Infodemia, cos'è

La sovrabbondanza di informazioni può essere un pericolo: soprattutto quando è difficile riconoscere notizie vere da quelle poco attendibili. L'infodemia è un neologismo coniato per mettere in guardia dalla mole di articoli, messaggi virali e "sentito dire" dannosi alla collettività.

infodemia

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La parola Infondemia è un termine nuovo e da pochi anni utilizzato, al punto che solo quest’anno è stato inserito come neologismo nel dizionario Treccani.

 

Non è un caso che proprio in questo periodo questo termine sia diffuso. La grande pandemia che l’Italia e il mondo intero stanno vivendo a causa del Covid-19, meglio conosciuto come Coronavirus, hanno portato al proliferare di moltissime informazioni, creando sovra-informazione. Ma cosa si intende quindi per infodemia? 

 

Infodemia: cos’è

Termine italiano che deriva dalla traduzione dell’espressione inglese infondemic, che deriva da Information ed epidemic, fu utilizzato per la prima volta nel 2003 per definire la grandissima quantità di informazioni che circolavano su un’altra grande situazione di emergenza sanitaria: la SARS.

 

Il dizionario Treccani la definisce “Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”. 

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ne sottolinea la sovrabbondanza e il fatto che queste informazioni possono essere sia vere che non.

 

Quindi parliamo della circolazione di tantissime notizie che non sempre sono fondate e di cui talvolta è complicato anche definirne la veridicità. Comprensibilmente quindi l’infondemia non è creata solo da quelle che definiamo Fake News e quindi quelle che sono ritenute false o delle vere e proprio bufale, ma anche da quelle notizie vere e magari espresse anche da autorità, medici, esperiti, ma che si accumulano alle altre in circolazione, creando difficoltà nell’orientarsi.

 

Il fulcro quindi di questa “epidemia di informazioni” risiede nel fatto che le troppe fonti e le troppe comunicazioni rendono complessa da parte della comunità, l’individuazione di elementi attendibili e veri, creando difficoltà di comprensione e ulteriori problematiche. 

 

Infodemia: gli effetti di una comunicazione eccessiva

La presenza di tante informazioni crea molteplici problemi e difficoltà, che in un momento storico già complesso causano ancora più disagi. Tra gli effetti sicuramente vi è la confusione della popolazione, che non comprende più a chi credere e a chi no, perché spesso anche quelle che si rivelano notizie infondate, sono espresse da persone che vengono ritenute competenti e degne di considerazione e quindi di fatto è giusto crederci. 

 

La confusione porta le persone ad agire e compiere atti sbagliati, spesso contro la legge, o anche solo al cambio drastico di alcune abitudini, senza alcun fondamento, si vedano quelle alimentari o l’assunzione di alcuni farmaci. 

 

Tutto questo perché le notizie espresse sono spesso contradditorie e fare chiarezza è difficile. Un esempio semplice, ma su tutti, l’enorme diffusione di informazioni sulla possibilità di fare sport all’area aperta pur durante l'applicazione delle norme per contrastare il coronavirus, che ha richiesto numerosi interventi di chiarimenti da parte delle stesse autorità competenti.

 

Altri effetti si osservano nell’oscillazione dei mercati, che nei momenti di grande crisi, non solo economica, corsa e confusione, non riescono a trovare una stabilità; nell’organizzazione del lavoro individuale, già complessa per la situazione e le direttive, in cui il lavoratore deve lottare con le troppe notizie per capire come muoversi e agire; nel vissuto personale, poiché ascoltare tante e troppe “campane” crea sicuramente confusione e da questa possono sfociare stati di forte preoccupazione, ansia fino ad attacchi di panico, ecc.

 

Infodemia: come contrastare gli effetti positivi

Gli esperti danno alcune indicazioni su come contrastare gli effetti dell’infodemia. In primo luogo, è importante verificare la fonte e l’autore della notizia prima di diffonderla, accertandosi che vi sia una diffusione anche sui mezzi di comunicazione affidabili e scientifici. 

 

Girano molti messaggi, video, audio, che nel tempo sono stati smentiti o dichiarati falsi e laddove questo non è avvenuto, la loro ampia diffusione ha creato sconcerto e caos nella popolazione, aumentando il grado di
allerta, già molto elevato. Da parte del fruitore è importante scegliere poche fonti di informazione ma che siano enti o realtà qualificate, nel caso specifico ad esempio, ’Istituto Superiore di Sanità, i siti Ministeriali e Regionali, pubblicazioni scientifiche, dirette stampa di persone attive in prima linea, il sito dell’OMS e tante altre, purchè siano certe. 

 

Il panico dell’infodemia

A livello psicologico l’emergenza vissuta in questo momento, come altri nel corso della storia, seppur non sempre di carattere socio-sanitario, generano preoccupazione elevata e difficoltà nel scegliere e comprendere come agire. 

 

In un periodo in cui la speranza è poca e la paura è tanta, le tante emozioni che dominano il proprio vissuto sono spesso complesse da controllare, generando stati di ansia e panico elevati.

 

Quello che è importante è imparare a comprendere quanto è giusto o meno credere alle notizie lette o ascoltate, razionalizzare e cercare altre realtà che convalidino quanto appreso o lo smentiscano. 

 

Essere consapevoli che siamo di fronte a una sovrabbondanza di notizie è il primo passo per non farsi sovrastare da esse ma vivere questo periodo buoi con la razionalità e la lucidità, che permettono di assumere comportamenti responsabili e volti al benessere della collettività.