Insegnare le nuove tecnologie ai figli, il metodo Tisseron
Quando cominciare ad insegnare l'educazione digitale ai nostri figli? Cosa insegnare loro per cominciare in modo che il discorso sia comprensibile? Queste sono alcune delle domande a cui il metodo 3 6 9 12 di Serge Tisseron risponde.
Educare al digitale è una questione spinosa per genitori ed insegnanti. La differenza generazionale tra migranti digitali e touch generation rende difficile integrare la nostra infanzia con i nuovi strumenti a disposizione. La questione diventa ancora più difficile se poi consideriamo che è difficile immaginare coma un bambino possa vivere questa totale apertura al mondo e al pubblico dato che non è stata vissuta dagli adulti odierni.
Tante domande possono sorgere al riguardo. Cosa insegnare? Quando cominciare? E come affrontare gli argomenti, soprattutto con degli individui in costante evoluzione e cambiamento? Il metodo 3 6 9 12 di Serge Tisseron ci offre una guida.
Il Metodo 3 6 9 12
Serge Tisseron nel suo libro "3 6 9 12. Diventare grandi all'epoca degli schermi digitali" ci illustra il compimento di un'intuizione avuta nel 2007. Un metodo semplice che desse una prima indicazione ai genitori su come comportarsi nell'educazione agli schermi. Ma cosa sono questi numeri? Si tratta di momenti di passaggio fondamentali per la vita di un bambino e ad ognuna viene associata, indicativamente, una serie di peculiarità che devono essere considerate per educare adeguatamente:
> 3 anni, ingresso alla scuola dell'infanzia
> 6 anni, ingresso alla scuola primaria
> 9 anni, possesso della lettoscrittura
> 12 anni, ingresso alla scuola secondaria di primo grado.
Ovviamente non si tratta di una guida onnicomprensiva, ma di suggestioni che ogni genitore dovrebbe integrare con la conoscenza approfondita di suo figlio, dei suoi interessi, degli amici di cui si circonda e dalle pratiche di casa, scuola e conoscenti.
L'obiettivo
Prima di dare qualche sommario suggerimento preso dal metodo 3 6 9 12 partiamo dalla fine: dall'obiettivo. Già perchè non tutti i genitori sono concordi su cosa significhi educare al digitale. Molti restano convinti di approccio puramente proibizionista che vada poi "ammorbidendosi" con l'età. Se avete già letto qualche mio articolo in proposito sapete già che non mi trova d'accordo, quindi proseguite a leggere se, come illustra anche Tisseron, gli obiettivi che vi ponete (nel lungo periodo) possono essere:
> trasmettere l'autoregolazione nell'uso dei device
> integrare nuove e "vecchie" tecnologie all'insegna dell'alternanza
> basarsi sull'accompagnamento e sulla narrazione come pratica di trasmissione di regole e di significati dal genitore al bambino e viceversa.
Quindi, che fare e che dire?
Ecco qualche gustoso suggerimento specifico per ogni fascia d'età. Magari non tutti vi troveranno d'accordo, ma credo siano un utile spunto di riflessione che, comunque, considera gli stadi di sviluppo del bambino.
> Fino a tre anni i bambini non traggono particolare beneficio nell'interazione con gli schermi, soprattutto se lasciati soli. Il bambino è molto sensibile all'imitazione e se volete farlo giocare con il tablet non lasciatelo mai solo, ma spiegate cosa state facendo. Non deve apprendere chissà cosa, deve solo passare piacevolmente del tempo con i genitori.
> Tra i 3 e i 6 anni stabilite dei precisi limiti temporali sul tempo da trascorrere davanti agli schermi in modo che sia chiaro e quando possibile commentate quello che stanno guardando. Se usate dei videogiochi preferite quelli multiplayer.
> Tra i 6 e i 9 anni nell'ambito del tempo concesso per interagire con i device elettronici, lasciate che decidano loro a quale dedicarsi così da comprenderne i gusti e creare un piccolo spazio decisionale. Il suo profilo protetto sul computer di casa (non in camera sua) diventa un luogo da personalizzare. Cercate però di interessarvi ai suoi giochi per poterne parlare insieme.
> Tra i 9 e i 12 anni i bambini si avvicinano all'età in cui possiedono uno smartphone ed è bene prepararli soprattutto spiegando loro la portata delle informazioni che condividono. Potete creare insieme un falso profilo su Facebook per spiegarne il significato e mostrate cosa c'è di lui su Internet (come foto che avete condiviso) perchè comprenda che tutto resta.
> Dopo i 12 anni non rinunciate alle regole d'uso, non lasciatelo senza limiti. Può essere il momento di spronarlo ad approfondire le sue passioni in modo più costruttivo: creare videogiochi o studiare fotografia.
Sarà tutto più facile se si comincia a parlare da piccoli!
Per approfondire:
>> L'effetto gregge: esiste anche su internet?
>> Gli adolescenti tra i più colpiti dalla dipendenza da internet