Elettrodi per la cura della Sindrome di Tourette
La sindrome di Tourette è una patologia neurologica caratterizzata da numerosi tic di varia intensità. Spesso regredisce con l'età, ma per coloro che non succede è prevista una terapia farmacologica che agisce sulla dopamina in eccesso. Oggi è in sperimentazione un intervento chirurgico con cui impiantare degli elettrodi nel talamo in grado di bloccare le scariche neurali incontrollate.
La Sindrome di Gilles de la Tourette (semplicemente detta Sindrome di Tourette) prende il nome dal neurologo francese che per primo ne descrisse le caratteristiche nel 1885. Si tratta di una patologia neurologica i cui sintomi più caratteristici sono tic multipli e complessi, scarsa coordinazione motoria e vocalizzazioni involontarie. Le cure possono essere molteplici, ma oggi spesso si usano degli elettrodi impiantati nel cervello. Vediamone le caratteristiche per capire il perchè di questa scelta.
Eziologia della sindrome di Tourette
L'esordio della Sindrome di Tourette spesso si registra durante l'infanzia (ingresso alla scuola primaria) e mai dopo i 21 anni. Inizialmente i tic sono concentrati sugli occhi e sono minimi, per cui è facile sottovalutarli. Con il tempo questi movimenti involontari coinvolgono più zone del corpo e la loro intensità aumenta e si aggiungono ecolalia e verbalizzazioni. I tic si manifestano seguendo cicli di 6 - 10 settimane e raggiungono il picco durante l'adolescenza; spesso si associa ad un disturbo ossessivo compulsivo. Raggiunta l'età adulta due pazienti si tre manifestano una regressione spontanea, ma per i restanti sono evidenti i problemi a livello sociale.
Le cause della sindrome di Tourette
Le cause della sindrome di Tourette non sono ancora del tutto comprese. Sembra certa una componente ereditaria anche se non è l'unica. Alcuni studi hanno messo in luce una malfunzionamento di alcune zone del cervello che gestiscono la produzione/distribuzione di sostanze chimiche quali la serotonina e la dopamina che aiutano le cellule nervose a "comunicare tra di loro".
Le cure per la sindrome di Tourette: dai medicinali agli elettrodi
Date le evidenze circa il ruolo di questi due neurotrasmettitori le prime cure della sindrome di Tourette prevedevano un largo impiego di farmaci per ridurre il il livello di dopamina, cui si aggiungevano psicofarmaci che aiutassero a contenere i sintomi. Lo scopo è quello di "attaccare" la patologia a livello neurologico e comportamentale, per questo a volte vi si associa anche un intervento educativo.
Quando la patologia è altamente invalidante e soprattutto quando non scompare dopo i 21 anni, è possibile intervenire chirurgicamente: la neurostimolazione cerebrale profonda o DBS con cui si impiantano degli elettrodi nel talamo. Lo scopo è quello di inviare impulsi non dolorosi che evitano la scarica neuronale eccessiva che genera i tic. In Italia questo intervento è usato nei parkinsoniani sin dagli anni 90, mentre è di recente introduzione della cura della sindrome di Tourette. Sono ancora pochi coloro che l'hanno sperimentata sebbene i miglioramenti siano netti per il 60% degli operati.
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