Giornata mondiale dei diritti umani: la maratona per fare la differenza
Il 10 dicembre si celebra come ogni anno la giornata mondiale dei diritti umani. Fra le molte iniziative in programma la “maratona” di Amnesty International per chiedere giustizia per numerose vittime in tutto il mondo.
“La gente si chiede se firmare appelli possa cambiare qualcosa…”
Questo l’inizio del video che Amnesty International ha realizzato quest’anno per la giornata mondiale dei diritti umani del 10 dicembre.
Intorno a questa data infatti, Amnesty, come ogni anno, si impegnerà in quella che definisce letteralmente una “maratona” di raccolta firme per il sostegno agli appelli in favore di giustizia per molte vittime di violazione dei diritti umani in tutto il mondo.
“…la risposta è sì” prosegue il video di Amnesty
L'istituzione della giornata mondiale dei diritti umani
La giornata mondiale dei diritti umani venne istituita nel 1950 per celebrare la data del 10 dicembre 1948 in cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò la Dichiarazione universale dei diritti umani.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza” questo il primo articolo della Dichiarazione, un documento che vedeva la luce dalle ceneri della catastrofe della seconda guerra mondiale, un evento bellico di proporzioni talmente vaste – sia territorialmente che culturalmente – da aver indotto gli Stati democratici dell’ONU a stilare un insieme di principi e valori in cui riconoscersi per una convivenza pacifica.
Per redigere la Dichiarazione universale dei diritti umani vennero interpellati avvocati da ogni parte del mondo per determinare quali fossero i principi transnazionali in grado di definire e tutelare la dignità umana, principi riconosciuti superiori all’autorità locale di qualunque governo nazionale.
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Come partecipare alla giornata mondiale dei diritti umani
La Dichiarazione universale dei diritti umani può sembrare un documento ancora troppo “teorico”, spesso distante dalla realtà che vivono molte persone, un documento la cui attuazione o mancata applicazione risiede nelle mani dei poteri “forti” distanti dalla capacità individuale di fare la differenza…
In questo senso il video di Amnesty rappresenta non solo la divulgazione di una campagna importantissima, ma anche un perfetto esempio di comunicazione efficace: fare leva emotivamente sulla partecipazione e sulla possibilità/opportunità che l’utente ha di fare la differenza, esercitare una propria capacità di incidere sugli eventi aderendo alle iniziative proposte.
Questa campagna sembra richiamare la nostra attenzione su quanto la tutela dei diritti umani possa passare, in varie proporzioni, dalle mani di tutti, da quella partecipazione attiva che nel mondo globale è troppo spesso sopita dietro disillusioni e disincanti. Eppure in tempi mediaticamente meno sospetti Giorgio Gaber lo diceva:
“la libertà
non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione”