Nascere donne aiuta a fronteggiare lo stress?
Una ricerca evidenzia i fondamenti fisiologici della diversa reazione allo stress di uomini e donne. La maggiore resilienza di fronte allo stress dimostrata generalmente dalle donne sarebbe, secondo i ricercatori, il risultato dell’azione degli estrogeni, gli ormoni femminili che regolano memoria a breve termine, attenzione, capacità esecutive e di coping che, in presenza di eventi stressanti sarebbero più prontamente attivate nelle donne. Gli uomini, di contro, tenderebbero a reagire con comportamenti aggressivi e di “attacco” invece di adattarsi alle situazioni. L’ennesimo primato femminile o il rischio di una semplificazione eccessiva?
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E’ del 2013 uno studio del dipartimento di psicologia e biofisica dell’Università di Buffalo che confermerebbe la maggiore capacità di resistenza allo stress delle donne rispetto agli uomini, complici gli effetti neurofisiologici degli estrogeni, gli ormoni femminili che garantirebbero una maggiore resistenza allo stress. Difficile pensare però che possa ridursi tutto a una questione di “chimica”…
Gli estrogeni come mediatori della risposta allo stress
Lo studio in questione, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, sembrerebbe evidenziare la base fisiologica della maggior resistenza allo stress delle donne rispetto agli uomini (Wei, J., et.al., Estrogen protects against the detrimental effects of repeated stress on glutamatergic transmission and cognition, Molecular Psychiatry, 1-11, 2013). Questa ricerca, infatti, confermerebbe e amplierebbe i risultati già di precedenti studi – condotti come questo su una popolazione di ratti – in base ai quali condizioni di frustrazioni e pressioni ripetute determinerebbero nei maschi ma non nelle femmine una perdita di recettori per il glutammato, il neurotrasmettitore che controlla la risposta allo stress. Lo studio pubblicato recentemente evidenzia come questa differenza sarebbe mediata dalla maggior quantità di estrogeni prodotti naturalmente nel cervello femminile ormoni che, quindi, giocherebbero un ruolo importante nel modulare la risposta allo stress nelle femmine.
Le donne si adattano e gli uomini vanno all’attacco?
Certo, si tratta al momento di ricerche e studi effettuati non direttamente su uomini e donne ma su campioni di topi maschi e femmine dove tuttavia i meccanismi basilari di azione degli ormoni sessuali e delle risposte da stress sono paragonabili a quelle umane. In sintesi, si potrebbe ipotizzare che uomini e donne, a causa della loro differente configurazione ormonale, potrebbero essere predisposti a reagire diversamente agli stress: messe sotto pressione le donne tenderebbero ad adattarsi con efficacia alla situazione strategizzando di conseguenza il proprio comportamento là dove gli uomini potrebbero invece essere costituzionalmente tendenti a reagire aggressivamente, attaccando e cercando di modificare le circostanze esterne piuttosto che loro stessi.
Gestire adattivamente gli stress
In ogni caso la questione rimane complessa là dove, per la specie umana più che per i topi, è difficile individuare eventi che possano essere ritenuti “oggettivamente” stressanti giacché, come insegnano le teorie cognitive dello stress, è la valutazione che facciamo di una situazione e il significato che le attribuiamo a determinare se la vivremo come fonte di stress eccedente le nostre capacità di fronteggiamento o, al contrario, come una contrarietà superabile o una sfida interessante. In entrambi i casi adattarsi alla situazione od esercitare la propria assertività e autoefficacia per determinare anche un cambiamento in ciò che delle circostanze può essere modificato possono rivelarsi entrambe modalità utili. Quello che più determina, nel rapporto tra stress e salute, se una risposta allo stress sia o meno adattiva, per uomini e donne, è quanto si sia in grado di far ricorso a risorse interne ed esterne per affrontare il problema o, al contrario, si tenda a venirne impotentemente schiacciati o si finisca con il negarlo a sé stessi senza riuscire sostanzialmente a gestirlo.
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