Aziende: investire sui social conviene?
I social network sono un trend attuale che appare intramontabile, ma a parte le mode sembrano davvero convenire all’industria. Se e come devono investire le aziende sui social network?
Facebook, Instagram, Pinterest sono parole entrate a pieno diritto nel linguaggio quotidiano, anche nel mondo aziendale. Sembra scontato e addirittura un obbligo per le aziende investire sui social network.
Nel 2013 sono stati spesi quasi 5 miliardi di dollari in proposito solo negli States. Ovviamente fioccano anche i corsi su come usare i social network in modo efficace, ma è sempre utile pensare in tal senso?
Le aziende sui social
I risultati di una ricerca dell’Osservatorio Brands & Social Media rivelano come si posizionano le aziende italiane sui canali social. Oltre alla presenza e all’uso dei social, il dato davvero interessante riguarda le sei strategie individuate:
- ci sono i trascinatori che creano un vero e proprio amore per il brand e coloro che li seguono si sentono parte di un gruppo privilegiato.
- I dialogatori puntano invece sul colloquio diretto con gli utenti attraverso domande e quiz.
- I promotori sono coloro che aggiornano tempestivamente i profili con offerte e notizie.
- Quelli non usa molti i canali sono gli osservatori
- Diversi sono i timidi che modificano il profilo saltuariamente
- In ultimo ci sono i broadcaster che usano le notizie per colpire i loro follone.
Come usare le comunità online in azienda?
I miti dei social network
Un’agenzia del settore social mette ordine tra i miti (così li definisce) dei canali social che le aziende dovrebbero considerare. Sono tre in tutto:
1. I canali social costituiscono per molti un canale pubblicitario gratuito, grazie al fatto che iscriversi non costa nulla. Questo è vero, ma le strategie efficaci di uso necessitano tanti soldi: dalle persone impiegate alle varie promozioni.
2. Il secondo mito è che tutti debbano investire in questo genere di promozione, ma secondo gli esperti non è vero. Dato il sovraccarico di informazioni chi non offre un servizio che nell’immediato possa dare un aiuto forse è meglio che investa in altro modo i propri soldi.
3. Il seguito sui canali social deve essere costruito con cognizione. Le richieste esplicite di amicizie lasciano il tempo che trovano, sottendono legami deboli che non porteranno a nulla in termini commerciali.
Usare i canali social
Il The Wall Street Journal ha pubblicato in questi giorni un articolo totalmente in controtendenza. Il punto della questione riguarda la capacità di influenzare il comportamento dei consumatori.
I dati sono interessanti: su 18.000 consumatori il 5% si decide ad usare o acquistare un servizio grazie ai social, mentre il 62% non viene minimamente influenzato. Ecco che in quest’ambito, come in altri, il semplice numero non racconta tutta la verità: tanti accessi, tanti like e tante condivisioni non sempre celano un apprezzamento, ma una miriade di intenzioni.
Ma che cos’è che ci fa ritenere certe fonti di informazione sul web più affidabili di altre? Come si costruisce la credibilità su internet