Alfabetizzazione emotiva sui social network
I social network mostrano un aspetto sempre più sociale. L'alfabetizzazione emotiva è il processo attraverso cui si imparano e si riconoscono le emozioni e oggi è possibile farlo anche online.
Negli anni ’80 le prime ricerche sulla comunicazione online dipingeva un quadro di desolazione: conflitti, parolacce e scarsa affettività.
Nel corso degli anni, forse anche grazie ad una maggiore padronanza del mezzo questa visione si è ribaltata tanto che oggi qualcuno sostiene che i social network possono avere un ruolo importante nell’alfabetizzazione emotiva.
Cos’è l’alfabetizzazione emotiva
Con alfabetizzazione emotiva si fa riferimento a quei percorsi di apprendimento (non necessariamente scolastico) attraverso il quale si diventi consapevoli delle proprie emozioni e sentimenti.
Questo processo parte dalla primissima infanzia nel rapporto tra neonato e caregiver, quando mamme e papà danno un nome a ciò che prova il bambino: piangi perché hai un disagio, sorridi perché sei contento di vedermi, hai un’espressione dubbiosa perché non sai cosa accade, ecc.
Il riconoscimento e il dare un nome a ciò che si prova è molto più difficile di quanto si possa immaginare e anche da adulti può riservare qualche tranello, ma è un primo passaggio fondamentale.
Il riconoscimento emotivo aumenta l’autoconsapevolezza, ma ci garantisce anche un accesso empatico al mondo interiore altrui e quindi supporta la vita sociale.
Secondo Daniel Goleman, esperto di emozioni, questo tipo di alfabetizzazione andrebbe ad incrementare l'intelligenza emotiva di una persona con ripercussioni positive su: empatia, controllo per sonale, comunicazione, autoconsapevolezza, ecc.
I video e la condivisione in rete delle emozioni
La ricerca sugli algoritmi
L'effetto dei social sulla nostra affettività è stato dimostrato da uno studio del 2012. Il team di esperti che includeva membri della University of California e della Cornell University ha manipolato la tipologia di post cui venivano esposti i soggetti per comprenderne le reazioni.
Nel primo studio venivano ridotti i commenti positivi, mentre nel secondo erano i commenti negativi a mancare. L'esclusione di un certo tenore emotivo ha condotto coloro che sono collegati ad intraprendere la stessa rotta.
Quindi se modificassimo artificialmente i post nel nostro profilo potremmo ottenere volontariamente un certo tipo di effetti.
Il social per le emozioni
La potenza dei social per riconoscere le emozioni è testimoniato dal successo di emotID, un network nato grazie alla collaborazione di un team di psicologi esperti in emozioni e web.
L'obiettivo è quello di riconoscere e condividere il proprio stato emotivo; non ci si limita ad una serie di segnalazioni bensì si vuole ottenere anche un cambiamento.
La piattaforma individua una serie di consigli, percorsi, per modificare il proprio stato emotivo. Il tutto è stato testato su 15.000 persone e ha dato buoni risultati. Gli sforzi possono essere condivisi anche su altre piattaforme. Ovviamente non si tratta di un programma terapeutico, né ci si vuole sostituire agli esperti, piuttosto si desidera fornire un sostegno grazie alle potenzialità dei social.
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