Il disturbo di conversione
Il disturbo di conversione è una patologia di natura psicosomatica che si esprime attraverso sintomi a carico della sfera motoria e sensitiva. La patologia compare e si aggrava in concomitanza a periodi di stress e spesso viene usata dai pazienti per ritirarsi dal mondo e dalle responsabilità sgradite.
Il disturbo di conversione è una di quelle patologie che sono diagnosticate con difficoltà e che fino a poco tempo fa venivano scambiate per una menzogna. La principale caratteristica è data dalla presenza di sintomi di natura neurologica (sfera sensitiva e motoria) che non sono ricollegabili ad alcuna causa fisica. La loro comparsa spesso è concomitante ad un evento stressante (anche il loro peggioramento) e questo ha permesso di metterne in luce la natura psicologica.
Come diagnosticare il disturbo di conversione?
Parlando di disturbo di conversione bisogna evidenziare la sua natura complessa e psicosomatica che ne rende difficoltosa la diagnosi. Ecco alcune indicazioni utili a riconoscere il disturbo di conversione:
- comparsa di sintomi o deficit di natura pseudo neurologica a carico delle funzioni motorie e/o sensitive
- presenza di un evento stressante immediatamente precedente la comparsa dei sintomi
- i sintomi non sono riconducibili ad una condizione medica e non sono frutto di simulazione
- la patologia causa delle difficoltà reali nella vita sociale, lavorativa e personale del paziente
- il disturbo di conversione non può essere diagnosticato qualora esista solo una sintomatologia dolorosa e/o sussistano altri disturbi mentali o relativi alla somatizzazione.
I sintomi del disturbo di conversione
I sintomi a carico del disturbo di conversione sono anche chiamati pseudoneurologici in quanto lasciano erroneamente pensare ad una patologia neurale. I sintomi sono di due tipi: motori (alterazione dell'equilibrio e delle capacità di coordinamento, nodo alla gola, episodi di paralisi, ecc.) e sensitivi (convulsioni, allucinazioni, sordità, cecità e perdita della sensibilità tattile). La natura di questa patologia è psicologica e nello specifico rientra tra i disturbi psicosomatici. I sintomi sono la rappresentazione/soluzione di un conflitto interno che attraverso queste manifestazioni riesce a gestire l'ansia.
I benefici secondari del disturbo di conversione
Molti soggetti traggono dei benefici secondari dalla malattia e usano i sintomi per ritrarsi da impegni e responsabilità, giustificandosi con una salute precaria. Spesso in questi soggetti si osserva uno stato, definito da Freud e Charcot, di Belle indifference, cioè di noncuranza verso sintomi che agli altri sono presentati di grave natura. Frequentemente si associano disturbi associativi, depressivi, di personalità e il disturbo istrionico.
Immagine | Elena Botoeva