Minori in rete: chi è responsabile?

Siamo sempre preoccupati dei pericoli che possono affliggere i piccoli di casa durante la navigazione: e se fossero loro a combinarne una grossa? Chi è responsabile?

Minori in rete: chi è responsabile?

Il tema dei figli su Internet e dei minori e le Nuove Tecnologie scatena negli adulti atteggiamenti molto protettivi. La paura di fare brutti incontri o di visionare materiali non idonei ci porta a riflettere su come evitargli esperienze digitali negative. Ragionare sull’educazione digitale significa anche considerare l’altra faccia del problema: e se fossero loro a causare problemi? Cyberbullismo, sexting, spese folli, ma anche diffusione di materiali poco idonei possono essere comportamenti di cui i minori non comprendono la portata, ma con conseguenze spiacevoli di cui qualcuno deve prendersi la responsabilità. Per i minori in Rete chi è responsabile?


La responsabilità morale

Il tema della responsabilità richiama all’educazione alla moralità, a ciò che è giusto e sbagliato, un tema che va ben al di là dell’ambito digitale. La difficoltà i questo caso sta nel inserire i vecchi valori in una nuova cornice, fatta di luoghi sociali di cui a volte, i genitori non conoscono neppure l’esistenza. Secondo Kolberg il bambino attraversa 3 livelli di acquisizione della moralità:

  • Fino ai 9-10 anni prevale uno stadio preconvenzionale: la morale è legata all’evitamento della punizione.  Nel primo stadio la punizione è talmente prevalente che il bambino non tiene conto delle intenzione nel giudicare il giusto/sbagliato. Mentre nel secondo stadio la valutazione diventa più relativa all’ambiente e alle circostanze.
  • Dai 12 ai 20 anni si assiste allo stadio convenzionale: il comportamento morale viene agganciato alle norme socialmente approvate. In una prima fase “orientamento da bravo ragazzo”, il minore cerca di corrispondere alle aspettative positive che la società ha nei suoi confronti. Ne segue un orientamento “legato all’ordine sociale” in cui il comportamento e la sua moralità si legano al posto che si occupa all’interno della società.

Questo breve specchietto illustrativo può essere usato come indicazione per spiegare, in base al livello di sviluppo, perché certi comportamenti su Internet siano giusti o sbagliati, così come si fa per i comportamenti offline.

 

La responsabilità legale

Nell’ambito della responsabilità legale, occorre fare un po’ di chiarezza. Prima di tutto esiste il diritto di querelare, cioè la possibilità, avendo ricevuto un’offesa, di richiedere di procedere legalmente. Per i minori di quattordici anni questa possibilità spetta solo ai genitori, mentre dopo:

  • Il minore può sporgere querela in forma autonoma o tramite un legale rappresentante (in primis i genitori)
  • I genitori possono querelare anche se il minorenne non è d’accordo.

L’altro versante della questione riguarda invece l’imputabilità: cioè la possibilità di andare a giudizio e di essere riconosciuti colpevoli di un reato. Il quattordicesimo anno di età resta il punto di svolta. Prima dei 14 anni  il minorenne non è imputabile, al massimo può essere riconosciuto socialmente pericoloso. Dopo tale compleanno, il ragazzo può essere imputabile: spetta al giudice, caso per caso, accertarsi della capacità di intendere e di volere in relazione al reato.

 

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