Counselor: legge e requisiti professionali
La professione del counselor, insieme ad altre professioni d’aiuto, è stata regolamentata in Italia con la legge n° 3270. Il counseling è una modalità di intervento che fa leva sulle risorse interiori della persona “sana” per superare una o più difficoltà inerenti a un aspetto circoscritto dell'esistenza. Non mira alla cura di disturbi psicologici, non effettua diagnosi, cure o sostegno psicologico differenziandosi in tal senso sia dalla professione di psicologo che di psicoterapeuta.
Counselor proviene etimologicamente dalla parola latina "consul" in riferimento al duplice potere consolare della Repubblica romana fondato sul concetto di doppio e di simmetria, un consulente personale, dunque, che opera in empatia e in perfetta simmetria col proprio cliente. (Perussia, 2007).
La professione del counselor è nata d’altra parte nell’ambito del modello rogersiano della terapia centrata sul cliente (Rogers, 1942) che mirava a rivoluzionare la tradizionale asimmetria di relazione tra terapeuta e paziente rivendicando il potere di autodeterminazione di quest’ultimo e concependo il counseling come competenza professionale per coloro che a vario titolo svolgono professioni d’aiuto.
Chi può definirsi counselor
Per conseguire il diploma di Counselor le varie Associazioni di categoria richiedono di aver raggiunto la maggiore età, essere in possesso di diploma di scuola superiore, aver effettuato un percorso di formazione almeno triennale, una formazione personale e un tirocinio pratico (assocounseling.it) e aver superato un esame finale per il rilascio dell’attestato.
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Cosa può fare il Counselor
Ma in cosa consiste la professione del counselor? Si tratta di un intervento focale e mirato, diretto a persone psicologicamente “sane” con la finalità di favorire la soluzione di disagi che non comportino una ristrutturazione profonda della personalità.
Ecco alcune delle definizioni che associazioni di categoria come ASPIC e Sico danno del counselor:
“Il Counselor è in grado di favorire la soluzione di disagi esistenziali di origine psichica che non comportino tuttavia una ristrutturazione profonda della personalità… l'intervento di counseling è mirato a risolvere nel singolo individuo il conflitto esistenziale o il disagio emotivo che ne compromettono una espressione piena e creativa” (Sico) “Il Counsellor è in grado di favorire la soluzione ad un quesito che crea disagio esistenziale e/o relazionale ad un individuo o un gruppo di individui. Il Counselling non è mai orientato alla cura ma al potenziamento della capacità di scegliere nella propria esistenza; a questo scopo è indispensabile l’uso di una terminologia che si differenzi dall’usuale lessico medico e psicologico” (ASPIC).
La legge in Italia
La professione del counselor, come professione d’aiuto, assume caratteristiche del tutto peculiari nel nostro Paese rispetto a Paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. In Gran Bretagna il counseling ha trovato il suo primo riconoscimento ufficiale nella British Association for Counselling and Psychotherapy diffondendosi poi in altri paesi europei e in America con l’istituzione della American Association for Counseling. Da dire che, in questi Paesi, il counselor è prettamente assimilato a una declinazione psicoterapeutica di intervento e – per questo – diversamente regolamentato.
In Italia invece la professione del counselor, introdotta a partire dagli anni ’60, costituiva fino a poco tempo fa una professione giuridicamente non regolamentata; in data 19 Dicembre 2012 è stata approvata al Senato la legge n° 3270 che disciplina la regolamentazione delle associazioni professionali, come quelle di counselor, volte alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi e esercitate mediante lavoro intellettuale con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell'articolo 2229 del Codice civile, e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative.
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