Vivere con una malattia superando vergogna e imbarazzo
Vergogna e imbarazzo sono emozioni secondarie, ma assolutamente fondamentali per la nostra vita. Che ruolo hanno nel vivere una malattia?
Le emozioni secondarie si distinguono dalle 5 primarie (gioia, paura, disgusto, rabbia e tristezza) perché emergono molto dopo la nascita e risentono della cultura del luogo di appartenenza.
La vergogna è una di queste emozioni e sebbene non sempre sia un’esperienza piacevole ha una sua utilità.
Spesso quando si soffre di una patologia, anche grave, non è insolito sperimentare vergogna e imbarazzo.
Ma perché? E come superare la vergogna nel vivere una malattia?
Da dove nasce la vergogna
La vergogna è l’espressione di un disagio che nasce dalla percezione di qualcosa di errato. Proviamo vergogna quando, a torto o a ragione, compiamo azioni che sono contrarie alle norme morali che vigono all’interno della cultura di appartenenza.
Facendo parte di più gruppi contemporaneamente sono differenti le culture con cui ci mettiamo a confronto (familiare, amicale, religiosa, ecc.) e non sempre prevale in noi quella dominante: anche una sottocultura che sia importante per noi può far scattare questa molla.
La malattia però non è un’azione che volontariamente mettiamo in atto in contraddizione con le norme sociali, ma si tratta di un evento fortuito.
Da dove nasce l’imbarazzo allora? Spesso in queste situazioni, ci troviamo davanti ad un’errata percezione dell’evento che intreccia vergogna e senso di colpa.
La malattia può essere scatenata da qualche azione, in sé per sé, anche innocente, ma che con il “senno di poi” viene vissuto come un atto di volontà dalle conseguenze nefaste.
Emozioni primarie e secondarie, quali sono e come si sviluppano
La visione cognitivo-comportamentale
Secondo la prospettiva cognitivo-comportamentale la vergogna si scatena quando ci sentiamo ridicoli davanti al cospetto degli altri, a dispetto di altre emozioni che sorgono anche in assenza di altri individui.
Nel caso di una malattia, la non corrispondenza con il modello “sano” di un uomo o di una donna: comportamenti strani o qualche modifica dell'aspetto fisico innescano la non compatibilità con la norma sociale che prevede un “certo modo di essere”. La vergogna innesca un senso di malessere psicologico perché porta ad una continua svalutazione di sé e una serie di previsioni catastrofiche circa il futuro.
Il fatto che la malattia non sia una responsabilità individuale non blocca il pensiero: la vergogna spesso nasce da convinzioni irrazionali con conseguenze concrete.
Vincere l’imbarazzo
Molti centri che hanno a che fare con patologie gravi prevedono una serie di percorsi di supporto psicologico per malati e per i loro familiari.
La terapia cognitivo comportamentale è l’approccio che ha più successo proprio perché affronta la situazione da molteplici punti di vista, così come delineato dall’approccio ABC:
- Riconoscimento delle emozioni scatenate dall’evento
- Riconoscimento dei pensieri irrazionali e negativi su di sé e sugli altri
- Modifica dei comportamenti che nascono dalle considerazioni precedenti.
L’imbarazzo è sicuramente uno degli aspetti affrontati, spesso legato anche all’incapacità di accettare il cambiamento della propria condizione.
La vergogna nella cultura cinese
Per approfondire:
> Emozioni e sentimenti