Come andare d'accordo coi suoceri?
I rapporti con le rispettive famiglie spesso sono fonti di malumori e a risentirne può essere la coppia. Andare d’accordo con i suoceri non è scontato ma non dipende tutto da loro.
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Suocere invadenti, imbarazzo, nervosismo, liti famigliari. Non di rado la coppia, che sia convivente o sposata, deve fare i conti con i rispettivi genitori e parenti e non sempre le cose si rivelano semplici. Spesso però non sono i suoceri in sé a costituire un problema, ma a pesare sono i rapporti che ciascun partner mantiene con la famiglia. Rapporti che necessitano di una revisione che spesso tarda ad arrivare.
Porre confini
I rapporti fra suocera e nuora sono spesso quelli più al centro dell’attenzione, rientrano un po’ nel cliché duro a morire, per quanto anche quelli fra suocere e generi spesso non facciano eccezione. Tutti avranno presente il famosissimo film Ti presento i miei (2001) in cui Ben Stiller interpreta un infermiere di Chicago, con alle spalle una famiglia tutt’altro che convenzionale, che si appresta a conoscere i suoi futuri suoceri e in particolare il padre di lei, un ex agente della CIA tutt’altro che accomodante.
La storia, resa con toni comici ed esilaranti, è una rappresentazione caricaturale di come, nella coppia, il disaccordo con le rispettive famiglie possa rappresentare un ostacolo di soluzione tutt’altro che facile.
Spesso i suoceri, piuttosto che i propri genitori, sono coloro che ricevono più critiche e disappunti i motivi sono vari e ogni situazione naturalmente è a sé. Due elementi però sono quelli che si riscontrano piuttosto frequentemente.
In primo luogo: ci si sente invasi, giudicati, controllati, lesi nel proprio diritto alla privacy. Molte famiglie in effetti hanno confini piuttosto lassi al loro interno e sono abituate a intervenire nella vita di tutti i membri rivelando una grande difficoltà a riconoscere gli spazi di autonomia e privacy di ognuno.
Quando questo impedisce di andare d’accordo con i suoceri, che si rivelano troppo invadenti anche nella giovane coppia, spesso è il rapporto con il proprio figlio o figlia a necessitare di una revisione. Non si può intraprendere una vita di coppia adulta se non si compie, a livello psicologico, un reale svincolo dalla propria famiglia d’origine. Questa risulterà invadente o irrispettosa anche in funzione di quanto noi glielo permettiamo e se non siamo in grado di porre dei limiti alla nostra privacy prima che a quella della nostra coppia vuol dire che il legame è ancora troppo confusivo.
Spesso si rende evidente la necessità di una diversa gestione dei confini solo quando i propri genitori si rivelano controllanti o invadenti verso la propria compagna o compagno tentando di interferire nelle questioni della coppia. Quando questo accade non è questione di consigli per andare d’accordo, ma è necessario compiere un ulteriore svincolo ponendo dei confini, spesso dolorosi e nuovi, verso i propri genitori.
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"Adottare" la famiglia del partner
Un'altra casistica che si riscontra con una certa frequenza è quella inversa: una persona, che spesso ha alle spalle rapporti inesistenti o fortemente problematici con la propria famiglia di origine, “adotta” psicologicamente la famiglia dal partner.
Questa persona apparentemente si integra a meraviglia nella “nuova” famiglia, dimostra collaborazione, confidenza e affetto nettamente maggiori rispetto a quelli mostrati e vissuti con i propri genitori.
Apparentemente, dunque, tutto va bene mentre la famiglia “problematica” rischia di rimanere sostanzialmente oscurata dalla scena ed entrambi i partner limitano i rapporti con essa all’essenziale.
Questa situazione apparentemente aproblematica e idilliaca, in cui sembra che andare d’accordo con i suoceri sia la cosa più naturale del mondo, può nascondere delle insidie.
Sì perché così facendo il rischio è quello di “negare” con un colpo di spugna le proprie origini come se per eliminare i problemi con i propri familiari fosse sufficiente cancellare la loro presenza e sostituirli con quelli del coniuge. Questo atteggiamento psicologico, per lo più inconscio, mantiene problemi e nodi del passato che non possono essere affrontati né risolti e che – al netto del distanziamento fisico operato dalla propria famiglia – rischiano di continuare a condizionare in modo subdolo la serenità della persona non rendendola realmente “libera” dal suo passato.
Spesso questi elementi di criticità si manifestano quando la coppia ha un figlio e il partner che ha “messo da parte” i suoi problemi familiari per non affrontarli, affronta una crisi personale importante nel momento in cui diventa genitore a sua volta. Inoltre non bisogna dimenticare che nessuno è perfetto: andare d’accordo con i suoceri significa anche poterne riconoscere pregi e difetti, poter tollerare le loro umane mancanze, altrimenti il rischio è di rimanere, prima o poi, inevitabilmente e dolorosamente delusi.