Il mobbing su Facebook

Il Mobbing è stato definito come una condotta che può essere tenuta dal datore di lavoro (mobbing verticale) o dai colleghi (mobbing orizzontale) nei confronti di un individuo nel luogo di lavoro che prende la forma di prevaricazione e persecuzione a livello psicologico. Questo continuo martellamento porta il soggetto ad essere emarginato e a subire effetti psico-fisici importanti.

Si tratta quindi di molestie sottili la cui portata si evince nel tempo e che sono molto difficili da registrare e documentare.

Che ruolo hanno le Nuove Tecnologie in tutto questo? Avendo a che fare con la vita sociale, la comunicazione e le relazioni le tecnologie come Facebook, cioè i social network, possono essere usati come arma o comunque come territorio di mobbing.

 

La sentenza di mobbing su Facebook

La riflessione su Facebook e mobbing in questi giorni sta assumendo uno spessore nuovo a causa di una notizia: una decisione di un tribunale australiano. Nello specifico, un tribunale del lavoro ha condannato un dirigente per aver cancellato dal proprio gruppo di amici online una dipendente con cui aveva avuto una discussione. Il giudice ha evidenziato il comportamento come segno di scarsa maturità emotiva che potrebbe evolvere in mobbing.

A questo punto in molti gruppi online sono nate perplessità e domande: può la semplice scelta di escludere un collega un fattore di mobbing? Ci si può risentire così tanto per così "poco". Ed è in queste domande che si ravisa tutta la difficoltà di comprendere, descrivere e riportare il mobbing.

Pensiamo alle azioni di Facebook non come un isolato evento, bensì come un luogo dove perpetrare una serie di comportamenti sociali mobbizzanti: pettegolezzi, controllo, esclusione, critiche, provocazioni e minacce, screditamento, ecc.

 

Cosa fare in caso di mobbing su Facebook?

Combattere il mobbing su Facebook vuol dire mettere in atto tutti quegli accorgimenti "offline" considerando le specificità dell'ambiente. Chi fa mobbing crea una vera e propria atmosfera soffocante che causa disagio nella vittima, magari facendo passare anche per ironia certi commenti che però, nella loro continuità assumono un significato differente.

Chi lo subisce deve cercare di reagire a un doppio livello: da un parte c'è la possibilità di rivolgersi alle autorità documentando quanto accade, ma bisogna anche non lasciarsi convincere dalle derisioni.

Per entrambe le finalità sarebbe meglio rivolgersi a dei professionisti: consulenti del lavoro e centri specializzati per il supporto psicologico al fine di:

• raccogliere informazioni che siano valide e utili
• rafforzare la propria autostima
• parlare con familiari e amici.

 

La sindrome da disagio lavorativo: mobbing e stress psicosociale