La resistenza al cambiamento in psicologia

Con resistenza al cambiamento si fa di solito riferimento a tutte quelle risposte di “non accettazione”, consapevoli o meno, date dal paziente agli interventi proposti dal terapeuta. Tali risposte, verbali e non verbali, tendono in qualche modo a contrastare il lavoro con lo psicoterapeuta e a mantenere inalterato il problema lamentato oltre che l’equilibrio-omeostasi che tale problema assicura al paziente. Tuttavia il cambiamento è una parte inevitabile della vita e della crescita, conosciamo allora meglio questo fenomeno della resistenza

La resistenza al cambiamento in psicologia

La resistenza al cambiamento è una sorta di reazione al cambiamento, è la manifestazione di come l’essere umano tenda a mantenere un’omeostasi generale. Quest’ultima è la condizione di stabilità interna di un sistema animato o inanimato che tende a rimanere tale anche in presenza di perturbazioni esterne. Quando un agente esterno infatti ne sposta la posizione, il sistema opererà per tornare al punto d’equilibrio originale.

L’essere umano, come sistema attivo, si trova tendenzialmente in una condizione di equilibrio che ottiene dopo una serie di aggiustamenti interni, ma cosa succede quando questo equilibrio non è più funzionale e le esigenze di cambiamento sono sempre più forti? La persona tenderà a boicottare la sua stessa terapia poiché quell’omeostasi raggiunta, per quanto disfunzionale, la rassicura e cambiare, si sa, non è facile, richiede un forte dispendio di energie. In parte è naturale dunque che sia così, proprio perché ogni cambiamento implica l’esperienza emozionale dei propri sentimenti in conflitto che è in parte dolorosa, paurosa, o gravata dal senso di colpa.

Tuttavia è anche vero che il paziente che ricerca un aiuto porta sì una quota di resistenza, ma anche una quota di alleanza terapeutica in quanto sente l’esigenza di cambiare alcune cose.

 

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La resistenza al cambiamento: una sfida al terapeuta

Individuare il tipo di resistenza al cambiamento è assolutamente importante per il terapeuta al fine di poter eseguire un lavoro produttivo. Il terapeuta, per produrre il cambiamento e aggirare la resistenza, può focalizzarsi su piccoli cambiamenti apparentemente semplici al fine di non far sentire il paziente sottoposto a richieste esagerate rispetto alla percezione delle proprie risorse personali. Le strategie di azione selezionate dal terapeuta per aggirare la resistenza al cambiamento dovrebbero essere indirette o coperte per produrre un cambiamento molto più grande di quello che il paziente possa aspettarsi.

All’interno di un sistema anche il cambiamento di un piccolo particolare produce uno squilibrio e una modifica all’interno dell’intero sistema. Questo vuol dire che cambiamenti minimi possono innescare una reazione a catena di modificazioni all’interno del sistema che hanno il fine di riequilibrare il sistema stesso.

Per aggirare la resistenza al cambiamento in psicoterapia possono essere utilizzate efficacemente tecniche comunicative strategiche attraverso cui il terapeuta si mette in gioco per de-strutturare la visione disfunzionale della realtà che crea il problema. Le tecniche di comunicazione persuasoria aiutano ad aggirare la resistenza al cambiamento perché permettono al paziente di vedere e “sentire” il suo problema in maniera diversa.


Immagine | JRo