Coaching strategico: al di là dei propri limiti
Tutti noi abbiamo dei talenti nascosti, ma spesso con difficoltà riusciamo a farli emergere. A volte siamo anche consapevoli di essi ma non riusciamo a trovare la modalità giusta per liberarli e svilupparli. La verità è che faticosamente siamo disposti a vedere la realtà da prospettive diverse, la nostra percezione dei fatti è più vicina a come la desideriamo piuttosto che a come realmente è, dunque come è possibile cambiare una situazione ed evitare di rimanere intrappolati nell’errore? Vediamo come lavora il coaching strategico
Credit foto
©alphaspirit / 123rf.com
Il coaching strategico si distingue dagli altri approcci per alcune caratteristiche fondamentali. Innanzitutto , pur concordando sull’obiettivo di utilizzare e valorizzare le risorse disponibili, possiede una metodologia efficace ed originale per sbloccare le eventuali trappole che impediscono il pieno utilizzo delle capacità del soggetto. Il coach strategico guida la persona a sviluppare nuove prospettive e percezioni della realtà e delle proprie risorse, a vivere esperienze nuove e, grazie a questo, a sviluppare le capacità necessarie per ottenere più elevati livelli di apprendimento, performance e gratificazione. Attraverso il coaching strategico la persona viene guidata a far emergere potenzialità e risorse che potrà utilizzare anche in situazioni e contesti differenti rispetto a quelli che hanno fatto emergere la richiesta di quello specifico percorso di coaching, ecco perché è fondamentalmente un percorso che possiamo definire di “autosviluppo”.
La matrice è quella della Terapia Breve Strategica, ma l’intervento utilizzato prevede una competenza ulteriore, specifica ed articolata nell’ambito del problem solving orientato allo sviluppo delle risorse umane e del talento personale.
Coaching strategico e logica sottostante
Il coaching strategico lavora su eventuali blocchi emotivi, cognitivi o comportamentali del cliente e per fare questo si concentra esclusivamente sul processo (sul “come”), disinteressandosi del contenuto delle risorse e dei blocchi (il “cosa” e il “perché”) su cui dovrà lavorare. Tutto questo è possibile grazie ad un patrimonio, a disposizione del coach strategico, di costrutti epistemologici e logici ben precisi ed evoluti. Le strategie e le tecniche utilizzate non sono mai esecuzioni improvvisate, ma sono l’espressione di una “tecnologia avanzata” resa possibile dall’utilizzo della logica matematica applicata ai problemi, dall’impiego delle cosiddette “logiche non ordinarie” (logica dell’autoinganno, della contraddizione, del paradosso), dall’adozione di una precisa epistemologia (quella costruttivista), e dalla costante interazione tra questi due livelli (logico ed epistemologico) con quello dell’applicazione empirica.
Coaching strategico: un lavoro per l’eccellenza
Il coaching strategico mal si lascia incasellare in una descrizione precisa di ciò che “è”, cercando invece di distinguersi per ciò che “fa” e per “come” lo fa. Guidare se stessi “al di là dei propri limiti” significa essere un professionista creativo e flessibile, ma allo stesso tempo rigoroso e disciplinato, saper padroneggiare l’arte dello stratagemma e allo stesso tempo la comunicazione persuasoria, saper stimolare risorse già esistenti così come sbloccare potenzialità bloccate.
Il coaching strategico rimanda anche alla saggezza di antiche tradizioni, come quella greca e cinese, che hanno saputo condensare conoscenze, abilità e intelligenza pragmatica. Un intervento di coaching strategico utilizza una molteplicità si suggestioni ed indicazioni comportamentali in cui l’abilità si manifesta, oltre che nella rapida evoluzione positiva della situazione, nella sapiente combinazione delle manovre scelte, come la raffinata sequenza di mosse, a volte impercettibili, che un abile guerriero mette in atto per sconfiggere con il minimo sforzo, ma con la massima concentrazione, anche l’avversario più forte e aggressivo.
Immagine | FutUndBeidl