Fattori protettivi nello sviluppo dell'adolescente. Promuovere… per prevenire
Intervenire adeguatamente a livello educativo in adolescenza è di particolare importanza in quanto questa fase risulta particolarmente determinante per lo strutturarsi di comportamenti problematici o salutari che tendono a conservarsi in età adulta.
In questo articolo si metterà in evidenza l’importanza di intervenire sui fattori protettivi come elementi su cui far leva per incentivare un percorso di crescita sano al fine di favorire la realizzazione dei compiti evolutivi dell’adolescente.
Inquadrare l’adolescenza in un’ottica educativa significa inserire le dinamiche della crisi adolescenziale nel contesto affettivo, relazionale e sociale in cui si svolgono, al fine di rispondere adeguatamente a tale complessità. Come è facile intuire, intervenire in modo adeguato in adolescenza è di particolare importanza poiché, questa fase più di altre, incide sulla strutturazione di comportamenti positivi o problematici che tenderanno a conservarsi in età adulta.
Come educatori pertanto è necessario comprendere la complessità dei cambiamenti e bisogni evolutivi che riguardano l’adolescente e offrire un contesto valido in cui possano sviluppare le loro potenzialità al meglio.
In questo articolo si metterà in evidenza l’importanza di intervenire sui fattori protettivi come elementi su cui far leva per incentivare, a livello educativo, un percorso di crescita sano favorendo così la realizzazione dei compiti evolutivi dell’adolescente che riguardano essenzialmente l’individuazione della propria identità e la differenziazione-separazione dai propri modelli genitoriali.
Il compito degli educatori: evitare pericoli o promuovere competenze vitali?
Tradizionalmente, l’intervento in adolescenza si qualifica per il suo carattere preventivo rispetto alla messa in atto di comportamenti di rischio ovvero comportamenti che possono -sia a breve che a lungo termine- influenzare negativamente la salute fisica e il benessere psicologico e sociale dell’individuo (ad esempio uso di sostanze psicoattive, adozione di comportamenti devianti o antisociali, guida pericolosa e qualsiasi altra condotta che compromette il benessere dell’adolescente). A questa visione, va integrato anche l’aspetto della promozione delle potenzialità individuali come variabili dal ruolo determinante..
La promozione infatti, agisce facendo leva sui cosiddetti fattori protettivi, quali elementi capaci di esercitare un’azione di tutela degli equilibri psicologici e comportamentali di un individuo. Essi possono avere un duplice ruolo: di promozione del comportamento positivo, di moderazione o tamponamento dell’effetto dell’esposizione al rischio.
Percorsi evolutivi sani: il ruolo dei fattori di protezione
Ciascun adolescente, in base all’influenza di fattori protettivi e di rischio, risponde in modo del tutto singolare alle sfide evolutive che lo chiamano in causa in questa delicata fase della propria vita. I fattori di protezione, come accennato, costituiscono delle variabili di natura personale o ambientale in grado di contrastare o addirittura annullare l’influenza dei fattori di rischio.
Vediamo brevemente quali sono e a quali compiti evolutivi risultano funzionali per la loro risoluzione.
1.Fattori protettivi di natura personale
I fattori protettivi di natura personale sono atteggiamenti e competenze cognitive, affettive e relazionali che predispongono a fronteggiare con successo situazioni particolarmente critiche. Ad esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato fra le cosiddette “competenze vitali”, comunemente note come life skills, la capacità di prendere decisioni e risolvere problemi, la creatività, il pensiero critico, la capacità di comunicazione efficace, la capacità di relazione, l’autoefficacia, l’empatia ed infine, la capacità di gestire le emozioni e lo stress.
Oltre a queste abilità si considera fattore protettivo il ruolo che riveste l’intervento di alcuni valori: l’importanza attribuita alla salute, all’aspetto religioso e all’esperienza scolastica.
Queste competenze vitali e l’influsso di queste variabili valoriali concorrono alla buona realizzazione del processo di costruzione dell’identità; in particolare influiscono positivamente sulla capacità di definire se stessi, di giungere cioè ad una certa autoconsapevolezza circa gli elementi che caratterizzano la propria personalità in crescita (gusti, interessi, desideri, aspirazioni) e di progettare e dare senso alla propria esperienza.
Oltre alle variabili di ordine personale, vi sono fattori protettivi strettamente legati ai contesti in cui si realizza lo sviluppo dell’adolescenza: dunque la famiglia, la realtà del gruppo dei coetanei e la scuola.
2.Fattori protettivi nel contesto familiare
Nell’ambito familiare, costituisce un fattore di protezione la presenza di un modello positivo di adulto e l’esplicita disapprovazione dei comportamenti a rischio da parte delle figure genitoriali. In modo indiretto, influisce positivamente anche lo stile educativo autorevole qualora si mostri in grado di garantire sostegno e struttura attraverso un adeguato controllo e, al contempo, un clima aperto al dialogo.
La presenza di queste variabili può influire sulla buona ridefinizione della propria identità fisica ovvero favorire l’accettazione del proprio corpo, avere modelli funzionali di relazionarsi all’altro sesso. Il tipo di stile educativo–se autorevole- può agevolare il processo sano di emancipazione dalle figure genitoriali e può permettere l’interiorizzazione di un senso di “autoefficacia personale” intesa come percezione di saper gestire efficacemente le relazioni con gli adulti e con i pari.
3.Fattori protettivi nel contesto scolastico
Infine, relativamente al contesto scolastico, svolge un’importante funzione protettiva la possibilità di vivere un’esperienza di successo per la quale l’adolescente sperimenterà soddisfazione e percezione di competenza.
Altri elementi attinenti all’organizzazione scolastica possono anch’essi favorire uno sviluppo sano: ad esempio, un contesto favorevole all’apprendimento che preveda una strutturazione dei tempi e degli spazi, la predisposizione di regole che risultino condivise e chiare (sia per il contenuto che per il significato) esplicitando le relative sanzioni. Inoltre, i metodi e i contenuti specifici dell’attività didattica mediati da un insegnante consapevole del proprio ruolo educativo, favoriscono la realizzazione dei compiti di sviluppo in un contesto sicuro.
Queste condizioni –come è facile dedurre- favoriscono l’acquisizione dell’identità sociale da parte dell’adolescente in quanto le esperienze realizzate in ambito scolastico diventano la fonte principale della propria percezione di competenza. Dal punto di vista della socializzazione con i compagni il gruppo permette di identificarsi e differenziarsi: differenziarsi dagli adulti e da altri gruppi non aventi lo stesso codice di regole e comportamenti e, di identificarsi al gruppo di appartenenza mediante altri coetenei percepiti come “simili”a se.
In conclusione…
I fattori protettivi pertanto, costituiscono un riferimento per la progettazione di interventi educativi volti a promuovere un’adeguata realizzazione dei compiti evolutivi adolescenziali.
Per l’educatore, infatti, inquadrare i comportamenti di rischio nell’ottica della funzionalità ovvero del senso evolutivo che rivestono nella fase adolescenziale e conoscere i fattori protettivi sono due elementi importanti al fine di promuovere nell’adolescente comportamenti alternativi in grado di favorire una crescita sana e dunque la realizzazione dei suoi compiti di sviluppo.