Come contrastare la demenza senile allenando il cervello
Il cervello, se correttamente stimolato, è in grado di modellarsi e compensare il declino cerebrale indotto dall’età avanzata con effetti protettivi sull’insorgenza o l’aggravarsi di patologie neurodegenerative come la demenza.Ecco da dove cominciare.
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Quando nasciamo abbiamo in dotazione un cervello “sovradimensionato” rispetto alle nostre necessità: è come se nella nostra testa fossero tracciati tutti i percorsi neuronali possibili ed è solo con lo sviluppo che assistiamo al curioso fenomeno della “potatura sinaptica”: alcune connessioni recedono per favorire il consolidarsi di altre che vanno a cristallizzare i processi di apprendimento.
Si forma così nel tempo il nostro cervello intelligente e senziente che ci porteremo dietro per tutta la vita. Un tempo si riteneva che questo fenomeno di “plasticità” neurale fosse caratteristico solo dell’infanzia, ma non è così: il cervello rimane attivo e soggetto e rimaneggiamenti per tutta la vita e, se correttamente stimolato, può compensare efficacemente anche il declino cognitivo fisiologico connesso all’età avanzata.
È come se avessimo in dotazione una sorta di “cervello di riserva”, ma perché possa svilupparsi e fare il suo lavoro è indispensabile che venga correttamente stimolato. Vediamo come!
Cattive abitudini e invecchiamento cerebrale
Nel corso della vita siamo abituati a non curarci molto di quello che mangiamo o di quanto ci muoviamo, salvo alcuni periodi in cui sentiamo la necessità di metterci a dieta o iscriverci in palestra (buoni propositi destinati spesso a spegnersi nell’arco di poche settimane): siamo generalmente abituati a dare per scontate alcune nostre abitudini di vita.
C’è chi fuma per decenni, chi si rassegna bonariamente alla “pancetta” frutto della sedentarietà, chi indulge in qualche alcolico o dolcetto di troppo… In fondo il nostro corpo e la nostra mente hanno sembra dato segno di riadattarsi piuttosto bene anche alle cattive abitudini.
Da un certo punto della vita faremmo bene però a non dare più nulla per scontato: man mano che avanzano gli anni, corpo e mente diventano qualcosa che richiede un’attenta “manutenzione” e forse qualche modifica al nostro consueto stile di vita. Dal punto di vista psicologico per alcuni può essere dura rinunciare a fumo e alcol, cambiare alimentazione o iniziare a fare ginnastica.
Eppure sono i primi “mattoncini” che ci aiutano a preservare la salute non solo del corpo, ma anche del nostro cervello. Ma perché è così difficile cambiare abitudini? Perché ci identifichiamo con esse, il nostro stile di vita fa parte di ciò che siamo e del modo in cui trascorriamo il tempo in compagnia di altri.
Può essere più facile iniziare un cambiamento se si trova un “compagno di viaggio” con cui condividere il percorso: molti coniugi ad esempio smettono insieme di fumare o iniziano insieme a fare quotidiane passeggiate. In secondo luogo è bene che amici e familiari siano a conoscenza di tali propositi e che possano incoraggiarli e rispettarli
(evitando ad esempio di portare dolci ad ogni visita di cortesia!).
Il ruolo di Hobby e vita sociale quando si è in pensione
Con il pensionamento non si è più portati obbligatoriamente ad impegnare quotidianamente corpo e mente in un’attività produttiva, né ad intrattenere relazioni con altre persone. Chi non aveva già iniziato a coltivare hobby o amicizie potrebbe ritrovarsi socialmente troppo isolato. E invece, per mantenere il cervello in salute è fondamentale poter continuare ad avere rapporti sociali, che non siano solo quelli all’interno della propria casa, e svolgere attività stimolanti che impongano di allenare memoria e imparare
cose nuove.
Alcuni studi scientifici hanno infatti dimostrato che coloro che adottano una vita sedentaria routinaria e con pochi scambi sociali sono maggiormente a rischio si sviluppare forme di demenza o di veder aggravarsi più rapidamente tali patologie.
Se le giornate sono ognuna una replica della precedente, se le attività si ripetono sempre uguali secondo schemi fissi il cervello pian piano si impigrisce e questo accelera il suo invecchiamento.
Per questo uscire di casa, avere vita sociale, dedicarsi ad attività stimolanti è fondamentale. Che siano i cruciverba, libri da leggere, un corso di teatro o altro è importante che anche in tarda età il cervello sia confrontato con situazioni nuove, nuove cose da imparare e compiti cognitivi che stimolino memoria, attenzione e ragionamento.
Consigli di lettura per contrastare la demenza
Chi volesse saperne di più e magari iniziare a mettere in pratica qualche buon proposito (con l’augurio che diventi una nuova e sana abitudine) può iniziare leggendo un libro: i libri, lo abbiamo detto, possono rappresentare uno stimolo importante per la mente.
Ma non stiamo parlando di un libro a caso, ma di un testo che si ripromette di svelarvi i segreti della neuroplasticità: cioè tutto quello che è importante fare per mantenere il cervello “giovane” e allenato a schivare e compensare i colpi dell’età.
Gerald Hüther è uno dei più noti neurobiologi in Germania; il suo libro, edito in Italia da Il Punto di incontro, ha un titolo più che accattivante: Demenza senile e rigenerazione del cervello. Rimanere mentalmente giovani nonostante l’età; si propone di “invitarvi, in parte spronarvi e – perché no – magari anche ispirarvi a organizzare la vostra vita e la vostra futura convivenza con gli altri in modo tale da poter invecchiare felici e senza demenza”.