Libri sulla spiritualità
La spiritualità è una dimensione dell’esistenza che tutti possono coltivare, non è di pertinenza solo di esperti meditatori o monaci di “professione”. Ecco alcuni libri accessibili a tutti che possono “illuminare” con semplicità e immediatezza i germogli della dimensione spirituale in ognuno di noi.
La spiritualità è una dimensione che ognuno di noi, a prescindere dalle proprie convinzioni religiose, può coltivare nella propria vita aprendosi a una dimensione trascendente e sovrapersonale dell’esistenza.
Se per alcuni può essere immediato e venire quasi “naturale” accedere a pratiche di meditazione, altri potrebbero trarre giovamento da altri metodi per introdursi alla dimensione spirituale dell’animo umano.
Ecco allora 5 libri, fra i più noti sull’argomento, che, senza alcuna pretesa di affrontare il tema in modo esaustivo, propongono alcuni spunti per introdurre gradualmente il “profano” a questa dimensione
dell’esistenza così diversa da quella “immanente” e individualista a cui siamo abituati. Buona lettura!
Dice lo Zen (Tsai Chih Chung)
“Gli uomini pensano egoisticamente di appartenere solo a sé stessi. Quindi si paragonano agli altri e pensano di soffrire. In effetti però ogni persona è parte della natura. Pensateci…”
Questa la morale di una delle tante storielle zen illustrate a fumetti nel libro Dice lo Zen di Tsai Chih Chung, uno dei più noti autori di cartoni e fumetti in Asia orientale, tanto che alcuni dei suoi testi sono stati
adottati nella scuola pubblica in Giappone.
Questo libro, divenuto un best seller a Taiwan e poi diffuso in tutto il mondo, “traduce” in un linguaggio immediato ed efficace – quello delle storie a fumetti – le storie zen di un libro scritto più di duemila anni fa
dal saggio taoista Chuang Tsu.
Chung riesce a “rispolverare” la millenaria tradizione taoista per renderla accessibile ai più e di immediata fruibilità anche per un pubblico occidentale. I protagonisti delle sue “strisce” sono monaci zen, giovani allievi, come anche onde del mare, tazze di tè, anatre e tutto ciò che l’antico testo taoista utilizzava a scopo metaforico per trasmettere l’essenza dello Zen. Co-protagonista di ogni storiella è un piccolo monaco grassottello che, alla fine, spiega la “morale” implicita in ogni episodio.
Questo aiuta il lettore a cogliere il messaggio sotteso dietro la storie illustrate ma, soprattutto, ad avvicinarsi man mano alla “logica” mediante la quale i principi dello Zen vengono trasmessi con queste storie.
Probabilmente, dopo aver letto la spiegazione del monaco a fine pagina, molti di voi sentiranno l’esigenza di tornare all’inizio della storiella e rileggerla nuovamente…
Il cammino di Santiago (Paulo Coelho)
Il cammino di Santiago è uno dei libri più celebri di Paulo Coelho, un testo scritto dall’Autore proprio sulla scorta della sua personale e diretta esperienza del cammino più famoso del mondo. Si tratta della testimonianza di un percorso che, da concreto, diventa via via spirituale, un viaggio “fuori” mediante il quale accedere a un viaggio “dentro” sé stessi alla riscoperta di valori e dimensioni dell’esistere che solo astraendosi da tutto ciò che normalmente si vive nel quotidiano possono rivelarsi alla nostra esperienza.
Un libro che, nonostante utilizzi il cammino di Santiago solo come pre-testo, è stato letto da molti di coloro che si apprestavano a compiere a loro volta quel percorso, come introduzione e fonte di ispirazione per il pellegrinaggio.
Si tratta della narrazione di un viaggio interiore, dove si mescolano figure della tradizione cristiana, esoterismo e magia che configurano diverse “prove” o ostacoli che il protagonista dovrà affrontare lungo il cammino con l’aiuto di una guida più esperta, Petrus, che ha già attraversato lo stesso percorso.
Una storia, quella di Coelho, che prende direttamente spunto dalla sua vicenda autobiografica per testimoniare quello che è archetipicamente il viaggio interiore che ognuno di noi è chiamato a compiere dentro sé stesso per connettersi ad una dimensione trascendente e più piena dell’esistenza.
Il libro ha avuto il merito di aver restituito popolarità al cammino di Santiago che, proprio in quegli anni, ritrovò nuova vita richiamando molte persone da ogni parte del mondo che, sulla scia del libro di Coelho, sperimentarono che più importante della meta in sé è il viaggio:
“Quando si va verso un obiettivo è molto importante prestare attenzione al cammino. È il cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare, e ci arricchisce mentre lo percorriamo”
Lo Zen e il tiro con l’arco (Eugen Herrigel)
Eugen Herrigel con il suo Lo Zen e il tiro con l’arco ci offre un resoconto lucido e illuminante di come un occidentale possa avvicinarsi allo Zen. "Smetta di pensare al momento del tiro!" esclamava il Maestro. "Così non può che fallire!". "Non posso fare altrimenti" rispondevo "la tensione diventa addirittura dolorosa". "Questa sensazione la prova solo perché non è veramente distaccato da sé. Eppure è tutto così semplice. Una comune foglia di bambù può insegnarle di che si tratta. Sotto il peso della neve si piega in giù, sempre più in giù. E a un tratto il carico di neve scivola via senza che la foglia si sia mossa. Resti come essa nella massima tensione fino a che il colpo parta. E' così infatti: quando la tensione ha raggiunto il suo limite, il colpo deve partire, deve staccarsi dall'arciere come il carico di neve dalla foglia di bambù, prima ancora che egli ci pensi" (p.65).
L’autore, professore tedesco di filosofia, per essere introdotto allo Zen, decide di imparare la pratica del tiro con l’arco, una delle arti a cui più direttamente si applica da secoli la filosofia Zen. Tirare l’arco e scoccare la freccia, scoprirà Herrigel, sono gesti scontati solo in apparenza. Quanto più egli si concentra sul desiderio di riuscire, sulla “performance” e sullo sforzo controllato e intenzionale, tanto
maggiore diventa la fatica e la difficoltà di coordinazione.
Nel corso del suo apprendistato, Herrigel comprenderà che solo ribaltando la sua prospettiva, il suo atteggiamento nei confronti di sé stesso e della vita potrà riuscire a scoccare la freccia e che l’obiettivo di questo gesto non è il bersaglio ma, molto più verosimilmente, sé stesso.
Una lucida e puntuale testimonianza di quanto possa essere difficile ma illuminante provare ad abbandonare lo sforzo, l’intenzionalità, e il controllo per accedere a uno stato della mente – che potremmo definire a tutti gli effetti meditativo – nel quale solo facendo il “vuoto” (dai propri preconcetti, aspettative, intenzioni) e accettando di essere un tutt’uno con l’universo per affidarsi ad esso si riuscirà a scoccare la freccia e a centrare il bersaglio…
Il profeta (Kahlil Gibran)
“Voi sarete liberi in verità non quando i vostri giorni saranno senza affanni, e le vostre notti senza un bisogno e un dolore, ma piuttosto quando queste cose vi cingeranno la vita e ciononostante vi eleverete al
di sopra di esse nudi e sciolti” (p. 46).
Kahlil Gibran fu saggista, mistico e artista libanese naturalizzato statunitense. Il profeta è il suo libro di maggior successo che, attraverso le parole del mistico Almustafa, fornisce una serie di risposte riguardo ai temi più importanti dell’esistenza: l’amore, il matrimonio, i figli, la libertà, la morte, l’amicizia, il lavoro e tanti altri.
Il libro di Gibran si presta a una modalità di lettura non lineare, sfogliandolo sentirete probabilmente l’esigenza di procedere per “salti”, dirigendo la vostra attenzione prima su alcuni temi e tralasciandone altri. Le pagine di questo libro nel corso del tempo potranno fornire spunti diversi, cangianti e sempre straordinariamente attuali per la mente di chi legge.
Un testo che, come gli altri qui proposti, si propone di favorire l’incontro tra due culture, quella orientale e quella occidentale.
Con te e senza di te (Osho Rajneesh)
“Per una relazione è necessaria sia l’intimità che la lontananza. Infatti, in una relazione viva esiste sempre lo stare vicini e l’allontanarsi: avvicinarsi e allontanarsi senza distruggere le rispettive individualità” (p.8).
Uno fra i moltissimi libri che riportano i discorsi di Osho Rajneesh (1931-1990), mistico e maestro spirituale indiano, che con incomparabile semplicità e profondità a un tempo seppe parlare della meditazione e della visione della vita che da essa deriva con toni coinvolgenti e allo stesso tempo dissacranti rispetto al sentire comune dell’epoca.
In Con te e senza di te, Osho ci parla dell’amore in tutte le sue connotazioni, fisiche, sentimentali e spirituali. Due gli elementi salienti del suo messaggio:
- Il primo: l’amore è una dimensione unica e variegata allo stesso tempo, non esistono aspetti più e meno nobili delle sue manifestazioni, non esiste una scissione fra le energie del corpo e quelle spirituali. Ma, anzi, è proprio a partire dal corpo, dall’esperienza carnale e passionale dell’atto amoroso, che attinge dalle profondità più autentiche e ancestrali del nostro essere, che uomini e donne possono coltivare una dimensione di crescita personale e spirituale facendo dell’atto amoroso qualcosa di “sacro” .
- In secondo luogo, l’amore non è bisogno/possesso dell’altro, non muove dal desiderio di colmare una mancanza, bensì dalla pienezza interiore; non deriva da un vuoto da colmare, ma da un’abbondanza da condividere. Si tratta, dice Osho, di un “a priori”, un atteggiamento nei confronti di sé stessi e dell’esistenza che trascende la presenza contingente di un’altra persona che incarni un oggetto d’amore.
Un testo che invita a pensare, un libro da leggere a piccole dosi e rileggere più e più volte e che invita a riconfigurare il legami come un insieme armonico di attaccamento e separazione.
Bibliografia
Coelho P. (1987). Il cammino di Santiago, trad. it. Bombiani, Milano, 2001.
Gibran K. (1923). Il profeta, trad. it. Feltrinelli, Milano, 1991.
Herrigel E. (1948). Lo Zen e il tiro con l’arco, trad. it. Adelphi, Milano, 1975.
Osho Rajneesh (1991). Con te e senza di te, trad. it. Mondadori, Milano, 1995.
Tsai Chih Chung (1994). Dice lo Zen, trad. it. Feltrinelli, Milano, 1999.