Consigli per superare l'ansia della crisi economica
Con la fine dell’anno, un po’ tutti siamo portati a tirare le somme rispetto agli obiettivi personali raggiunti. Tra questi obiettivi, il lavoro occupa sicuramente, all’interno della vita di ogni persona, un posto molto importante. Con la crisi economica che stiamo attraversando, però, capita frequentemente che sentirsi affermati da un punto di vista professionale risulti sempre più difficile. Il timore di perdere il lavoro, l’ansia di non riuscire a trovare un’occupazione stabile, il pensiero di non essere in grado di pagare le numerose tasse ecc... sono queste alcune delle preoccupazioni che accompagnano gli italiani verso la fine del 2012. Come ridurre il più possibile lo stress generato dalla crisi economica?
Il lavoro e l’identità dell’uomo
Il lavoro è ciò che consente alla persona di esprimere le proprie inclinazioni, permette di vedere realizzate concretamente le proprie idee, di ritrovare un riscontro nella società e, inoltre, rinforza l’autostima della persona. La dimensione lavorativa, pertanto, appare profondamente radicata nell’identità di ogni soggetto e non avere la possibilità di potersi affermare in tal senso può provocare conseguenze negative sul proprio equilibrio e sul proprio benessere. Non sorprende, dunque, che parlare di crisi del lavoro equivalga, spesso, a parlare di crisi di identità.
Le conseguenze della crisi sul benessere psicologico
La condizione perenne di precarietà dei contratti di lavoro, i licenziamenti improvvisi, i continui ed estenuanti colloqui di selezione che terminano spesso con esiti negativi, il peso di dover gestire una famiglia senza solide certezze economiche o il dover procrastinare il progetto di diventare genitori possono avere delle conseguenze ben precise sul proprio benessere psico-fisico. Più precisamente le condizioni di disagio che possono manifestarsi all’interno dell’attuale situazione socio-economica, possono essere:
- Condizioni di stress: vivere una delle situazioni precedentemente illustrate può portare a manifestazioni fisiche quali: emicrania, tachicardia, affaticamento, sensazione di pesantezza del corpo e della muscolatura, disturbi del sonno, abbassamento delle difese del sistema immunitario, crampi, sensazione di debolezza, mancanza di energia. Il generale stato di malessere sperimentato è indice del fatto che l’organismo, avendo percepito una situazione di allarme o potenzialmente pericolosa (nel caso in questione, ad esempio, un imminente licenziamento, lo stato di disoccupazione), attiva tutta una serie di risposte psico-fisiologiche finalizzate ad affrontare la situazione, ma non riuscendo a trovare una “soluzione”, il corpo entra nella cosiddetta fase di “esaurimento”, che se non gestita bene, rischia di trasformarsi in una condizione di stress cronico.
- Ansia e attacchi di panico: la percezione di una situazione di precarietà, oltre che sfociare in condizioni di stress, può manifestarsi attraverso vere e proprie “esplosioni” di attacchi di panico o ansia generalizzata. L’attacco di panico corrisponde ad un momento di improvvisa e intensa paura associata a una vivida sensazione di morire o di impazzire e di non essere in grado di controllare il proprio corpo; a questo si associa, in generale, una sensazione di imminente catastrofe. I sintomi più comuni che si presentano nel corso della crisi di panico sono: respiro affannoso palpitazioni, vertigini o giramenti di testa, sensazione di soffocamento o mancanza d'aria, sentirsi svenire, sudorazione, formicolii alle mani o ai piedi, ecc... In altri soggetti, la sensazione di instabilità, più che provocare attacchi di panico, può suscitare una costante sensazione di ansia e preoccupazione, la sensazione di essere sempre in un continuo stato di agitazione, che qualcosa di brutto possa accadere a se stessi o ai propri cari.
- Stati depressivi, alterazioni del tono dell’umore: la condizione di crisi lavorativa ed economica, rappresenta un vero e proprio attentato alla progettualità dell’uomo e alla sua ricerca di una costante sensazione di equilibrio. E’ innata, infatti, nell’essere umano la tendenza a ricercare condizioni di stabilità e certezza; nel momento in cui si presentano delle costanti situazioni di precarietà, la sensazione di essere perennemente in balìa degli eventi, insieme all’incapacità di potere raggiungere i propri obiettivi a medio e lungo termine, può condurre verso condizioni depressive o alterazioni del tono dell’umore (tristezza perenne, sensi di colpa, mancanza di energie, disturbi del sonno e alterazione dell’appetito, visione pessimistica della vita, pensieri suicidari ecc...)
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Consigli
I mass media e la profezia che si autoavvera
Riviste, telegiornali e mass media in generale non fanno che altro “bombardarci” letteralmente di notizie sulla crisi economica e sui livelli sempre più alti di disoccupazione. Notizie di questa portata esercitano inevitabilmente un impatto negativo sui nostri pensieri e sulle nostre credenze, andando ad alimentare un circolo vizioso di ansia e preoccupazione.
Cosa accade quando la paura e la preoccupazione prendono il sopravvento nella nostra mente?
Nell’esatto momento in cui la persona si costruisce una particolare credenza, tutti i suoi atteggiamenti e comportamenti, in maniera del tutto inconsapevole, saranno orientati verso la ricerca di quegli elementi o aspetti che vanno a confermare la credenza stessa (profezia che si autoavvera), innescando un circolo vizioso di pessimismo e negativismo. Per esempio, una persona che rinuncia alla possibilità di un colloquio perché scoraggiato dai messaggi pessimistici trasmessi in tv circa le ridotte opportunità di lavoro in Italia. Tale atteggiamento di rinuncia conduce la persona a sperimentare ancora di più una sensazione di impotenza, mancanza di autostima e ad avvallare la credenza che la crisi economica stia ormai imperando e per cui vale definitivamente la pena interrompere ogni tentativo di ricerca di soluzioni efficaci. Conoscere meccanismi di questo tipo può essere utile per evitare di essere vittime inconsapevoli della paura e a cercare di indirizzare diversamente le nostre energie.
Crèati una rete sociale
Il fatto di aver perso un lavoro o di non riuscire a trovarne uno può portare, senza che la persona se ne renda conto, a isolarsi dalla rete di colleghi o amici costruita fino ad ora e ad adottare un atteggiamento di chiusura nei confronti del mondo. Talvolta, questo comportamento è accompagnato dal desiderio di non svelare agli altri le proprie debolezze, le proprie paure o preoccupazioni. In realtà, come accennato prima, rispetto alla profezia che si autoavvera, atteggiamenti di chiusura verso il mondo non fanno altro che incrementare il senso di solitudine e la visione pessimistica della situazione che si sta vivendo, trovando una conferma del fatto che non esiste una via d’uscita. Costruire o ri-costruire una rete di contatti, è invece un passo molto importante da fare, perché sono numerosi gli studi che dimostrano che in condizioni di stress o in presenza di problemi una solida rete sociale su cui contare contribuisce ad incrementare una generale sensazione di benessere. Inoltre, come afferma il vecchio detto “l’unione fa la forza”, coltivare i contatti con amici e conoscenti, concretamente, aumenta la probabilità di trovare opportunità lavorative, condividere e realizzare progetti, nonostante la persistente crisi economica.
Attività fisica per scaricare ansia e stress
Nei momenti di maggiore tensione e nervosismo trovare un modo per poter “scaricare” energie e pensieri negativi. Scrivere della rabbia che si sta provando, fare attività fisica, uscire a fare una passeggiata, per quanto possano sembrare attività banali, aiutano a canalizzare le emozioni negative in maniera adeguata e a rigenerarsi.
Fissati degli obiettivi flessibili
Sulla scia di quanto finora scritto, è fondamentale, infine, non perdere di vista i propri obiettivi. Per quanto la situazione possa essere oggettivamente difficile, porsi degli obiettivi quotidiani o mensili (ad esempio: tre colloqui in un mese, proporre un’idea lavorativa da sviluppare con colleghi e amici...) aiuta a non sperimentare la sensazione di essere alla deriva, vittima degli eventi. E’ importante, anche, evitare di essere eccessivamente rigidi quanto piuttosto usare un atteggiamento flessibile: questo può esserci utile anche per modificare gli obiettivi che abbiamo individuato in base ai cambiamenti contingenti e a vivere con maggiore consapevolezza e con un atteggiamento differente i fallimenti, gli ostacoli e le difficoltà che tutti possiamo incontrare nel nostro percorso di vita, anche con l’ansia generata dalla crisi economica attuale.
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