I conflitti familiari durante le feste: istruzioni per l’uso
Natale, tavola imbandita, regali sotto l’albero e… la schiera di parenti più o meno al completo! I conflitti in famiglia sembrano non risparmiare niente e nessuno sotto le Feste, vediamo perché e come “attrezzarci”.
La famiglia è un microcosmo sociale, la più piccola cellula della comunità umana dotata di leggi, tradizioni e regole sue proprie che hanno la funzione si sancire e mantenere l’appartenenza dei suoi membri e l’identità della famiglia in quanto tale.
Quando le regole del gioco sono però troppo “rigide” e non accettano il cambiamento, quando a dispetto della realtà si continua a voler perpetrare un’immagine falsa e illusoria è difficile che i veri membri possano riunirsi all’insegna della serenità e del buonumore.
Il Natale purtroppo è spesso un’occasione per esacerbare conflitti e malcontenti familiari in uno spirito bel lontano da quello delle festività!
Natale in famiglia: un quadretto “forzato”?
Il Natale è ormai per i più una ricorrenza prettamente consumistica, nella maggior parte dei casi depauperata di ogni carattere religioso.
Questo aspetto rende le Feste un cliché schiavo di un immagine pubblicitaria stereotipale e illusoria: una ricorrenza in cui essere felici, divertirsi, gratificarsi materialmente e cercare di rassomigliare quanto più possibile a quelle immagini edulcorate che tanto amiamo vedere nei film americani.
Fuori dai set televisivi tuttavia le cose sono un po’ più complicate: non esistono famiglie idilliache e felici, spesso neanche così unite come le si vorrebbe.
Il Natale è invece un’occasione in cui le famiglie spesso si ricompongono un po’ “forzatamente”, riunendo parenti che per la maggior parte dell’anno spesso neanche si frequentano, integrando nel quadretto familiare nuovi partner, coniugi di seconde nozze o figli di altri matrimoni andando a comporre un quadro tutt’altro che omogeneo.
Niente di male, purché si abbia chiaro che quella della cena della vigilia o del pranzo di Natale molto spesso non è la “normalità” delle cose. Altro aspetto non di secondaria importanza: le aspettative!...
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Natale in famiglia: rinunciare ad aspettative irrealistiche
Spesso, anche se ognuno conosce le criticità della propria famiglia, è difficile non rimanere frustrati dal constatare che tensioni e conflitti non risparmiano neanche le feste di Natale.
Da qualche parte molti di noi sperano ogni anno che quell’aspettativa di felicità e spensieratezza non venga delusa di nuovo. Bene, imparare a rinunciare a quest’aspettativa è il primo passo per vivere più serenamente il periodo delle Feste.
Le persone della nostra famiglia non cambieranno e, anzi, può darsi che accentueranno alcuni loro modi di essere proprio in occasione della reunion natalizia! Sì perché, come dicevamo, il Natale è una di quelle occasioni in cui la famiglia mette in scena i propri riti (del magiare a tavola, dello scartare i regali ecc.) riproducendo un copione che pretende di assegnare ad ogni membro uno specifico ruolo rinforzando in tal modo l’identità della famiglia in sé stessa.
Che ci piaccia o no sarà molto difficile che alcuni comportamenti, alcune dinamiche fra noi e i nostri familiari possano modificarsi proprio a Natale. Accettare questo è il primo passo per un cambiamento che parta però non dagli altri, ma da noi stessi.
Natale in famiglia: mettere la giusta distanza
Saper mettere una giusta distanza è il secondo passo per poter partecipare al Natale in famiglia senza sentirsi travolti da conflitti, rabbia o frustrazione.
Imparare a riconoscere le tipiche scene familiari, le tipiche situazioni di conflitto, quegli schemi interattivi che si ripetono ogni anno sempre uguali significa poterli anticipare e prevedere senza farsene sorprendere e sconvolgere emotivamente (“ma come… anche oggi che è Natale?!” Sì, soprattutto…!).
Accettare che il Natale è in qualche modo un momento “delicato” e quindi il meno indicato per “cambiare il mondo” evita di porci aspettative irrealistiche che ci genereranno solo ansia e frustrazione.
Natale in famiglia: la gratitudine per quello che c’è
Solo dopo aver imparato a mettere una giusta distanza dai conflitti familiari che ritualizzano le feste natalizie, a tollerare quello che “non va” e “quello che non c’è” nella nostra famiglia, potremo avere la sufficiente libertà per cogliere “quello che c’è”.
Difficilmente gli altri, familiari compresi, risultano totalmente gratificanti o totalmente deludenti, più spesso esprimono un mix di caratteristiche personali che possono renderceli ostici da certi punti di vista (magari quando insistiamo a voler parlare proprio di certi argomenti), ma amabili e gratificanti da altri.
Può darsi che di una madre con una mentalità inconciliabile con la nostra possiamo apprezzare la cura con cui prepara il pranzo di Natale; può essere che il nuovo partner di quel dato parente sia un elemento utile a distogliere la conversazione su questioni troppo “intimamente” conflittuali per essere esibite davanti a un estraneo o altro ancora…
Messe da parte aspettative irrealistiche, osservato con appropriato disincanto l’affannoso quadretto familiare riunito intorno all’albero di Natale, ognuno di noi potrà provare ad accedere dentro di sé ad un sentimento di gratitudine per quello che c’è, per quello che ha, nonostante tutto…
Scriveva Melanie Klein, una psicoanalista che di odio e amore nei rapporti familiari se ne intendeva parecchio:
Il sentimento di gratitudine è una delle espressioni più evidenti della capacità di amare.
La gratitudine è un fattore essenziale per stabilire il rapporto con l'oggetto buono
e per poter apprezzare la bontà degli altri e la propria.
(M. Klein, Invidia e Gratitudine, 1957)
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