Il colpo di sonno alla guida
Siamo abituati a guidare in ogni circostanza con facilità ritenendoci pienamente padroni dell’auto quasi fosse un estensione del nostro stesso corpo, eppure la stanchezza può giocare bruti scherzi: si stima che fino al 36% degli incidenti stradali siano causati dal colpo di sonno. Del tutto inefficaci, se non dannosi, risulterebbero i più diffusi rimedi d’emergenza messi in atto dai guidatori, l’unica soluzione è accostare e fermarsi a dormire, non c’è forza di volontà che tenga!
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Secondo uno studio condotto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il colpo di sonno alla guida sarebbe la causa del 36% degli incidenti stradali, la maggior parte degli incidenti d’altra parte è dovuta proprio al “fattore umano”, cioè a distrazioni o problemi comportamentali del guidatore e solo in minima parte a eventuali problemi del veicolo o dell’ambiente stradale. Vediamo allora meglio il rapporto fra guida e colpo di sonno.
Guida e colpo di sonno: fattori di rischio
Il problema del colpo di sonno alla guida è molto diffuso soprattutto fra i giovani, che hanno poca esperienza nel gestire la propria sonnolenza alla guida e guidano spesso nelle ore notturne, fra coloro che lavorano molte ore alla settimana o su turni. Il rischio di colpo di sonno aumenta nelle ore “critiche” quelle cioè fra l’1 e le 6 del mattino e fra le 14 e le 17 quando alla stanchezza si aggiunge il fisiologico abbassamento della vigilanza dovuto al nostro ritmo circadiano che regola il ciclo sonno-veglia: il picco di incidenti si registra in queste fasce orarie. Fra i fattori che aumentano il rischio di colpo di sonno alla guida sono anche il consumo di alcol o di farmaci che inducono sonnolenza, guidare durante la digestione o un riscaldamento eccessivo dell’autovettura.
Guida e colpo di sonno: dispositivi tecnologici
Per prevenire problemi di sonnolenza alla guida è stato di recente messo in commercio l’Angelo Protettore, un dispositivo che, applicato dietro l’orecchio come un auricolare, rileva le oscillazioni del capo e emette un allarme sonoro nel caso di possibile rischio di colpo di sonno; un aiuto certamente utile che da solo tuttavia non basta: molti studi psicologici rivelano come molte delle strategie comportamentali adottate per contrastare la sonnolenza alla guida siano in realtà inutili se non addirittura controproducenti.
Guida e colpo di sonno: strategie efficaci
Uno studio condotto dal prof. Lucidi e dai ricercatori del Dipartimento di Psicologia della Sapienza di Roma sul comportamento alla guida di un campione di giovani fra i 18 e i 22 anni rileva quanto sia diffusa l’erronea convinzione di poter contrastare il sonno e la stanchezza alla guida semplicemente con uno sforzo di volontà o strategie per rimanere svegli. Fra queste alcune, come aprire il finestrino, masticare un chewingum o sgranchirsi le gambe risultano inefficaci, altre, come aumentare il volume dell’autoradio, parlare al cellulare o cantare possono avere un effetto distraente. Prendere un caffè avrebbe dei benefici a breve termine (massimo un’ora), mentre l’unica strategia realmente utile sarebbe proprio quella di non contrastare il sonno e la stanchezza ma di accostare e fermarsi a dormire per un mezzora (Ordine degli Psicologi del Lazio, Psicologia Viaria: Gli interventi dello psicologo per ottimizzare il rapporto uomo-veicolo-strada, Francoangeli, 2005).
Guida e colpi di sonno: come prevenirlo
Come prevenire il colpo di sonno alla guida? Sicuramente evitando partenze “intelligenti” nelle ore più critiche per la sonnolenza, il consumo di alcolici, cibi o farmaci che inducono sonnolenza e monitorando possibili segnali di allarme come difficoltà a tenere la testa dritta, a mantenere una direzione stabile o un’andatura costante. Il primo fattore, insomma, per prevenire il colpo di sonno è accettare la propria vulnerabilità, che possa a capitare a noi e non solo agli altri e che non basta un semplice sforzo di volontà per contrastarlo.
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