Attitudine al cambiamento
La cosa più produttiva è trovare una strategia utile pratica e funzionale per fare il primo passo verso la soluzione. E la prima cosa da fare è andare controcorrente rispetto alle nostre abitudini, provare a metterci in discussione rispetto alle nostre credenze
Possiamo dire che l’essere umano non è proprio l’esempio di attitudine al cambiamento, o meglio un uomo non integrato attua in ogni modo resistenza alla trasformazione.
Il cervello sembra creato principalmente per due funzioni: dare ragione a ciò che crediamo vero e mantenere lo stato delle cose e le abitudini. Questo processo crea una situazione, dove la persona investe tutte le sue energie nel cercare di mantenere su un castello di carte e di forti convinzioni dove le emozioni la fanno da padrone, quelle emozioni che in una situazione di stress troppo alto non permettono al cervello di processare informazioni e pensieri ponderati e di senso compiuto.
Inoltre, le stesse mantengono uno stato di staticità, la quale è causa principale sia della mancata risoluzione di ogni problematica personale sia della mancata guarigione nella stragrande maggioranza delle malattie e soprattutto del non raggiungimento di uno stato di benessere reale e di quella che è considerata la vera felicità.
Ora, cercare di ragionare di primo impatto sulle cause di tutta questa dinamica è praticamente impossibile o comunque, poco utile perché nel momento in cui “cerco una soluzione ai miei problemi non mi devo focalizzare troppo sulle cause altrimenti potrei trovarmi a girare in tondo sui motivi che mi hanno portato lì”.
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La cosa più produttiva è trovare una strategia utile, pratica e funzionale per fare il primo passo verso la soluzione. E la prima cosa da fare è andare controcorrente rispetto alle nostre abitudini, provare a metterci in discussione rispetto alle nostre credenze.
La linea generale è: fare cose diverse da quelle che si fanno. Detta così potrebbe sembrare quasi irrilevante o veramente superficiale. Alcune persone mi chiedono cosa voglia dire, cosa dovrebbero fare, e io rispondo: “partiamo da cose piccole”. Come ho accennato prima noi siamo immersi nelle nostre abitudini, in quella che in gergo è detta zona di comfort.
Il cervello funziona in modo da processare informazioni con uno stile che si ripete come le nostre abitudini e l’unica cosa che fa veramente la differenza fra una cosa e l’altra è il carico delle nostre emozioni.
Questo vuol dire che se noi iniziamo a fare cose piccole come cambiare itinerario per andare al lavoro, cambiare il luogo della casa dove di solito mangiamo, lavarci i denti con la mano non dominante, cambiare look o vestiti, ecc… Il cervello risponde evolvendosi in qualcosa di nuovo e di conseguenza portando alla nostra consapevolezza nuove strategie e informazioni utili per raggiungere noi stessi e la nostra vera felicità.
Tutto questo si trasforma in una sorta di allenamento e ogni giorno ci mettiamo in gioco di più, diventando più forti e più equilibrati. Inizia a crescere dentro di noi una nuova convinzione: la credenza di poter cambiare la propria vita e le proprie cose a nostro piacimento. Questa in realtà è la condizione originaria dell’uomo, infatti, esso nasce per manifestare il proprio potenziale al 100%.
Il vero problema è un atto di fede, l’uomo non crede sia possibile. In questo modo, con queste piccole cose inizia a vacillare questa convinzione e tutto inizia a diventare possibile. Nei casi normali da questo momento inizia un momento creativo per la persona perché talenti nascosti e una grande forza potenziale unita a una curiosità ritrovata, inizia la manifestazione di piccoli e grandi cambiamenti, trasformazioni… la persona inizia realmente a fare quei passi spontanei che può fare con le sue forze e inizia a credere in sé stessa.
Da qui segue un periodo più o meno lungo di evoluzione e di benessere dovuto a due fattori principalmente: il primo è l’entusiasmo della novità e il secondo è il crescere della convinzione di essere efficaci e capaci di cambiare le cose. Questo momento va valorizzato ma nello stesso tempo equilibrato per non degenerare nel delirio di onnipotenza, nella presunzione e nell’illusione di essere arrivato.
Infatti, in questo momento inizia anche una fase di benessere parziale dovuto alla presa di consapevolezza di poter cambiare la propria vita. Il problema in questa fase è la costanza. A un certo momento la parabola della trasformazione inizia a calare e ricomincia il meccanismo di avere ragione e di mantenere lo stato delle cose. Infatti, il lavoro maggiore inizia adesso, in altre parole essere abbastanza lucidi e responsabili per mantenere una linea di evoluzione e di crescita.
Crescere diventa la nuova linea guida. In poche parole prima si stava in una condizione di caduta libera nel nostro problema e abbiamo frenato. Ora siamo in una condizione, dove il nostro problema sarebbe ritornare al vecchio schema di abitudini e di assenza di stimoli nuovi.
Il movimento è vita, il cambiamento è lo stato naturale dell’andamento dell’universo. Da quando siamo nati, abbiamo fatto un grande lavoro per adattarci e sopravvivere alla nostra vita e questo lavoro è stato costante per tanti anni. La vera sfida è invertire questa tendenza, fare un grande lavoro per tornare a noi stessi, manifestare il nostro potenziale e non interrompere più questa linea verde.
Crescere deve diventare la normalità, uno stimolo costante verso la novità e il benessere. I pensieri conservatori e i sabotaggi continueranno a fare capolino ogni tanto nella nostra mente perché sono dei programmi comportamentali profondi legati alla nostra infanzia quindi non dobbiamo innervosirci o preoccuparci.
Il nostro unico pensiero deve essere andare avanti costantemente con entusiasmo. Cadremo e ricadremo ancora ma la vera forza nella vita è sapersi rialzare ogni volta con nuova energia e fiducia. Ciò che crediamo è vero e quindi possiamo dirci… scegliamo bene in cosa credere, sarà il nostro futuro da persona libera.
Tratto dal canale Youtube "Residenziale 5"
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