L'amore disfunzionale: le caratteristiche

Quella che riteniamo essere una relazione amorosa non sempre si rivela tale: l’amore può essere disfunzionale quando ripetiamo schemi di relazione a noi familiari che non fanno altro che riproporci le stesse insoddisfazioni e sofferenze in ogni nuova relazione sentimentale

L'amore disfunzionale: le caratteristiche

Chiamiamo amore un generico sentimento di attrazione non solo fisico ma anche emotivo che ci spinge a legarci ad una certa persona, magari ad intravedere con questa una certa affinità intellettuale o emotiva o, nei casi più estremi, a sentirla come qualcuno con cui ci si capisce “al volo” quasi senza parlare.

In un modo o nell’altro, dunque, nella persona di cui ci innamoriamo sentiamo di “riconoscere” qualcosa; da qualche parte avvertiamo, implicitamente e intuitivamente, che c’è un'alchimia che ci suona nuova e familiare al tempo stesso.

Quello che riconosciamo come amore tuttavia non è sempre fonte di gioia e gratificazione; a volte può essere un sentimento che ci lega in una relazione disfunzionale in cui continuiamo a soffrire e ad essere insoddisfatti.

Cos’è che in questi casi ci impedisce di legarci a qualcuno che possa renderci realmente felici?

 

Un gioco per capire l’amore disfunzionale

Provate a fare per un momento un piccolo esperimento: incrociate le braccia come vi viene spontaneamente; probabilmente questa è una postura che adottate più volte durante il giorno, a cui siete abituati e che riuscite ad eseguire praticamente “in automatico”, forse è un modo per sentirvi più comodi e a vostro agio e probabilmente potreste mantenerla a lungo, mentre continuate a leggere questo articolo, quasi dimenticandovene mentre vi immergete nuovamente nella lettura.

Provate adesso a liberare le braccia e ad incrociarle nel verso opposto invertendo il braccio che si trova sopra con quello che sta sotto.

Be': questa forse è una posizione inusuale che può risultarvi un po’ scomoda e che forse potrebbe distrarvi dalla lettura. In altre parole, non è la posizione familiare che conoscete e nella quale state più comodi

 

Riproporre in automatico gli schemi del passato

Nelle relazioni, per alcuni aspetti, potremmo dire che funziona in modi non molto diversi: specie nelle relazioni amorose tendiamo a ritrovare e a riproporre schemi del passato, che hanno connotato i rapporti con alcune figure significative per la definizione del nostro senso di sicurezza e di identità; siamo talmente abituati, per implicito, a definirci all’interno di queste dinamiche per noi “familiari” da tendere spontaneamente e quasi senza accrorgercene a ricercarle e a ricrearle anche con i partner che ci scegliamo nella vita adulta.

Ecco perché, ad esempio, l’amore può essere vissuto come un’attrazione emotivamente ambivalente in cui si mescolano il vecchio e il nuovo: una persona appena incontrata che ancora non conosciamo e che tuttavia ci attrae e ci fa sentire bene in un modo che ci suona “confortevole” perché ha qualche cosa di familiare.

In un amore sano questi aspetti possono integrarsi proficuamente e, se i due partner hanno le risorse emotive per accettare anche le reciproche differenze, è possibile che l’incontro d’amore ci porti a ritrovare qualche cosa degli affetti del passato ma nel contesto di una nuova e più soddisfacente modalità di relazione e di scambio affettivo.

In altre parole, la relazione d’amore non è disfunzionale perché è in grado di aiutare i due partner a crescere e ad evolvere con maggior soddisfazione per sé stessi e per la coppia che hanno formato.

 

Come nasce un amore?

 

Un ciclo che si ripete…

Una relazione d’amore può essere disfunzionale quando invece tiene i due partner uniti in un legame entro il quale si ripetono alcuni aspetti insoddisfacenti delle relazioni affettive del passato, relazioni che non ricreiamo volontariamente, ma che riproponiamo quasi in automatico – come quando incrociamo le braccia, ricordate? – perché, nonostante ci causino molta sofferenza, sono in qualche modo “familiari” ed emotivamente adeguate ad assegnarci un ruolo in cui implicitamente ci riconosciamo.

Ecco che allora, anche cambiando partner numerose volte, potremmo sorprenderci a ritrovarci in situazioni sentimentali insoddisfacenti e, da questo punto di vista, dolorosamente somiglianti.

Si parla tanto, in questi anni, di violenza domestica e di unioni di coppia fondate sulla violenza dove i reciproci ruoli – l’abusatore e la vittima – confermano dolorosamente i partner nella credenza di non potersi definire psicologicamente se non in rapporto ad un altro da possedere e/o da cui dipendere.

L’amore può rivelarsi disfunzionale anche in forme meno estreme di questa, ogni qual volta riconosciamo, dietro ai fallimenti e alle delusioni di cui può essere costellata la nostra vita affettiva, le stesse insoddisfazioni, gli stessi problemi che hanno tormentato un rapporto che avrebbe altrimenti dovuto fornirci serenità, gioia e gratificazione.

È forse arrivato il momento di interrompere un ciclo che tende a ripetersi troppo uguale a sé stesso… A volte questo accade grazie ad incontri imprevisti e particolarmente fortunati che deviano la nostra vita affettiva verso svolte impensate. In altri casi è necessario contattare ripetutamente quella stessa sofferenza per prendere consapevolezza del prezzo che paghiamo e intraprendere un cambiamento talvolta attraverso un percorso di consulenza psicologica o di psicoterapia. John Lubbock d’altra parte scriveva: “la felicità è una cosa nella quale ci si deve esercitare, come col violino”

 

La dipendenza affettiva: i perché di un amore a senso unico

 

Per approfondire:

> Dipendenze, quali sono e i meccanismi