Status su facebook e narcisismo
Narcisismo, insicurezza, estroversione, curiosità, nevroticismo e coscienziosità: cosa c'entrano questi tratti di personalità con l’aggiornamento dello status su Facebook? La risposta arriva da uno studio inglese, leggete e poi andate a dare un’occhiata alla vostra bacheca!
Si dice che viviamo nell’era del narcisismo e che Facebook faccia da cassa di risonanza a quello che sembra essere ormai più che una caratteristica di personalità, il segno distintivo di un’epoca.
Eppure, nell’era delle interazioni multimediali e dell’apparire a tutti i costi, non tutti utilizzano gli stessi mezzi allo stesso modo.
Uno studio inglese ha scoperto, infatti, che persone in cui prevalgono diversi tratti di personalità aggiornano il proprio profilo Facebook differentemente e con obiettivi diversi dall’apparire fine a sé stesso.
Le differenze di personalità a quanto pare non sono livellate del tutto dal narcisismo multimediale!
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Facebook e narcisismo: uno studio sulle differenze di personalità
Lo studio in questione è stato condotto da un gruppo di psicologi della Brunel University di Uxbridge (Regno Unito) e pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences. Sono stati esaminati i tratti di personalità e i profili Facebook di 555 utenti.
Accanto ai livelli di Narcisismo, insicurezza, estroversione, curiosità, nevroticismo e coscienziosità (i cosiddetti Big Five); per ogni utente, sono stati analizzati: contenuti postati Facebook, frequenza degli aggiornamenti, motivazioni e effetti ricercati, numero di contatti e quantità di tempo trascorsa sul social network.
Secondo i risultati ottenuti, il narcisismo non è l’unica componente che spiega il comportamento degli utenti: differenti tratti di personalità sarebbero correlati a differenti motivazioni/finalità con cui le persone decidono quanto e come utilizzare il social network.
Facebook e narcisismo: Big Five e social network
Sarebbero 6 i profili degli utenti derivati dalla ricerca in questione. I narcisisti confermerebbero un utilizzo di facebook improntato essenzialmente ad esprimere il proprio esibizionismo, a mettere in mostra i propri successi e a ricevere conferme (i proverbiali“like”) e ammirazione degli altri.
Accanto a questi vi sarebbero invece i nevrotici, fondamentalmente coloro che risultano più ansiosi, che utilizzano i social per ottenere conferme, non dei loro successi come i narcisisti, ma della loro accettazione/integrazione sociale tentando di compensare un vissuto di emarginazione e isolamento sociale.
Gli insicuri tenderebbero a fornire aggiornamenti sul proprio partner. I curiosi, più aperti alle esperienze, prediligerebbero aggiornamenti a carattere intellettuale/culturale mentre sarebbero molto più riservati sulla propria vita privata.
I coscienziosi eviterebbero pettegolezzi e commenti offensivi limitandosi a parlare dei propri figli. Infine, gli estroversi aggiornerebbero il proprio profilo con elevata frequenza, al pari dei narcisisti, ma non per ottenere conferme o ammirazione, ma per sentirsi connessi e comunicare con gli altri.
Facebook e narcisismo: compensare la vita reale?
Il narcisismo è certamente la dimensione di personalità fin ora maggiormente studiata sui social network. Un altro studio, ad esempio, rivela che, trascorrere il proprio tempo ad aggiornare il proprio profilo Facebook può creare una sorta di dipendenza che tende a restringere le proprie performance cognitive.
La presentazione di sé stessi che si fornisce sui social network e le conferme che possono derivarne sono molto più facili e immediate di quanto non avvenga nella vita reale.
Questo fa di Facebook un potenziale rinforzo dell’autostima fino a renderlo pericolosamente più attraente della normale vita di relazione fatta di incontri faccia a faccia.
Una dimensione compensatoria che sembrerebbe trasversale anche ai profili presentati dallo studio di Uxbridge.
Qui gli utenti cercavano, seppur con motivazioni differenti dall’apparire, di ottenere comunque, nei social, qualcosa di più, o di più immediato, di quanto non avvenisse nella loro vita offline.
Forse troppo facilmente si perde di vista come, dietro ai profili Facebook, si celino persone reali, in carne e ossa rispetto alle quali avremmo, o dovremmo avere, identiche responsabilità sociali.
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