Come nasce l’Amore
Molti lo sognano, qualcuno lo desidera. Altri l’hanno conosciuto, ne hanno goduto e poi lo hanno anche perduto. Qualcuno ci combatte ogni giorno, altri vorrebbero non averlo incontrato mai. Ma per lo più lo si cerca, al punto, alle volte, da pregiudicare la completa e piena felicità di una persona. Stiamo parlando dell’Amore e delle sue ostiche e talora incomprensibili leggi.
“L’amore di un essere umano per un altro,
è forse la prova più ardua per ciascuno di noi,
la testimonianza più alta di se stessi”.
R. M. Rilke
Una delle frasi più tipicamente associate dal detto popolare all’innamoramento e alla nascita dell’amore è: “arriva quando meno te lo aspetti”. Affermazione interessante e anche, personalmente, un po’ innervosente.
Chiaramente, se qualcosa lo si desidera, lo si aspetta anche, per cui pensare che arrivi solo quando non lo si aspetta sembra risuonare come una condanna al fatto che non arriverà mai, visto che lo si aspetta sempre. Ad ogni modo, al di là della veridicità o meno di alcuni detti popolari, effettivamente spesso l’innamoramento si presenta come qualcosa di improvviso.
Legato ad un attimo, ad uno sguardo magari, ad un momento particolare che qualcuno chiama “colpo di fulmine”, oppure ad una iniziale, anche se poco chiara, quasi inconscia diremmo, sensazione che l’altro sarà significativo.
Ecco, fermiamoci qui e proviamo a chiederci cosa precede l’amore. Molti si affannano, lo cercano annaspando. Ma continuando così e stando al detto popolare, non lo troveranno mai. Dicono che bisogna iniziare a smettere di aspettare.
Vediamo insieme, allora, in quali condizioni sorge l’amore.
Chi si innamora?
Potenzialmente tutti. Potenzialmente ogni essere umano può innamorarsi, “cadere nell’amore” per dirla nella letterale traduzione del termine inglese to fall in love.
La stessa persona può innamorarsi più volte nel corso della vita, più di una volta quindi e potenzialmente anche in modi diversi. Ci sono, fondamentalmente, infiniti modi per innamorarsi, anche di una stessa persona.
Un adulto è, per definizione, un essere logico, in grado di ragionare, prevedere, valutare le situazioni, prendere decisioni. Però per potersi innamorare queste doti e qualità non sembrano essere molto utili. Anzi, per innamorarsi colui che si innamora necessita di lasciarsi “contaminare” o meglio pervadere dal bambino che è dentro di lui. Basti pensare che anche solo sul piano comportamentale l’innamoramento rappresenta per molti versi un ritorno all’infanzia.
Alcuni però, non riuscendo a godersi la dimensione del tempo presente (interessante la parola inglese per indicare il presente – present – che significa al contempo sia il tempo presente sia il dono, cioè il regalo) innescano tutte le remore possibili per non lasciarsi andare, perché fin dall’inizio temono la fine.
Difatti, in questi casi la paura non è di legarsi a qualcuno, ma di non riuscire a slegarsi poi. C’è chi invece, con comportamenti diametralmente opposti, ha bisogno di vivere continuamente in uno stato di eccitazione e di tensione, mostrandosi poco incline e disposto (sebbene magari sia predisposto) a impegnarsi in relazioni durature per le forti paure legate alla vita di coppia.
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Perché ci si innamora?
Domanda ambiziosa, questa. Difficile dire perché ci si innamori. Fondamentalmente si potrebbe dire che l’amore si desidera e lo si desidera perché rende soddisfatti di se stessi, nel modo più completo ed eccitante, rende sicuri e soprattutto ci fa sentire importanti e desiderabili per una persona: tutte caratteristiche sicuramente molto rilevanti per il benessere psicofisico di un essere umano.
Invece, come la persona ama dipende dalla sua storia, dalle sue debolezze, dalle sue cicatrici, dalle sue ferite. Dipende dal suo equilibrio psicologico, ma anche dall'educazione che ha ricevuto, dall'ambiente in cui vive e che lo circonda, dalla cultura in cui è immerso e probabilmente da quelli che sono i suoi bisogni d'amore in quel determinato momento della sua vita.
L'Amore, del resto, non è innato e primario, è un esperienza che piuttosto si acquisisce nella vita individuale successiva come prodotto dell'esperienza che la persona affronta dal momento in cui si differenzia dal gruppo sociale e acquisisce coscienza della sua individualità.
L'amore, dunque, nasce dentro di noi e si sviluppa in noi nella misura in cui gli concediamo questa possibilità. Non è un impulso improvviso che esplode inaspettatamente e di cui si perde il controllo. Se così fosse, sarebbe lecito pensare che l'amore sia qualcosa di meramente pericoloso, di cui preoccuparsi e da cui tenersi lontano. Ma questo non è Amore.
Guardando in profondità si potrebbe scoprire un filo comune che inconsciamente fa da motore all’innamoramento, come ad esempio la ricerca della bellezza, dello stimolo dell’intelligenza, della sicurezza, del bisogno di protezione.
Spesse volte ci si sente attratti da qualcuno piuttosto che da un altro perché in lui/lei vediamo qualcosa che in noi è presente magari solo in forma embrionale, oppure ci ricorda qualcosa di gradevole del nostro passato, o qualcosa di noi che sogneremo d’ avere o d’essere.
Alle volte possiamo essere mossi dal desiderio di scoprire per esempio quanto l’altro assomigli a noi e fino a che punto possiamo in lui rispecchiarci, proiettando, sovente, sull’altro tutti i nostri desideri.
Ci si innamora, tendenzialmente, di persone simili o di altre completamente diverse ma, in qualche modo, complementari a noi.
E soprattutto cosa vuol dire innamorarsi?
Sebbene innamorarsi possa essere considerata un’esperienza “normale” - nel senso di diffusa - rappresentando una dell’esperienze più significative per l’essere umano, non è poi così facile e scontato.
Soprattutto, giacché donare e amare non sono doti innate ma piuttosto sono funzioni da apprendere e da affinare, perché in contrasto con il nostro naturale egocentrismo, potremmo dire che la riuscita o il fallimento di un rapporto, una volta superati l’entusiasmo, l’emozione e l’illusione dell’innamoramento, non dipendono solo dall’incontro con la “persona giusta”. Piuttosto dall’impegno a capire ad accettare l’altro nella sua intima realtà, scegliendo di coinvolgersi attivamente per un legame che porti alla crescita comune. All’espansione reciproca del proprio Desiderio.
Concludendo, mentre l'innamoramento è un fenomeno affettivo in cui il soggetto siamo ancora noi (e non l'altro di cui ci siamo innamorati), l'amore è una realtà che non comprende solo l'affettività ma tutta la persona con la sua intelligenza e la sua volontà. Inoltre è chiaro che nell’Amore, il soggetto non è più uno ma siamo in due: un "io" che si apre ad un "tu" che ricambia.
L'innamoramento può dunque ovviamente diventare anche amore, successivamente, ma di per sé non è amore. Affinché lo diventi, deve essere reciproco e deve innescarsi un processo interamente umano che coinvolga anche gli altri aspetti della persona.
Il punto è che si tratta di crescere come persone capaci di relazione, di dono, di amicizia, con tutti gli aspetti di lealtà, generosità, sincerità che saranno gli strumenti affinché un sentimento possa diventare un vero atto umano, un atto di una persona libera e responsabile.