Malinconia d'amore: la canzone dell'amore perduto

Apatia, insonnia, lacrime a fiumi e pensiero ossessivo sull'amore perduto: questi alcuni dei sintomi della malinconia d'amore, già trattati in un passato lontano da sapienti medici arabi. La malinconia d'amore è il mal d'amore per eccellenza: per Freud rappresenta la perdita di una parte del nostro io creando non poca infelicità all'uomo. Ma perché la malinconia d'amore è così potente? Forse le diamo troppo spazio per esistere e molti elementi di cui nutrirsi

Malinconia d'amore: la canzone dell'amore perduto

Se la malinconia ha scomodato figure di ogni genere, la malinconia d'amore lo ha fatto ancor di più, basti pensare a tutto quel filone di cantanti italiani che della malinconia d'amore ne ha fatto un cavallo di battaglia.

Malinconia d'amore: lui la ama, lei lo lascia, lui piange, lei va con un altro, lui esce con la bionda e lei annusa le sue camicie, e mentre il sole saluta la luna e va a dormire, insieme pensano a quel primo bacio che mai più ritornerà. Insomma, la malinconia d'amore è il trionfo della tristezza, in cui i calici si levano in onore dell'amore perduto, del cuore senza pace e dell'amore che non può disperdersi nel vento con le rose.

Malinconia d'amore che ha creato le trame Harmony delle nostre mamme, che ci fatto tutte sentire un po' Rossella e che ha portato tante lacrime sui lettini degli analisti. Malinconia d'amore: vediamola insieme anzi, sentiamola.

 

Malinconia d'amore: amore che vieni, amore che vai

Se la malinconia è la conseguenza di una perdita di un amore profondo e primario che ci consuma fino all'osso, la malinconia d'amore possiamo considerarla come l'attualizzazione di tutto questo all'interno di una relazione … finita! Ebbene si.

La malinconia d'amore viene fuori quando ci troviamo di fronte ad una perdita, quando sentiamo il vuoto che l'assenza dell'altro ci provoca, quando la mancanza alimenta la sotterranea sofferenza che stilla lacrime da un cuore malconcio.

"Amore che vieni da me tornerai", cantava un giovane De Andrè malinconico, ma i sintomi della malinconia d'amore erano già stati descritti da antichi e sapienti medici arabi: Al-Gazzari, Alì Abbas, Avicenna hanno, nei loro trattati, esposto a pieno il mal d'amore.

 

Malinconia d'amore: i sintomi del mal d'amore

I sintomi della malinconia d'amore, o meglio conosciuto mal d'amore, hanno colpito più o meno tutti noi e, tornando indietro nel tempo fino a Galeno, possiamo ipotizzare che siano antichi quanto l'uomo stesso e che lo stesso Adamo ne abbia sofferto nel suo Paradiso.

Se non mangi, non dormi, piangi e sospiri consumando le ore, se il colore della tua pelle assomiglia più al lenzuolo di Casper piuttosto che ai rosei petali di una peonia, se ogni discorso gira ossessivamente sull'amato e ogni pensiero fa altrettanto, se ogni alito di vento ti ricorda il suo profumo, se ogni oggetto un momento insieme, se ogni pensiero riguarda l'amore che non hai più, se il calcio non ti interessa più e di un pomeriggio in una spa non te ne fai nulla, se il migliore amico diventa invisibile e ogni tentativo di risollevare lo spirito è vano perché l'apatia si è impossessata di te allora non c'è dubbio: la malinconia d'amore ha colpito anche te!

 

Malinconia d'amore: perdita dell'oggetto d'amore come perdita dell'io

Secondo Freud, che nelle sue argomentazioni ha trattato ogni aspetto dell'animo umano (anche sotto l'effetto di ben note droghe, ma forse non è questo il caso), ha parlato ampiamente della malinconia e descrive l'esatta sensazione che si ha quando si perde l'amore.

Secondo Sigmund, quando veniamo abbandonati dall'oggetto d'amore, quando l'amato va via in cerca di amori più entusiasmanti del nostro, magari all'inizio vorremmo semplicemente tirargli il collo come nelle migliori tradizioni campagnole e mettere fine alla questione, con stile. Ma quando la rabbia cessa, finalmente restiamo soli con il nostro dolore. Ma perché stiamo così male?

La sensazione, continua Freud (anche se utilizza termini ben più ortodossi dei miei, ma l'idea è quella), è che l'amato traditore si sia portato via un pezzo di noi stessi: insomma, lui o lei vanno via e quello che ci resta è solo un vuoto, la sensazione di essere stati derubati di una parte di noi e la certezza che la completezza che avevamo trovato con l'amato non la riavremo mai più.

Ecco! Questo è il punto. Forse ci approcciamo all'amore in modo distorto, forse se provassimo a non sentirci completi attraverso l'altro, se non lo investissimo della grande responsabilità di farci sentire pieni e vivi, potremmo vivere finalmente dell'amore per quello che è: piacere.

E se dovesse finire? Certo, un grande dolore, ma senza drammi, pathos e struggimenti del cuore. E la malinconia d'amore? Forse non avrebbe più spazio per esistere.

 

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