Buddhismo Zen e Psicoanalisi: la moderna ricerca del Sacro
La moderna cultura occidentale ha assistito, a partire dagli anni ’60 e ’70, ad una progressiva diffusione e divulgazione del Buddhismo Zen che sembrerebbe aver accolto quel vuoto di spiritualità lasciato dalla crisi dei valori e delle istituzioni giudaico-cristiane. Il Buddhismo ha incontrato anche la psicoanalisi ispirando e influenzando il pensiero di molti Autori alla ricerca punti di intersezione fra due vie apparentemente distanti di crescita e liberazione dell’essere umano.
La diffusione occidentale del Buddismo Zen e la sua influenza nella psicoanalisi contemporanea è avvenuta nel corso del ‘900 e in particolare dagli anni ’60 in poi fino ad arrivare ai giorni nostri; fra gli autori che più si interessarono alle connessioni fra psicoanalisi e buddhismo Zen ritroviamo Carl Gustav Jung ed Erik Fromm che conobbero personalmente Daisetz Teitaro Suzuki (1870-1966) considerato in tutto il mondo una delle massime autorità del Buddhismo Zen (Fromm, E., Suzuki, D.T., De Martino, R., Psicoanalisi e Buddhismo Zen, Ubaldini, 1968). E’ proprio Jung nella prefazione del libro di Suzuki Introduzione al Buddhismo Zen (Roma, Ubaldini, 1970) a sottolineare l’importanza del contributo di Suzuki alla divulgazione del Buddhismo Zen nel mondo occidentale.
Psicoanalisi, Buddhismo Zen e modernità
Osservano Jung e James Hillman quanto l’uomo moderno e contemporaneo abbiano perduto i propri dèi, i propri simboli che, nel passato, sostanziavano la vita rituale e collettiva connettendo l’individuo al mondo sociale e sovra-personale a cui appartiene (Jung, C.G., Gli archetipi dell’inconscio collettivo, trad. it., Boringhieri, Torino, 1977). E’ in questo vuoto culturale e spirituale lasciato dalle religioni giudaico-cristiane che la società occidentale ha visto diffondersi al suo interno un crescente interesse per le filosofie e le religioni orientali fra cui il Buddhismo Zen e i simboli dell’Oriente ancora in grado di connettere l’uomo occidentale, assuefatto ai simboli giudaico-cristiani, col senso del sacro, della spiritualità e quindi della dimensione sovra-personale ad esso trascendente.
Psicoanalisi, Buddhismo Zen e Psicologia Analitica
La visione di Jung e della Psicologia Analitica tenta in tal senso di recuperare quella dimensione spirituale che con la psicoanalisi freudiana sembrava rimasta in ombra. Là dove infatti la dottrina freudiana era originariamente incentrata sulla dimensione individuale e intrapersonale dell’uomo, la visione di Jung abbraccia anche la dimensione religiosa e spirituale riconnettendo l’uomo, tramite la simbologia degli Archetipi, a quella dimensione sovra-personale dell’Inconscio Collettivo e quindi a quei temi trasversali e comuni a tutte le culture umane.
Psicoanalisi, Buddhismo Zen e Psicoanalisi contemporanea
Anthony Molino e Roberto Carnevali (Tra sogni del Budda e risvegli di Freud, Arpanet, Milano, 2010) evidenziando le profonde influenze che la diffusione del Buddhismo Zen in Occidente ha avuto nel pensiero psicoanalitico passato e contemporaneo, evidenziano come tanto la psicoanalisi quanto il Buddhismo Zen, seppur da diverse prospettive, mirerebbero a promuovere nell’essere umano uno stato di profonda accettazione e di apertura all’esperienza riconnettendolo alla dimensione sovra-personale e comunitaria in cui le proprie vicende sono inserite.