pagine di un libro diventando consumatori più consapevoli?
Senz’altro, come scrive Carlo Petrini, “il libro di Pollan ha il merito di svelarci chi siamo diventati (…) se siamo davvero ciò che mangiamo, è quanto mai necessario apportare qualche correzione urgente alle nostre diete e a come facciamo la spesa”.
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