La comunicazione organizzativa
Soprattutto per le imprese che producono servizi, e quindi beni “intangibili”, la comunicazione organizzativa rappresenta un elemento strategicamente imprescindibile, un’organizzazione acquisisce infatti vantaggio competitivo sul mercato anche grazie alla reputazione e all’immagine che veicola di sé, sempre più legata a concetti di sostenibilità e responsabilità sociale che mirerebbero a coniugare etica e profitto.
Il dossier pubblicato da Adiconsum sull’ "L'evoluzione del concetto di responsabilità sociale d'impresa" evidenzia come siano sempre più numerosi i consumatori attenti alle aziende etico-sociali quelle cioè che pubblicano annualmente in internet, come ha fatto ad esempio BNL, il loro bilancio sociale rendendo conto al pubblico delle azioni intraprese e da intraprendere nel futuro per migliorare la sostenibilità, l’impatto ambientale e sociale della loro attività. E’ questo uno degli esempi forse più attuali per evidenziare l’importanza che la comunicazione organizzativa riveste per l’immagine e la reputazione delle imprese: per battere la concorrenza oggi servirebbero credibilità e affidabilità.
La comunicazione organizzativa: non si può non comunicare
Il successo di un’organizzazione e di un’attività imprenditoriale non è determinato esclusivamente dai prodotti o servizi offerti, ma anche dall’immagine che l’impresa veicola di sé e che dev’essere curata mediante opportune strategie di comunicazione organizzativa (M. Morelli, Teoria e tecniche della comunicazione d’impresa. ETS, Pisa, 2003; E. Invernizzi, La comunicazione organizzativa. Giuffrè, Milano, 2000). Dicevano Paul Watzlawick e colleghi (1967) “non si può non comunicare”; ogni organizzazione infatti, per il solo fatto di esistere, possiede un’identità che la porta a veicolare, consapevolmente o meno, una determinata immagine di sé . Ogni sua attività è in un certo senso un atto comunicativo che incide sull’immagine che propone di sé come organizzazione. La comunicazione organizzativa quindi può essere un potente strumento per creare visibilità, promuovere l’immagine, sviluppare una solida reputazione a supporto della strategia aziendale dell’impresa.
La comunicazione organizzativa e l’RSI
Recentemente un elemento sul quale le organizzazioni fanno leva nella loro comunicazione organizzativa per promuovere un’immagine competitiva e costruire una reputazione di successo è quello della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI). L’RSI è definita dall’UE come la responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società (2011), ovvero l’integrazione di preoccupazioni di natura etica all’interno della visione strategica dell’impresa relative all’impatto ambientale e sociale della propria attività. L’obiettivo è quello di integrare etica e profitto mediante azioni volte ad esempio al rispetto delle normative sulla sicurezza ambientale, l’offerta di prodotti di qualità, la tutela dei lavoratori.
La comunicazione organizzativa e i clienti
Curare la comunicazione organizzativa di un’impresa significa anche tener conto non solo dei suoi clienti esterni, cioè tutti gli stakeholder che possono avere a vario titolo interessi nell’impresa (utilizzatori finali di beni e servizi, referenti politici e istituzionali, investitori, opinion leader…), ma anche dei propri lavoratori quali "clienti interni"(Carli R., Paniccia R. M., L’Analisi Emozionale del Testo. FrancoAngeli, 2003) che dovrebbero essere motivati e interessati a portare all’esterno un’immagine positiva dell’organizzazione stessa. La comunicazione organizzativa nel suo complesso quindi influenza il consenso di cui godrà l’organizzazione e il suo vantaggio competitivo rispetto alle altre.
Ma si può ancora puntare sulla comunicazione, la reputazione e l’etica in un momento come quello attuale che sembra rifiutare qualunque forma di “investimento”? Chi persevererà su questa strada solo apparentemente controtendenza avrà un’indiscussa marcia in più…
Immagine | nopsa.hiit.fi