Timidezza del bambino, cosa fare?
La timidezza del bambino è davvero un problema? Lo è sempre? Cosa nasconde? I bambini vivaci ed espansivi ci danno la sensazione che vada tutto bene; allora che fare quando il piccolo è timido?
Come dovrebbe essere un bambino? Ogni genitore se lo è immaginato durante la gravidanza, il figlio perfetto o quello che pensa sarebbe arrivato.
L'immagine del bambino accompagna le nostre speranze e le nostre preoccupazioni a volte anche ingigantendole.
La vivacità è sicuramente uno dei tratti che più piace (e che a molti non genitori irrita) dei piccoli e la timidezza del bambino per molti è vissuta come un problema da risolvere.
Che fare con un bambino timido? Vediamolo insieme.
Cos'è la timidezza?
Prima di tutto scacciamo le paure: la timidezza non è nulla di patologico, se non quando è estremizzata, è un modo di affrontare la vita esterna e gli altri.
Forse molti genitori pensano che essere timidi porti il proprio figlio ad avere una posizione minoritaria o più debole nel mondo, ma non necessariamente è così.
Secondo la "Clinica della timidezza", sito online che offre spunti e consigli sull'argomento, possiamo chiarire la questione distinguendo:
- momenti di riservatezza o chiusura (di durata variabile) durante i quali ci ritiriamo dal mondo per concentrarci su noi stessi;
- la timidezza come tratto di personalità stabile che quindi ci accompagna nella quotidianità, ma che non rappresenta un ostacolo alla vita sociale;
- la patologia che insorge quando la chiusura è cronica e la persona rifugge ogni forma di socialità, vissuta con forte disagio.
Cosa possiamo valutare in un bambino che ancora non riesce a verbalizzare ciò che accade internamente? Il suo comportamento è comunque un indice da considerare.
Anche il bambino timido posto in situazioni nuove o particolarmente coinvolgenti dopo un po' si lascia prendere dalla curiosità e non resta sempre ai margini dell'azione. Pensate a quante volte i bambini durante una festa si lasciano andare quando restano ormai 10 minuti per divertirsi: una volta che hanno superato il "blocco" non vogliono più venire via.
Un'altro elemento da considerare è il suo stato ansioso o comportamenti che facciamo emergere un forte stato di insicurezza.
Cosa fare?
Stabilito che non è un problema, ma volendo sostenere il proprio figlio nell'esplorazione del mondo esterno, cosa possiamo fare? Ecco qualche suggerimento dello psicologo Leo Venturelli che precisa che fino ai 6 anni il 50% dei bambini mostra segni di timidezza.
- Accettate la sua timidezza, sarà più facile venirne fuori
- Non etichettatelo come timido, soprattutto in presenza di altre persone mentre sta ascoltando
- Proponete dei giochi di ruolo mostrando vie alternative di comportamento
- Proponete un giocattolo che lo accompagni in situazioni difficili
- Aiutatelo solo quando vi sembra realmente in difficoltà.
Da dove nasce la timidezza?
La timidezza nasce dal rapporto con l'ambiente e dalla risposta che questo ci ha fornito durante i primi approcci. In un volume sull'argomento Philip Zimbardo sottolinea come la timidezza in sé non sia necessariamente un problema, ma lo diventa quando l'ambiente, i genitori in primis, lo rigettano facendo sentire il bambino sbagliato e ovviamente, aumentando la portata della timidezza stessa.
Il bambino timido ha conosciuto (spesso) la timidezza come modo di fare e di essere, magari dei genitori o di una figura di riferimento, e lo ha interiorizzato, apprendendolo per imitazione.
La timidezza patologica si vince?