Cambiare lavoro, pro e contro

Cambiare lavoro può essere faticoso e richiede coraggio, soprattutto in una società dove l'incertezza è la regola. Ma flessibilità e capacità di mettersi in gioco possono fare la differenza e portare al benessere e alla realizzazione di sè.

Cambiare lavoro, pro e contro

Il lavoro per molti è qualcosa di accessorio, che serve semplicemente a “portare a casa la pagnotta” e avere un introito per vivere, per altri è il fulcro della propria vita al punto da trascurare il resto, e infine per alcuni è una passione che entusiasma, fa sentire carichi ma allo stesso tempo permette di essere presente e vivere la famiglia o il tempo per sé.

In realtà per ognuno di questi è un elemento centrale della propria vita, con peso e valore diverso, ma da non sottovalutare: contribuisce a creare l’immagine di sé, a darsi valore, sentirsi realizzato e importante per altri, dà un senso alla propria quotidianità e permette il raggiungimento di obiettivi per sé o per i propri cari (ad esempio l’università per i figli, un matrimonio…).

Data questa inevitabile importanza e la centralità nella nostra vita, anche da un punto di vita temporale, l’idea o la necessità di cambiare lavoro è qualcosa che scombussola completamente il nostro “tran-tran” e l’esistenza.

 

Perché si cambia lavoro?

Le motivazioni alla base della ricerca di un nuovo lavoro sono diverse. Molti studiosi del settore individuano l’aspirazione ad uno stipendio più alto come motore di molti cambiamenti.

Ma accanto a questo ci sono il desiderio di realizzare un sogno, di modificare il proprio ruolo, di realizzarsi come persona e mettere a frutto quanto appreso tra i banchi universitari o negli anni di esperienza, nonché di darsi la possibilità di crescere e migliorare.

Poi ci sono delle motivazioni più “scomode” come la frustrazione vissuta nel proprio ambiente di lavoro, l’insoddisfazione personale, professionale ed economica, l’impossibilità di avere scatti di carriere e migliorare la propria posizione, il malessere psico-fisico, nuove necessità di conciliare famiglia e lavoro, mancata realizzazione degli obiettivi e sensazione di soffocamento.

Infine ci sono le “cause di forza maggiore” che ti obbligano a trovare un nuovo impiego: licenziamento, fallimento o chiusura dell’attività, modifiche nel personale o spostamenti di sede.

Ovviamente la lista è molto più lunga ma è mio intento sottolineare che la spinta al cambiamento di lavoro parte da diverse condizioni.

 

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Cambiare lavoro: i contro

La solo idea di cambiare lavoro spaventa, spesso al punto tale da bloccare la persona nella sua condizione attuale, seppur scomoda e insoddisfacente. Ma quali sono i possibili aspetti negativi del cambiare lavoro?

Prima di tutto l’incertezza: la non conoscenza di cosa si troverà nel nuovo lavoro e delle effettive possibilità di miglioramento della condizione attuale, creano disagio e paura che spesso non si riescono a gestire e superare. Il tutto peggiora se le aspettative (come paga, orario e rapporti migliori) non vengono realizzate ma anzi la condizione peggiora.

La necessità di mettersi in gioco: cambiare lavoro implica investire energie, rimboccarsi le maniche e come un bambino iniziare un processo di esplorazione del nuovo ambiente, di apprendimento delle mansioni, di interazione con i nuovi colleghi e anche di conoscenza di sé nelle nuove vesti. Insomma richiede impegno e fatica, che spesso non si riescono ad attivare.

Il cambiare vita e abitudini per conciliare la nuova attività con gli altri contesti e impegni e trovare il modo di ristabilire l’equilibrio. Come ogni cambiamento causa confusione e ci vuole pazienza e determinazione per riordinare i tasselli.

Il senso di inadeguatezza ed incapacità, nuove difficoltà da affrontare e inconsapevolezza degli strumenti da mettere in campo o delle proprie possibilità.

 

Cambiare lavoro: i “pro”

Ma visti i rischi del cambiare lavoro, perché molti vivono una spinta verso una nuova vita e ricercano un nuovo impiego, spesso volontariamente?

Cambiare lavoro per scelta permette di intraprendere attività che permettano di realizzare i propri sogni, le proprie ambizioni e mettere in campo abilità, creatività e passione. È un’occasione per ritrovare se stessi, per realizzarsi professionalmente ma soprattutto personalmente facendo qualcosa in cui vivere soddisfazione e piacere.

È fonte di nuovi stimoli che attivano la persona, muovono dall’impasse e donano energia, entusiasmo e possibilità di mettere in campo nuove parti di sé e abilità, facendole fruttare e riducendo spesso la frustrazione e il senso di inadeguatezza.

Può ridurre lo stress e l’insoddisfazione dando vigore e voglia di fare che si diffondono in altri contesti di vita, migliorando le relazioni, generando nuovi rapporti, modificando le routine in modi più salutari e creando un’immagine di sé più positiva.

La ricerca di una nuova mansione è spesso accompagnata da passione, sogni, obiettivi voglia di miglioramento e rinnovamento e desiderio, anche in età più avanzate, di mettersi in gioco per vivere pienamente e non avere rimpianti. Il lavoro può diventare un ambito di piacere e di investimento di energie che non si esauriscono ma sono rinnovate dal risultato stesso delle attività.

Questi aspetti di rinnovamento positivo possono essere presenti anche nei cambiamenti “imposti” e dalla necessità di trovare un nuovo impiego: la chiave è nel vivere il cambiamento in modo propositivo, vedendolo come opportunità e non una sconfitta.

 

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