Gli eco fattori del buon contatto nelle buone relazioni
Lo dicono oramai tutti gli esperti della salute psicofisica quanto può essere benefico, nella vita di relazione quotidiana, vivere dei buoni contatti fisici. Il sentirsi accettati, il senso di appartenenza,la fluidità nei rapporti tanto dipendono anche da piccoli gesti di contatto fisico,espressi con rispetto e affettività, ma che creano un ambiente sociale pacifico e gioioso
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Gli Eco fattori del Buon Contatto nelle Buone Relazioni
a cura di Sergio Signori e Sandra Salmaso
Vi sono persone però che non gradiscono l’espressione dell’affettività, temono una Carezza, un Abbraccio, o un gesto affettuoso che gli procura disagio, o anche irritazione e malessere.
Per comprendere più profondamente perché succede questo bisogna risalire alle radici della formazione della nostra Identità, nei primi anni di vita, quando siamo ancora biologicamente disponibili e ricettivi a ricevere dall’ambiente che ci circonda gli eco-fattori che possono “nutrirci” in modo positivo o negativo.
Troviamo delle spiegazioni molto interessanti anche nel libro di Willi Maurer (1) “La prima ferita” (pubblicato recentemente da aam Terra Nuova) dove si tratta con profondità il delicato argomento dell’imprinting positivo e del naturale bisogno di Buon Contatto fisico che l’essere umano ha sin dai primi momenti di vita. Nel neonato si tratta di un bisogno primario, essere portati e accuditi con amorevolezza, nell’adulto di una necessità consapevole di coltivare la qualità del buon contatto nelle relazioni umane.
Uno degli aspetti che creano “buon contatto” è l’empatia, cioè la capacità di entrare in sintonia con gli altri. “Mettersi nei panni degli altri” è una capacità dovuta ai meccanismi di “risonanza interna” che permettono di simulare gli schemi motori, gli aspetti percettivi ed emozionali delle esperienze altrui; in altre parole, comprendiamo le emozioni degli altri ed empatizziamo con essi evocando la medesima attività nervosa associata alle nostre stesse emozioni. Il punto di partenza è la funzione del “sistema dei neuroni specchio”, scoperto negli anni ’80-’90 dal gruppo diretto da Giacomo Rizzolatti (2) all’Università di Parma.
Verosimilmente i fondamenti della vita emotiva vengono posti nella relazione madre-figlio, durante quel processo che Daniel Stern (3) chiama “sintonizzazione”: piccoli gesti della madre finalizzati ad entrare in sintonia con il bambino che consentono a quest’ultimo di sapere che le sue emozioni incontrano l’empatia dell’altro, sono accettate e ricambiate. La comunicazione empatica è la forma di comunicazione “non violenta” per eccellenza, da cui è escluso il giudizio, ma anche il consiglio e l’interpretazione. Forma il nucleo di comunità solidali, perché nel momento stesso in cui agisce da “riconoscimento”dell’individualità di un’altra persona (sei importante per me, ho stima di te e riconosco, rispetto e condivido il tuo sentimento), accorcia le distanze tra noi e gli altri.
Un’altra scoperta straordinaria è che nella pelle ritroviamo il Crh (ormone che rilascia la corticotropina) e l’Acth (ormone adrenocorticotropo), cioè le stesse sostanze liberate dal cervello e dall’ipofisi nel corso della reazione allo stress e che nel surrene liberano cortisolo e adrenalina !
Anche la pelle quindi ha un suo sistema dello stress (SSRS: Skin Stress Response System) in collegamento con il più generale sistema dello stress (la pelle si forma dalla stessa struttura embrionale del sistema nervoso: l’ectoderma).
E’ questa la base per comprendere l’importante contributo della psiche alla salute della pelle e della pelle alla salute della psiche.
“La nostra pelle è la soglia di un mistero meraviglioso”, scrive Rolando Toro (4): è il limite corporale che ci mette in comunicazione con gli altri e con l’universo.
E’ pur vero che nella nostra società “soffriamo di una quasi totale mancanza di contatti fisici amicali o parentali” scrive accoratamente Jacopo Fo, “per molti l’attività sessuale è l’unico momento di contatto fisico. E questo non aiuta ad avere una sessualità serena. Il rapporto di coppia viene chiamato a colmare un vuoto troppo grande, per cui viene sovraccaricato di aspettative ed ansie.
Le coccole sono un presupposto essenziale per vivere in buona salute, creano conforto, tranquillizzano e ristorano. Perché non si può passare una serata con gli amici e le amiche a coccolarsi e massaggiarsi?”. Anche per noi è di fondamentale importanza imparare il “Buon Contatto”, un contatto affettivo, non invasivo, tanto meno “sessualizzato”, imparare a prendersi “cura” con tocchi gentili e affettuosi, pieni di rispetto per l’altro.
Da molti anni alla Scuola di Educazione al Contatto: Massaggio Biointegrante accompagniamo le persone in un processo d’integrazione personale che riscatta una nuova fiducia e più spontaneità verso le relazioni umane. Questo nuovo apprendimento avviene sviluppando la capacità di migliorare, talvolta proprio di acquisire, sensibilità e feedback, disponibilità e sicurezza nell’incontrare gli altri e nell’aprirsi a sanare le proprie antiche ferite.
“E’ attraverso la pelle che diventiamo degli esseri in grado di amare, non s’impara ad amare sui libri, ma essendo amati “ (Asley Montagu, 5)
Bibliografia:
1. Willi Maurer “La prima ferita” e “Il senso dell’appartenenza”
edizioni aam Terra Nuova, giugno 2008, shop.aamterranuova.it
2. I neuroni specchio, scoperti da G. Rizzolatti, si attivano sia quando vedo/osservo un oggetto (stimolo visivo), sia quando lo sento (stimolo tattile), sono il prerequisito del coinvolgimento empatico.
3. Daniel Stern, psicoanalista e ricercatore nel campo dello sviluppo affettivo madre-bambino. Specializzato in psicologia dello sviluppo e psicoterapia psicodinamica.
4. Rolando Toro, psicologo ed antropologo cileno, creatore del Sistema Biodanza , un metodo esperienziale per sviluppare i potenziali umani. “Biodanza” , Red
5. Asley Montagu, Il linguaggio della pelle, Garzanti
Immagine I ganesha.isis