Psicosomatica, il caso dell'atleta 'miracolata'

La vicenda della campionessa paralimpica che ha ripreso a camminare dopo 13 anni è oggetto di studio della psicosomatica

psicosomatica-atleta-miracolata

Credit foto
©bubutu / 123rf.com

La storia di Monique Van Der Vorst – balzata alle cronache in questi giorni di festività natalizie – ha fatto riaccendere i riflettori sulla psicosomatica e sulle cosiddette “nevrosi isteriche”. Episodi in cui la mente paralizza il corpo perché incapace di risolvere psicologicamente alcuni forti conflitti.

Sui media tradizionali, così come in Rete, molti hanno ripreso la vicenda della campionessa paralimpica che – dopo aver vinto due medaglie d’argento ai Giochi Olimpici di Pechino – ha ripreso a camminare, riacquistando l’uso delle gambe, dopo 13 anni di handicap e senza alcuna spiegazione scientifica.

Per spiegare la parabola della sua esistenza, Monique ha tirato in ballo Nietzsche. “Ciò che non mi uccide mi rende più forte” ha scritto sulla homepage del suo sito. Mentre c’è chi grida al miracolo, non va trascurato il legame profondo e sorprendente tra mente, emozioni e corpo.

 

La psicosomatica, tra fiction e realtà

La giornalista Grazia Longo, sul quotidiano La Stampa, ha ripreso il tema della psicosomatica, ricordando la storia di George Clooney, che cinque anni fa venne assalito da amnesie temporanee legate a pesanti situazioni di stress.

Un altro episodio simile è quello dove il protagonista di un film di Massimo Troisi (Le vie del Signore sono finite) perde l’uso delle gambe dopo una delusione amorosa, e lo riacquista non appena ritrova l’amore.

Sono reali invece i casi di uomini che improvvisamente diventano ciechi per la paura di vedere una realtà piena di insidie. Ragazzi che smettono di camminare per il terrore di diventare adulti. Donne a cui si gonfia la pancia per il solo desiderio di avere un figlio. Malattie immaginarie

 

Psicosomatica, una branca della medicina

La psicosomatica parla di nevrosi isteriche. Ovvero dell’incapacità psicologica di risolvere un conflitto, che viene così espresso attraverso il corpo. Questa branca della medicina che pone in relazione la mente con il corpo – ovvero il mondo emozionale con il soma (disturbo) – è piena di casi in cui blocchi affettivi causano veri e propri blocchi fisici.
Le paralisi isteriche, spiegano alcuni medici, hanno un valore simbolico, nel senso che mettono in evidenza l’incapacità di una persona a legittimarsi in qualche cosa. Nel celebre saggio “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”, pubblicato a New York nel 1985, il neurologo Oliver Sacks (autore anche di Risvegli, libro dal quale è stato tratto il film omonimo con Robin Williams e Robert De Niro) descrive molto bene i cortocircuiti mente-copro, che possono generare atteggiamenti patologici e bizzarri.

 

Una spiegazione più ampia

Per tornare in chiusura sull’episodio di Monique Van Der Vorst, va registrato il commento di Giorgio Genta dell’Associazione Bambini Cerebrolesi: “Attendo di conoscere gli sviluppi della storia della ventiseienne olandese. Credo sia importante approfondire le notizie su quell'intervento chirurgico errato che potrebbe essere stata la causa della sua paralisi. Psicosomatica? Spiegazione possibile, ma a nostro parere poco convincente e troppo facile da tirare in ballo. Preferiamo pensare che quanto accaduto sia il risultato di una combinazione tra forza di volontà e fortuna”.