Post maturità: "Cosa farò da grande?"
E' un estate densa di emozioni quella che si apre al termine degli esami di maturità: il sollievo per aver concluso un ciclo lascia presto il posto ad ansie e preoccupazioni per un futuro di cui non si scorgono i contorni. Come rispondere, dunque, alla domanda "Cosa farò da grande"?
Tanti studenti in questi ultimi giorni hanno concluso o stanno per concludere il tanto temuto Esame di Maturità, una prova temuta da tutti che rimane impressa nella mente anche a distanza di molti anni. Questo è sicuramente dovuto in parte al fatto che attorno a quelle prove si muovono emozioni, vissuti, pensieri e aspettative che rendono l’episodio importante e vivo nei ricordi di ognuno di noi.
Se tutti, chi più e chi meno, ricordano l’ansia e la preoccupazione per l’esame, meno sono invece consapevoli di quanto in quello stato di preoccupazione si celasse una paura più profonda e meno esplicita, ovvero quella del post maturità e del futuro.
Post maturità: un mare di emozioni
Ogni esame è una prova e una sfida che attiva una serie di elementi e comportamenti utili a superarla e ad avere successo. Nello specifico nei maturandi vi è la paura di non farcela, l’ansia delle prove e delle richieste, la sensazione che sia troppo difficile accanto al desiderio che tutto finisca in fretta, la preoccupazione della commissione e di fare brutta figura all’orale non riuscendosi a esprimersi correttamente e in modo esaustivo, ecc. Queste solo alcune delle difficoltà che molti ragazzi e ragazze esprimono apertamente e contro cui attivano risorse e strategie per uscirne vincenti.
Tuttavia, una volta che l’esame è terminato e questa miriade di emozioni si affievolisce, nuove e diverse sensazioni prendono il sopravvento. In primo luogo, sicuramente il senso di leggerezza, mista a senso di vuoto dovuto all’essersi tolti un “peso” importante e anche potersi godere l’estate, l’ultima probabilmente completamente libera e spensierata. Poi la paura e l’incertezza per il futuro, con interrogativi rispetto a quale via percorrere, lavoro o università? Come fare a cercare lavoro? E se scelgo l’università quale? E poi?
Anche per chi magari ha le idee più chiare e sa già quale via percorrere può vivere la paura di non farcela a fare gli esami e laurearsi, di non trovare lavoro successivamente o essere all’altezza delle aspettative del mercato lavorativo, oppure di trovare un posto di lavoro senza la minima esperienza e riuscire ad acquisire le competenze necessarie al fine di raggiungere, un domani, una buona indipendenza e autonomia.
Accanto a queste personali angosce, le aspettative altrui, specialmente genitoriali, che sono spesso vissute con difficoltà e la sensazione di deluderli e di sbagliare è tanta con un forte senso di responsabilità.
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Università o lavoro?
Una delle maggiori sfide si muove tra la scelta Universitaria e il mondo lavorativo. C’è chi per condizioni socio- economiche è costretto a scegliere in modo quasi obbligato, non potendosi permettere il proseguo degli studi, almeno attualmente, chi sceglie di prendersi del tempo, magari fare un viaggio e rimandare la scelta, cercare un lavoretto e nel frattempo capire cosa si vuole fare.
Il punto è probabilmente proprio questo, al di là delle questioni amministrative ed economiche, la scelta deve basarsi sul desiderio e sulla comprensione di ciò che si vuole fare da grandi. I ragazzi con incertezza e poca chiarezza dovrebbero concedersi del tempo in cui interrogarsi sul proprio futuro, sulla determinazione nel proseguire gli studi oppure no, nelle aspettative verso se stessi, sulla dose di impegno e sacrificio che si è disposti a mettere nel percorso scelto, sia esso universitario o subito lavorativo.
La comprensione di cosa si desidera è importante perché fare quello per cui si ha passione e a cui si dà importanza rende i sacrifici meno pesanti e la strada più stimolante. Osservare il mercato del lavoro attuale e futuro è importante ma non dovrebbe essere la sola molla della scelta o si rischia di intraprendere percorsi non adatti a sé, frustranti e poco soddisfacenti. Un elemento spesso vincente è il mettersi in gioco.
Cosa farò da grande: fattori di incertezza
Scegliere è sicuramente complesso e ricco di paure e ansia, ancor di più se ci sono elementi intervenienti che complicano le cose. Tra tutti la precarietà del mondo lavorativo odierno che non garantisce un futuro e una costanza ai lavoratori e specialmente offre poche opportunità ai giovani.
Annunci che richiedo lavoratori con esperienza, ma nessuno che permette di farsela, salari bassi e tanto dispendio di risorse, poche garanzie e aiuti, rendono complesso entrare nel mondo del lavoro e anche riuscendosi permane la preoccupazione del domani. Accanto a questo la scelta universitaria e le difficoltà economiche nel sostenerla, con aiuti non sempre sufficienti, oltre al fatto che l’avere una laurea non garantisce l’entrata e il successo nel mondo del lavoro.
Altri elementi destabilizzanti si racchiudono nel tempo a disposizione e la sua gestione, prima la routine scolastica strutturava la giornata in modo quasi sempre uguale, dopo la maturità non è più così e anche la scelta universitaria determina l’acquisizione di maggiore capacità organizzativa, di gestione del tempo, programmazione e attivazione personale, con scadenze in momenti differenti e minore controllo costante.
La questione si amplia se pensiamo che il post maturità non è solo animato dalla scelta del percorso professionale ma si aprono le prime scelte di vita futura, che implicano famiglia, autonomia, uscita da casa e tanto altro che spesso spaventa ed è di difficile gestione. Inoltre da non dimenticare il cambiamento personale e la crescita, in cui cambiano pensieri, vissuti, emozioni e aspettative e si anima la ricerca di un nuovo sé, più maturo e adulto.
La paura per il futuro è normale e forse anche fondamentale per interrogarsi su di sé, scoprirsi e trovare la via più adatta e soddisfacente, consapevoli che ogni scelta comporta rinunce, ma che allo stesso tempo la giovane età permette ancora di modificare la rotta, di concedersi qualche inciampo e di ricominciare. Il futuro e il “cosa farò” da grande è un percorso che va scoperto giorno per giorno e spesso modificato tante e tante volte. Il bello del futuro è che è tutto da costruire.
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