Oroscopo ed effetto Forer, di cosa si tratta
Leggendo l’oroscopo non puoi fare a meno di riconoscerti nei profili o nelle previsioni? Il merito non è delle stelle… ma di un meccanismo cognitivo noto in psicologia come "effetto Forer". Vediamo di cosa si tratta!
“Hai un grande bisogno di piacere e di essere ammirato dagli altri… Mostri la tendenza a criticare te stesso… Alcune delle tue ispirazioni tendono a essere irrealistiche… La sicurezza è uno dei tuoi obiettivi nella vita…” Ti riconosci in alcune di queste affermazioni?
In realtà sono state selezionate dall’oroscopo di una rivista degli anni ’40… E non si riferiscono nemmeno tutte allo stesso segno zodiacale!
Allora perché crediamo all’oroscopo? Colpa dell’effetto Forer, un meccanismo psicologico che spiega come le persone tendano a riconoscersi in profili personologici vaghi e generici che in realtà potrebbero risultare validi per chiunque.
Oroscopo e effetto Forer: uno studio scientifico
Correva l’anno 1948 quando Bertram R. Forer, psicologo e docente universitario, mise a punto uno studio quanto mai interessante. Giustamente convinto che la psicologia e la diagnosi clinica dovessero fondarsi su principi scientifici validati, decise di esplorare se e in che modo affermazioni generiche e pseudoscientifiche potessero essere erroneamente accolte come vere dalle persone a cui si riferivano.
In altre parole: perché crediamo all’astrologia, agli oroscopi e simili “pseudo-scienze” se esse forniscono descrizioni o previsioni della nostra personalità assolutamente infondate?
Tutti noi, ora come allora, non possiamo fare a meno di incappare nella pagina dell’oroscopo su qualche rivista o sito internet… Ci divertiamo, un po’ sul serio e un po’ per gioco, a cercare la descrizione corrispondente al nostro segno zodiacale, la leggiamo con l’intento di conservare una “sana” dose di scetticismo, ma spesso finiamo per considerare tutto sommato realistiche le previsioni che le stelle ci riservano per la settimana a venire…
E, almeno per qualche istante, ci convinciamo che forse gli astri, da lassù, la sanno lunga sul destino degli uomini.
Oroscopo e effetto Forer: un profilo di personalità “impersonale”
Il professor Forer per studiare il fenomeno dell’oroscopo, decise di utilizzare come “cavie” i propri studenti ai quali somministrò il Diagnostic Interest Blank, un blando test di personalità da cui si ricava un profilo qualitativo.
Restituì quindi i risultati del test consegnando un profilo composto da alcune affermazioni che avrebbero dovuto fornire una descrizione personalizzata di ognuno. In realtà a tutti gli studenti era stato fornito, a loro insaputa, un unico profilo composto da alcune affermazioni piuttosto vaghe e generiche reperite dall’oroscopo di una rivista dell’epoca. Queste le affermazioni riportate:
“Hai bisogno che gli altri ti apprezzino e ti stimino, tuttavia tendi ad essere anche piuttosto critico nei tuoi confronti. Pur avendo alcune debolezze caratteriali, riesci a compensarle adeguatamente. Hai diverse potenzialità che non hai saputo sfruttare a tuo vantaggio. Disciplinato e controllato all'esterno, interiormente tendi ad essere insicuro e preoccupato.
Talvolta hai seri dubbi di aver preso la decisione o fatto la cosa giusta. Preferisci affrontare il cambiamento e la complessità piuttosto che rimanere prigioniero di restrizioni e limitazioni. Vanti una certa indipendenza di giudizio e non accetti le opinioni degli altri senza una prova che le dimostri. Hai capito a tue spese che è imprudente rivelarsi agli altri con troppa sincerità.
A volte sei estroverso e socievole, mentre in altre circostanze risulti diffidente, introverso e riservato. Alcune delle tue aspirazioni tendono ad essere francamente irrealistiche”.
Oroscopo e effetto Forer: personalizzazione e autorevolezza
Gli studenti del professor Forer erano invitati ad assegnare un punteggio da 1 a 5 sul grado di accuratezza che attribuivano al profilo di personalità loro fornito. La media dei punteggi fu piuttosto elevata attestandosi su 4,26! Come mai allora gli studenti si riconobbero così facilmente nelle affermazioni loro presentate?
La genericità della affermazioni, caratteristica di qualunque oroscopo, è uno dei principi fondamentali di quello che da allora viene definito come effetto Forer: tutti possono riconoscersi facilmente in simili frasi specie se presentate non singolarmente, ma insieme ad altre a comporre un profilo globale. Chi di noi non ritiene importante la sicurezza?
Chi è esente da autocritiche o non ha mai avuto aspirazioni irrealistiche? Inoltre, la credibilità di un profilo personologico aumenterà ulteriormente se le affermazioni avranno un tono positivo, saranno recepite come personalizzate sul soggetto e l’esaminatore/astrologo sarà ritenuto autorevole e degno di stima.
Oroscopo e effetto Forer: le scorciatoie cognitive a cui non vogliamo rinunciare
L’effetto Forer ha il suo fondamento nel funzionamento cognitivo della mente umana.
Molte delle affermazioni generiche e vaghe in cui ci riconosciamo, ad esempio, ben si prestano fornire scorciatoie cognitive (euristiche) che consentano alla mente di risolvere la dissonanza cognitiva tra tendenze caratteriali opposte eludendo un ragionamento complesso.
Ritenersi, ad esempio, estroversi e socievoli in alcune occasioni, ma introversi e riservati in altre, rende superfluo discriminare fra organizzazioni di personalità fondamentalmente introverse o estroverse; contesti e situazioni in cui una delle due tendenze caratteriali si esprime maggiormente (si pensi all’ansia sociale) o, ancora, livelli sani o disfunzionali, rigidi o flessibili di entrambi i fattori (un conto è un grado di introversione fecondo, creativo che condiziona ma non preclude la relazionalità con gli altri; un altro è un livello di chiusura all’esperienza esterna inibente la normale vita sociale come in un disturbo schizoide della personalità ad esempio).
Oroscopi, falsi test psicologici, social network… Non ci stancheremo mai di trovare scorciatoie cognitive che ci esonerino dall’esercitare un pensiero critico. Credere, anche se per i pochi istanti in cui leggiamo l’oroscopo, che il mondo possa essere una realtà semplice, banale e prevedibile è in sé irriducibilmente rassicurante, ma anche tristemente banale.
Forse non è del tutto un male che le cose, come sempre, siano un po’ più complesse di come a prima vista ci appaiono…
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