Liti tra vicini di casa, come placarle e andare d'accordo

“La mia libertà finisce dove comincia la vostra” recita un famoso detto. Per evitare le liti tra vicini di casa sarebbe utile recuperare questo principio, troppo spesso dimenticato nelle nostre vite frenetiche e individualiste.

Vicini di casa, litigi

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Vicini molesti, vicini rumorosi di notte, vicini invadenti che sembrano ignorare le più elementari regole di buon vicinato… A chi non è mai capitato di ritrovarsi in una situazione del genere almeno una volta? Come evitare le liti tra vicini di casa?

 

Vicini di casa, questi sconosciuti…

I rapporti tra vicini di casa sono molto cambiati negli ultimi decenni, soprattutto nei grandi centri urbani. Questi si configurano spesso come megalopoli anonime dove ognuno è abituato a pensare per sé, a ritrovarsi a vivere tra sconosciuti, passando nel più totale anonimato ogni incombenza della giornata: dalla spesa al supermercato, all’incontro con un altro essere umano sul pianerottolo di casa… 

 

A questo contribuisce senz’altro l’attuale società “liquida” (Bauman, 2000) e individualista che sembra aver perso i riferimenti collettivi e comunitari che guidavano l’agire e il sentire sociale fino ad alcuni decenni fa. Sempre più spesso ci si sente “ognuno per sé” e molto raramente ci si percepisce appartenenti a duna comunità. La pandemia da Sars-CoV-2 sembra aver rimesso al centro il valore del bene comune costringendo anche molte persone a instaurare rapporti con vicini e condomini, fino ad allora sconosciuti. 

 

Il tempo che passiamo a casa è infatti mediamente aumentato rispetto al passato: ormai le nostre abitazioni sono diventare anche luoghi di lavoro, per chi è in smart working, luoghi di istruzione con tutti i suoi pro e contro ocme nella DAD, palestre, ristoranti… I

 

n questo scenario, molti di noi hanno avuto per la prima volta occasione di conoscere più a fondo i propri dirimpettai o i vicini di balcone o quelli del piano di sotto… Le conseguenze di questo possono essere state positive per coloro che hanno allacciato rapporti piacevoli, irritanti per chi ha scoperto di avere vicini “molesti”! Come evitare liti tra vicini di casa, dato che siamo destinati a trascorrere molto più tempo tra le mura domestiche?

 

Non nel mio cortile…

La città avrebbe bisogno di più linee della metropolitana, siamo estremamente favorevoli affinché questo avvenga ma… non vogliamo certo che si scavino gallerie dietro il palazzo di casa nostra!
Ci riteniamo a favore dell’integrazione multiculturale, diciamo di non avere alcun pregiudizio nei confronti di persone di etnia e cultura differente dalla nostra purchè… l’odore di cucina speziata non arrivi sul nostro balcone! Gli esempi potrebbero continuare.

 

Questi atteggiamenti contraddittori e ambivalenti vengono utilmente inquadrati facendo ricorso al concetto inglese di NIMBY: di Not In My Back Yard, "Non nel mio cortile". Nato in psicologia sociale per spiegare le reticenze delle persone verso la costruzione di certe opere pubbliche, tale costrutto sembra applicabile a molte di quelle circostanze in cui a livello “teorico” le persone si dichiarano a favore di qualcosa tranne poi rigettarla qualora la sua realizzazione/applicazione vada in qualche modo a limitare o condizionare la propria libertà individuale.

 

Gli esseri umani in effetti sono contraddittori per natura: c’è differenza fra il professarsi “pro” qualcosa e l’implicarsi in prima persona per far sì che questo accada. Spesso sembra più facile appoggiare a parole determinate idee, beneficiando anche dell’identità “politicamente corretta” che da questo deriva, piuttosto che impegnarsi direttamente

 

Sarebbe semplicistico e anche ingiusto bollare questi atteggiamenti come “egoisti” o opportunisti. In realtà si tratta di un fenomeno largamente diffuso, di cui tutti noi possiamo scoprirci portatori poiché la società attuale poco ci ha abituato a considerarci parte di una comunità, a ispirarci a valori condivisi o a rinunciare a qualcosa di individuale per un bene comune. 

 

Viviamo nell’era della gratificazione immediata, senza condizioni o dilazioni dove il modello consumistico ci istiga a soddisfare illimitatamente e senza sforzo ogni nostro desiderio. Tutto è sempre più dematerializzato, basta un “click”, non dobbiamo neanche rapportarci ad un altro essere umano, niente denaro contante: è molto difficile in tali condizioni, ad esempio, avere la percezione dell’impatto etico o ambientale delle nostre scelte di consumo. I comportamenti che assumiamo in casa spesso non fanno eccezione e le liti tra vicini di casa – liti che sono sempre esistite – oggi derivano anche da questo background culturale.
 

Liti tra vicini di casa e gestione dei conflitti

Lasciamo da parte, naturalmente, quei contenziosi che costituiscono reato o dolo dal punto di vista giuridico e che non hanno altra risoluzione se non quella nei termini di legge.

 

Consideriamo invece le liti più comuni, quelle di importanza apparentemente minore: vicini che risultano rumorosi perché hanno abitudini/orari diversi dai nostri, perché sono (o siamo) più tempo a casa o che non hanno minimamente la percezione di essere sentiti dagli altri condomini. Vicini che adottano cucine diverse dalla nostra o che iniziano a cucinare nella più mediterranea della maniere fin dalla prima mattina inondando le scale dell’odore della cena che serviranno fra 12 ore.

 

Poi ci sono quelli che devono fare lavori di ristrutturazione, chi ha bambini, cani, gatti… L’elenco naturalmente potrebbe continuare.
Che fare di fronte a queste situazioni che ci generano disappunto?
Quando ci sentiamo paralizzati dal non saper che fare spesso siamo alle prese alcuni problemi.

 

In primo luogo la vita ci sta confrontando col fatto, psicologicamente inatteso, che c’è un mondo introno a noi che non necessariamente possiamo eliminare una volta chiusa la porta di casa. Nonostante il grande valore che attribuiamo alla nostra privacy domestica, continuano ad esserci altre persone di cui dobbiamo tener conto: questo significa rispettare la loro libertà ma anche gestire i conflitti che potrebbero presentarsi. Insomma: potrebbe essere la prima volta che ci troviamo nelle condizioni di andare a bussare a un nostro vicino e rivolgergli la parola.

 

La mancanza di un rapporto pregresso rende più difficile il confronto: accentua sentimenti di imbarazzo, insofferenza e aggressività. Forse anche il nostro vicino “molesto” rimarrà a sua volta sorpreso di avere un vicinato che non può ignorare e seccato di non poter esercitare la sua libertà di “espressione” illimitatamente. 

 

Sarà bene dunque non rispondere alle provocazioni, evitare di alimentare i dispetti dei vicini e riportare tutto dentro ad un dialogo costruttivo

 

Non sempre, ma più spesso di quanto si potrebbe pensare, la giusta via sta nel mezzo: riconoscere le ragioni di entrambi può rivelarsi il modo migliore per negoziare con successo e portare a casa un compromesso accettabile per entrambe le parti. Può non essere facile mettersi nei panni dell’altro, ma è una fatica che solitamente viene ben ripagata. 

 

In generale portare avanti rapporti cordiali e buon vicinato, invece di isolarsi nell’anonimato, è un metodo utile per evitare liti o smorzarle in tempi rapidi oltre che un arricchimento del nostro senso di comunità.