Mail fuori orario e vita di coppia
Ricevere e rispondere a mail di lavoro fuori orario può danneggiare non solo il rendimento lavorativo, ma anche la vita di coppia. Questi i risultati di uno studio che ritiene che l’invadenza delle comunicazioni lavorative sia dannosa per la salute psicologica, sia nel pubblico che nel privato.
Mail, sms, servizi di messaggistica istantanea come WhatsApp… tutto ci rende ormai reperibili potenzialmente ovunque e in qualunque momento. Continuare a ricevere mail e altre comunicazioni di lavoro fuori orario metterebbe però a repentaglio non solo la vita di coppia, ma anche il rendimento lavorativo.
A quanto pare gli interessi del “pubblico” e del “privato” non sono così in contraddizione come saremmo portati a pensare.
Se le mail lavoro danneggiano la vita di coppia
Wayne Crawford, professore al College of Business dell'università del Texas è fra i coordinatori di uno studio che ha interpellato 344 coppie di persone occupate a tempo pieno per esplorare in che modo i dispositivi mobili venissero utilizzati per proseguire i contatti di lavoro anche fuori ufficio.
I risultati hanno mostrato come il fatto di doversi rendere sempre reperibili finisse per alimentare conflitti nella vita di coppia e peggiorasse anche il rendimento lavorativo.
Siamo abituati a concepire lo smartphone, le mail e altre forme digitali di comunicazione come dei mezzi per risparmiare tempo. Non ci fermiamo però mai a pensare quante porzioni erodono della nostra vita, quanto di quello che viviamo del momento presente vada perduto perché distratti dall’arrivo di una mail di lavoro o di un messaggio.
Oggi, d’altra parte, le stesse mail sembrano quasi obsolete, le comunicazioni di lavoro si effettuano direttamente su WhatsApp che a quanto pare è diventato un mezzo idoneo anche a comunicare il licenziamento (e anche le coppie in effetti si lasciano spesso nello stesso modo… ). Dove ci sta portando tutto questo?
Continuamente reperibili da mail e messaggi di lavoro?
Non stupisce che l’invadenza incontrollata delle mail di lavoro danneggi sia la vita di coppia che quella lavorativa. Sì perché in questo modo si pongono sempre meno confini, meno distinzioni fra vita pubblica e vita privata: mentre si è con il proprio partner non si è mai veramente lì, insieme all’altro, ma continuamente connessi con la propria appendice digitale.
Questo espone a non porre mai, almeno temporaneamente, la parola “fine” alla vita lavorativa: una parte del proprio cervello rimane costantemente “sotto scacco”, pronta a ricevere richieste in qualsiasi momento.
Ed è un assetto mentale che può rimanere costante, sia quando si è a casa che quando si è al lavoro: ci si abitua a poter essere interrotti, distratti, contattati in qualsiasi momento e questo danneggia la capacità di concentrazione e il rendimento lavorativo.
Le mail ormai possono essere notificate sugli smartphone in tempo reale assimilandole a comunicazioni di messaggistica istantanea. Sembra non esserci più alcuna distinzione fra mezzi di comunicazione sincrona e asincrona: vige spesso l’implicita attesa/pretesa che qualunque forma di comunicazione debba generare un botta e risposta istantaneo, veloce ed efficiente, meglio se con un mezzo alternativo alla telefonata diretta (diventata forse ormai fin troppo impegnativa).
Vivere il momento presente: l’attenzione selettiva
I primi psicologi cognitivisti che studiarono l’attenzione selettiva – ovvero quella capacità di prestare attenzione solo ad uno stimolo escludendo altri elementi di disturbo – spiegarono questa preziosa capacità della mente con il cosiddetto “fenomeno del cocktail party” (Cherry, 1953).
È, se ci pensate, straordinario: nel bel mezzo di una festa in un locale molto affollato incontrate una persona che magari vi interessa molto e vi fermate a parlare con lei, solo con lei.
All’improvviso tutti i rumori di fondo, le chiacchiere degli altri invitati, il rumore di piatti e bicchieri o la musica che suona in sottofondo spariscono: ne siete coscienti ma non disturbano la vostra attenzione: in quel momento non avete occhi e orecchie che per lei/lui… È lo stesso fenomeno che, in versioni meno romantiche, consente di concentrarsi su un lavoro impegnativo e importante, senza lasciarsi distrarre dal telefono che squilla nell’altra stanza o dal traffico delle auto che sono giù in strada…
La nostra mente sarebbe infatti così ben congegnata, così altamente sofisticata, da consentirci di scegliere, di volta in volta, quali stimoli processare nel nostro sistema attentivo e quali tralasciare. Questo sistema di “filtro” è ciò che ci permette di appassionarci ad una conversazione, di buttarci a capofitto in un lavoro, di immergerci nella lettura di un libro e molto altro… È insomma uno degli ingredienti necessari per poterci permettere di essere “presenti” al momento che stiamo vivendo, che sia della nostra vita di coppia o lavorativa.
È una competenza cognitiva di base che a quanto pare mail e WhatsApp stanno mettendo per la prima volta nella storia dell’Homo sapiens sapiens seriamente a repentaglio.
Forse lo smartphone può attendere, molto più di quanto pensiamo…
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