Prevenzione HIV fra gli adolescenti: informare non basta
E’ partito a Roma il progetto “HIV? Sintonizzati!” rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado con l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi sull’importanza della prevenzione non mediante la sola informazione, ma sollecitando il dibattito e il confronto su atteggiamenti, pregiudizi e stili di vita fra i giovani. Ma vediamo meglio perché, nel caso di HIV e adolescenti, la semplice informazione non basta.
Si chiama “HIV? Sintonizzati!” ed è l’iniziativa di prevenzione dell’HIV fra gli adolescenti promosso nelle scuole secondarie romane che vorrebbe attuare un confronto fra i ragazzi e esperti medici e psicologi per promuovere un’educazione alla salute consapevole ed efficace.
HIV e adolescenti: quale prevenzione?
Nel caso dell’AIDS, poiché non esiste a tutt’oggi un vaccino contro l’infezione dal virus HIV, risultano più che mai centrali gli interventi di prevenzione riguardanti soprattutto i comportamenti sessuali a rischio rivolti agli adolescenti.
Molti programmi e campagne del passato, tuttavia, sono stati messi in atto in modo sostanzialmente “passivo” limitandosi a promuovere negli adolescenti una corretta informazione e un aumento di conoscenze sulla malattia e il rischio personale di contrarla assumendo implicitamente che l’acquisizione di tali conoscenze si traducesse automaticamente nell’adozione di comportamenti preventivi fra i ragazzi.
HIV e adolescenti: informazione e atteggiamenti
Diversi studi hanno invece dimostrato come messaggi meramente informativi non riescano a produrre negli adolescenti un reale cambiamento di atteggiamenti verso la malattia, né un cambiamento nelle intenzioni comportamentali.
Si rivela imprescindibile, infatti, considerare i molteplici determinanti che sostengono i comportamenti a rischio soprattutto fra adolescenti (variabili socio-demografiche, schemi normativi-valoriali, stili di funzionamento familiare ecc..); pertanto, al di là di acquisizione di conoscenze, è soprattutto lo sviluppo di capacità comunicative/negoziali che può riflettersi in un cambiamento di atteggiamenti e comportamenti dei confronti della malattia.
HIV e adolescenti: le skills comportamentali
Il modello dell'Information, Motivation, Behaviours Skills (Fisher J.D., Fisher W.A., 1992, “Changing AIDS–Risk Behaviour”, Psychological Bulletin, 111: 455-474) risulta un utile riferimento per campagne e progetti di prevenzione dell’HIV fra gli adolescenti.
Tale modello fa riferimento a tre ordini di fattori: le informazioni sulla malattia, la motivazione ad adottare comportamenti preventivi e le capacità personali e sociali richieste per adottarli.
Le informazioni e le motivazioni sui rischi dell’HIV, infatti, influenzano indirettamente il comportamento preventivo attraverso quelle skills comportamentali - quali senso di autoefficacia, assertività, capacità di negoziare e comunicare - che esercitano invece un’influenza diretta.
HIV e adolescenti: la dimensione relazionale
La responsabilità o meno con cui si adottano certi comportamenti sessuali attiene alla dimensione intrinsecamente relazionale della sessualità, dimensione ancora incerta fra gli adolescenti oggi sempre più disinibiti e precoci nei loro primi approcci sessuali, ma non altrettanto competenti e responsabili emotivamente nel vivere tali esperienze.
Soltanto tenendo conto di questa dimensione sociale e relazionale sarà possibile promuovere un cambiamento di atteggiamenti verso la malattia e di alcuni comportamenti ad essa connessi.
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