Ritiri spirituali: i benefici per anima e corpo
I ritiri spirituali non sono poi così demodé come potrebbe sembrare, anzi rappresentano un’occasione spesso unica per vivere una parentesi distante dalle tecnologiche interconnessioni digitali. Perché la spiritualità è tutt’altro che una moda passeggera...
Non crediate che i ritiri spirituali siano roba da medioevo o da uomini e donne di altri tempi: anche se in forme diversificate e variegate la spiritualità trova largo spazio nel mondo attuale e i ritiri spirituali possono ancora attrarre offrendo molti benefici per il benessere psicologico.
I ritiri spirituali
Se già vi state immaginando il silenzio mistico fra le quattro mura di un convento sappiate che non è solo di questo che oggi si parla quando si fa riferimento ai ritiri spirituali.
Accanto alle tradizionali iniziative di stampo cattolico, vi sono molte altre tipologie di percorsi spirituali che oggi si offrono all’uomo postmoderno. Queste attingono soprattutto all’ambito New age, alla meditazione buddista e a iniziative da queste derivate offrendo anche vie laiche, indipendenti da credo o confessioni religiose, per coltivare la propria spiritualità.
Che siate quindi in un gruppo di preghiera fra le più tradizionali mura di un convento, o che vi ritroviate immersi nella natura a meditare in silenzio davanti alla statua del Buddha o che, ancora partecipiate ad un gruppo di crescita spirituale per la riscoperta del vostro Bambino Interiore, alcuni dei benefici psicologici che potrete ricavare da queste forme, da un lato diversissime, di ritiri spirituali sono molto più simili di quanto si potrebbe pensare.
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Portare l’attenzione verso noi stessi
Un primo aspetto da non sottovalutare dei benefici dei ritiri spirituali è quello di rappresentare un’irripetibile pausa da tutto quello che la postmodernità e la tecnologia oggi rappresentano per noi.
E non stiamo banalmente parlando di un po’ di sano riposo, tutt’altro: i ritiri spirituali offrono alla nostra mente un’occasione per entrare in una dimensione spazio-temporale assolutamente sospesa e distante dal quotidiano, in cui è il contatto con la nostra interiorità ad essere privilegiato rispetto al rapporto con l’esterno.
I telefonini sono spenti, la tv non esiste, i pc neanche a parlarne, non ci sono rumori di macchine o di traffico urbano, spesso si passa del tempo in assoluto silenzio; quando la maggior parte delle sollecitazioni che generalmente provengono dall’esterno vengono a mancare, allora abbiamo lo spazio per portare l’attenzione verso noi stessi; solo così è possibile recuperare il contatto con la parte più spirituale e contemplativa.
Ritiri spirituali
Questa sospensione dai ritmi del quotidiano può non essere facile per tutti, poiché siamo talmente abituati ad essere continuamente bombardati di informazioni, input e richieste di ogni tipo che la nostra capacità di concentrazione è ormai dipendente da questo continuo multitasking.
Ma in questo mondo costantemente iperconnesso e digitalizzato spesso vengono a mancare i legami e i contatti in carne e ossa, con un tessuto sociale e una comunità di riferimento.
In tal senso i ritiri spirituali offrono un altro beneficio potremmo dire inedito per l’uomo postmoderno: il senso di appartenenza ad una comunità, al gruppo di persone con le quali si condivide un’esperienza comunque significativa che crea un legame.
Pregare o meditare sono attività che possono essere esperite molto diversamente se le si pratica da soli o in gruppo, in gruppo, il silenzio e il raccoglimento diventano il silenzio e il raccoglimento del gruppo, e non solo dell’individuo, e questo amplifica un senso di connessione con gli altri e con una dimensione sovrapersonale e spirituale.
Tutt’altro che una bizzarria d’altri tempi quindi: può darsi che i ritiri spirituali si riveleranno presto o tardi la più eclatante “trasgressione” da quella che Baumnn definì “modernità liquida”!
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